2022-07-14
Il jolly del Colle può essere il Cav
Sergio Mattarella (Imagoeconomica)
Per scongiurare le urne (e liquefare il centrodestra), Sergio Mattarella proverebbe a circuire Silvio Berlusconi. Che pensa a elezioni, però ammicca: «Si può andare avanti senza il M5s».È noto a tutti, dentro e fuori il perimetro dei palazzi romani, che Sergio Mattarella farebbe e farà di tutto, in caso di crisi conclamata, per evitare comunque un ritorno anticipato alle urne. Curiosa sindrome italiana: altrove, sia in tempo di pandemia sia in tempo di guerra, si è votato e si voterà tranquillamente (Germania, Francia e Israele, per citare solo tre casi dal settembre 2021 a oggi) o si stanno affrontando crisi di governo (Gran Bretagna) in termini assolutamente fisiologici. Solo in Italia, invece, è già partito il gioco lessicale volto a presentare le elezioni come una sciagura (non bisogna «precipitare» alle urne, occorre «scongiurare» il voto: Enrico Letta è arrivato ieri a evocare addirittura il colpo di pistola del 1914 a Sarajevo). E del resto, chiunque abbia onestà intellettuale sa che la fragilità del quadro politico presente deriva proprio dalla scelta del Quirinale, dopo la caduta del primo governo di Giuseppe Conte, di non concedere le elezioni: per evitare una probabile vittoria del centrodestra, si è preferito tenere artificialmente vivo un Parlamento palesemente disarmonico rispetto ai nuovi orientamenti del corpo elettorale. Dentro questa logica volta a imbalsamare la situazione (e perfino forzando rispetto all’esplicita preferenza di Mario Draghi di far calare il sipario in caso di defezione grillina), c’è una delle ultime carte che Mattarella potrebbe giocare in questo finale di legislatura: puntare su Forza Italia, che dispone tuttora di gruppi parlamentari cospicui (ben 82 deputati e 51 senatori), per tentare di sorreggere in qualche modo un esecutivo destinato ad arrivare fino alla prossima primavera. Dalle parti del Colle, è stata letta con molta attenzione l’ampia intervista rilasciata ieri alla Stampa da Silvio Berlusconi. Ecco alcuni passaggi oggettivamente rilevanti: «Mario Draghi sarà l’ultimo Presidente del Consiglio di questa legislatura, ma si può andare avanti anche senza i 5 stelle». E ancora, sull’ipotesi che il governo ci sia o non ci sia più senza M5s: «Per quanto ci riguarda posso dire che i numeri consentono di continuare a governare in ogni caso». Nelle risposte fornite al quotidiano torinese non è mancato nemmeno un convinto elogio di Mattarella: «Siamo molto grati al presidente Mattarella per aver dato vita a un governo all’altezza della situazione in un momento drammatico […]. Era quello che noi per primi avevamo chiesto». A onor del vero, più avanti Berlusconi evoca chiaramente l’ipotesi elettorale («Mi auguro di no, ma se accadesse noi siamo pronti»), e, per il post voto, sembra puntare con decisione su un governo della sua coalizione («Sarà il centrodestra a doversene fare carico»). Insomma, ci sono validi motivi per dubitare del fatto che Berlusconi, se davvero si presentasse la concreta opportunità di votare in anticipo e vincere, schiaccerebbe inopinatamente il pedale del freno. Ma al Colle ci sperano, e anzi puntano sui proverbiali due piccioni con una fava: per un verso, tenere vivo il governo con qualunque stampella (se necessario, senza grillini); per altro verso, favorire un’eventuale disarticolazione del centrodestra, anche scommettendo sulla collocazione ultragovernista degli attuali ministri di Forza Italia, spesso critici nei confronti della Lega e di Fdi, e magari sollecitando nella stessa direzione i governatori leghisti più sensibili al draghismo. La situazione è molto fluida, e gli scenari da valutare sono ancora nebulosi. Ma nei palazzi romani c’è chi spera in un esito di questo tipo.