2024-05-22
La Johansson batte OpenIa. Rimossa l’interfaccia vocale che parlava come lei
Scarlett Johansson (Ansa)
L’attrice aveva rifiutato di «doppiare» ChatGpt e si è trovata il timbro «clonato». Microsoft lancia un’Ia che traccia le attività al pc: «Ma non violerà la privacy».Immaginate se il più famoso bot basato sull’intelligenza artificiale iniziasse a parlare con la vostra voce. Che effetto vi farebbe? La cosa non è piaciuta all’attrice Scarlett Johansson, che per questo ha sfidato i colossi della tecnologia. E li ha costretti a ingranare la retromarcia. OpenAi, la società fondata da Elon Musk e Sam Altman, una decina di giorni fa ha lanciato Sky, la nuova interfaccia vocale di ChatGpt. Si tratta di una «ragazza» dal timbro molto simile a quello dell’attrice trentanovenne. «Quando ho ascoltato il campione che era stato diffuso, ero scioccata, arrabbiata e incredula», ha scritto in un comunicato l’interprete, la quale ha ingaggiato una squadra di avvocati. I legali hanno poi indirizzato due lettere al ceo dell’azienda, chiedendogli di spiegare «cosa avessero combinato» e di «dettagliare l’esatta procedura attraverso la quale hanno creato la voce di Sky». Compreso che la Johansson non avrebbe mollato l’osso, «OpenAi, con riluttanza, ha accettato di rimuovere» la funzione.C’è però un altro elemento, forse più inquietante: a settembre, la protagonista de La ragazza con l’orecchino di perla avrebbe rifiutato un’offerta della compagnia, che le proponeva di prestare la propria voce alla versione 4.0 del chatbot. Altman e i suoi, delusi, avrebbero quindi pensato di clonarla, senza il consenso della naturale proprietaria. Un colpo basso che ricorda - in questa storia nella quale realtà e fantascienza paiono mescolarsi - un episodio di Black mirror, la serie Netflix dedicata agli incubi dell’era digitale: lì Salma Hayek, per colpa del deepfake e di un cavillo contrattuale, viene piazzata a recitare in una fiction ricalcata sulla vita privata di una ignara spettatrice. Con conseguenze imbarazzanti per entrambe le malcapitate. A The Verge, testata americana specializzata in giornalismo tecnologico, OpenAi ha fornito una versione un po’ diversa da quella dell’accusatrice newyorkese: «La voce di Sky non è quella di Scarlett Johansson e non c’è mai stata l’intenzione di farla somigliare alla sua», si legge in una nota. «Abbiamo assunto la doppiatrice che sta dietro la voce di Sky prima di qualunque contatto con la signora Johansson. Per rispetto di quest’ultima, abbiamo sospeso l’uso della voce di Sky nei nostri prodotti. Ci scusiamo con la signora Johansson per non aver comunicato meglio». Ecco qua: è stato semplicemente commesso un «errore di comunicazione». Come col pandoro di Chiara Ferragni. In effetti, il tweet con cui Altman ha presentato l’interfaccia si presta a un equivoco nel quale è arduo non scorgere una qualche malizia: «Her», si è limitato a scrivere l’amministratore delegato di OpenAi su X. Una chiara allusione all’omonimo film in cui l’attrice doppia davvero un’assistente vocale, della quale Theodore (Joachim Phoenix) finisce per innamorarsi. Alla Johansson ha dato fastidio che l’azienda lucrasse sulle sue doti innate? Forse la star avrà pensato pure, con disappunto, ai fan eroticamente solleticati dalla prospettiva di dialogare con «lei», benché in versione rete neurale.La polemica è esplosa a poche ore da un’altra notizia che riguarda l’azienda di San Francisco: con l’addio del cofondatore Ilya Sutskever e del condirettore del team, Jan Leike, la corporation ha sciolto la squadra che si occupava di mitigare i rischi a lungo termine legati all’uso dell’intelligenza artificiale. Il gruppo era stato messo in piedi a luglio 2023 e la sua filosofia ricalcava le preoccupazioni dello stesso Musk, allarmato addirittura per il destino dell’intera umanità. Proprio il tycoon statunitense, ieri, su X, si è scagliato contro un ritrovato della concorrenza fabbricato grazie all’Ia. Parliamo della funzionalità introdotta da Microsoft per Windows 11, una sorta di memoria fotografica che immagazzina le attività svolte dall’utente sul pc e gli suggerisce quali contenuti, appunto, «richiamare». Anche a Musk è venuto in mente «un episodio di Black mirror. [Bisogna] assolutamente spegnere questa “funzione”». Il colosso guidato da Satya Nadella assicura che non ci sono minacce per la privacy, perché il proprietario del computer può decidere di quali contenuti consentire l’archiviazione.Nel caso della Johansson, la citazione cinematografica è stata suggerita - volontariamente o meno - da Altman in persona. Per la trovata dell’epigono di Bill Gates, tocca «richiamare», per assonanza, una pellicola del 1990: Total Recall, vera perla del genere fantascientifico, con Arnold Schwarzenegger. Il film era un monito, costruito attraverso una sottile satira, sul desiderio di fuga dal mondo attraverso il virtuale. Per il protagonista, distinguere la realtà dall’illusione diventava drammaticamente complicato. Come con le voci di Sky e Scarlett.