
E' arrivata una stretta dell'amministrazione Biden contro i genitori che si oppongono all'indottrinamento scolastico. Una nuova polemica sta attraversando l'America. Lo scorso 4 ottobre, il Procuratore generale degli Stati Uniti, Merrick Garland, ha emesso un memorandum che prescrive all'Fbi di fronteggiare "minacce di violenza e molestie" dirette contro insegnanti e consigli scolastici. In particolare, la mossa del Dipartimento di Giustizia è arrivata dopo che, il 29 settembre, la National School Boards Association aveva invocato, in una lettera, l'intervento dell'amministrazione Biden contro quei genitori che si oppongono non solo all'obbligo di mascherine a scuola ma anche all'inserimento nei curricula della Critical Race Theory (Crt): un insieme di teorie sociologiche che mirano a interpretare la Storia secondo i parametri dell'oppressione razziale. Ora, secondo la National School Boards Association, i genitori critici nei confronti di questo insegnamento si macchierebbero addirittura di "terrorismo domestico" e "crimini d'odio": in tal senso, l'organizzazione ha chiesto a Biden di fare ricorso al Patriot Act nei loro confronti.È pur vero che la lettera citasse anche alcuni episodi oggettivamente sgradevoli: tuttavia, oltre ad essi, si registrano anche legittime proteste da parte dei genitori. E parlare di "terrorismo domestico", invocando tra l'altro il Patriot Act, sembra francamente un tantino esagerato. Insomma, quello che si profila all'orizzonte sembra un po' una criminalizzazione del dissenso: una criminalizzazione di quei genitori che alla fin fine chiedono soltanto che non vengano inseriti nei curricula scolastici teorie e dottrine ideologicamente orientate. E attenzione: perché la suddetta lettera è stata cofirmata dal Ceo ad interim della National School Boards Association, Chip Slaven: quel Chip Slaven che, guarda caso, è legato al Partito democratico. Costui ha infatti lavorato a lungo nello staff di Bob Wise: ex deputato ed ex governatore dem del West Virginia. Questo non è del resto l'unico caso di stretta connessione tra il Partito democratico e il mondo dell'istruzione statunitense: basti pensare al potente sindacato National Education Association, che vanta delle porte girevoli con l'Asinello (la sua direttrice esecutiva, Kim Anderson, è stata un membro della commissione centrale del Partito democratico della Virginia). Quella stessa National Education Association che, tra l'altro, promuove apertamente l'inserimento della Critical Race Theory nelle scuole. Fu proprio questo sindacato che, a luglio, aveva ritenuto opportuno condurre attività di "opposition research" contro quei gruppi e organizzazioni che si dicono contrari all'insegnamento della Crt nelle scuole. I repubblicani hanno intanto dissotterrato l'ascia di guerra: il senatore Josh Hawley, il governatore della Florida, Ron DeSantis, e il capogruppo alla Camera, Kevin McCarthy, hanno infatti difeso i genitori e attaccato il memorandum del Dipartimento di Giustizia. "L'ultima decisione del presidente Biden fa parte di una preoccupante tendenza del Partito democratico a mettere a tacere i genitori", ha tuonato McCarthy su Twitter. "Dovremmo incoraggiare la partecipazione delle famiglie nelle nostre scuole, non attaccare infondatamente punti di vista opposti perché i gruppi di sinistra vogliono il controllo sui programmi di studio". Dure anche le associazioni dei genitori. "Questo è un tentativo coordinato di intimidire le voci di dissenso nei dibattiti che circondano l'istruzione primaria e secondaria degli Stati Uniti – e non avrà successo. Non saremo messi a tacere", ha dichiarato Parents Defending Education. Insomma, si è aperto un nuovo fronte di scontro. E intanto aleggiano dubbi un po' inquietanti su come l'attuale amministrazione americana tollera il dissenso.
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