2022-11-29
J. K. Rowling adesso sfida il premier scozzese sulla legge per i baby trans
J.K. Rowling. Nel riquadro, il premier scozzese Nicola Sturgeon (Ansa)
L’autrice di «Harry Potter» attacca Nicola Sturgeon che vuole abbassare a 16 anni l’età per scegliere il sesso «percepito». Schiaffo al Labour al quale donò 1 milione di sterline.Ogni volta che le si presenta l’occasione per bastonare il pensiero gender, da ormai qualche anno, lo fa: anche se questo fa polemica. Anzi forse proprio per questo, chissà. Sta di fatto che su Twitter la celebre scrittrice J. K. Rowling è tornata a cinguettare contro l’identità di genere. Lo spunto le è venuto vedendo ciò che accade in Scozia, dove sta proseguendo il suo iter legislativo il Gender recognition reform. Ispirata all’idea che il genere sia un riflesso della percezione che si ha di sé, la norma mira, da un lato, a rimuovere, per quanto riguarda il «cambio di sesso» e la disforia di genere che ne è alla base, il requisito della diagnosi medica, e dall’altro, a ridurre drasticamente - da due anni a tre mesi, con un ulteriore trimestre di riflessione - il periodo di transizione, per chi ne fa richiesta, verso la nuova identità. Inoltre abbassa il limite di età per la «transizione» da 18 a 16 anni.Rispetto a tale scenario, l’autrice di Harry Potter ha scelto di attaccare frontalmente i laburisti, accusandoli - nell’appoggiare i piani della premier, Nicola Sturgeon - d’ignorare le preoccupazioni di opinione pubblica ed esperti rispetto alle conseguenze cui può condurre il via libera al genere come identità autopercepita. «Il partito laburista», twittato J. K. Rowling, «continua a ignorare l’opinione pubblica, la diffusa opposizione delle donne e le preoccupazioni delle Nazioni unite». Quest’ultimo richiamo, naturalmente, non è causale. Il 18 novembre scorso, infatti, Reem Alsalem, che è relatore speciale delle Nazioni unite sulla violenza contro le donne e le ragazze, ha scritto di suo pugno una lettera di nove pagine criticando proprio il Gender recognition reform, che in Scozia potrebbe essere varato entro Natale. «Il governo scozzese», afferma la missiva firmata da Alsalem, «non tiene sufficientemente in considerazione i bisogni specifici delle donne e delle ragazze in tutta la loro diversità, in particolare quelle a rischio di violenza maschile e quelle che hanno subito violenze maschili». Questo perché il nuovo disegno di legge, continua la lettera, «non prevede alcuna tutela o misure volte a garantire che la procedura non sia, per quanto ragionevolmente possibile, abusata da predatori sessuali e altri autori di violenza».Il riferimento, neppure troppo velato, è a situazioni come quelle registrate in particolare negli Stati Uniti ma non solo, che hanno visto numerosi stupratori chiedere di essere trasferiti in carceri femminili sulla base di un nuova identità femminile «percepita» - per poi continuare indisturbati le loro azioni di abusi e molestie. Dal canto loro, i sostenitori scozzesi del Gender recognition reform hanno però già ribattuto che «non ci sono prove» che donne e giovani saranno messe in pericolo da questa legge. La stessa Sturgeon ha inoltre fatto presente che gli uomini violenti «non hanno bisogno» di cambiare legalmente genere per accedere a spazi riservati a sole donne, dal momento che già lo fanno.Di fronte a cotante repliche alle preoccupazioni delle Nazioni unite, è quindi scesa in campo la Rowling la quale, dalla sua, non ha solo una popolarità mondiale, ma anche un aspetto che i laburisti in Scozia senza dubbio ricordano: è una finanziatrice del partito. Assai generosa, peraltro: solo nel 2008 ha infatti staccato un assegno da un milione di sterline. Non esattamente pochi spiccioli, e probabilmente la stessa scrittrice fa leva su questo suolo ruolo per indurre i parlamentari scozzesi a più miti consigli rispetto alla norma sotto il loro esame. Staremo a vedere. Quel che è certo, come si diceva in apertura, è che quest’episodio risulta essere solo l’ultimo di una fitta serie, che ha visto la scrittrice probabilmente più famosa al mondo entrare in rotta col mondo Lgbt; e sempre con toni molto espliciti. Basti pensare che risale solamente allo scorso ottobre la polemica che ha visto sempre la Rowling accusare Mermaids - ente di beneficenza transgender che assiste i giovani interessati al «cambio di sesso» - di aver arruolato tra i suoi più importanti dirigenti tale Jacob Breslow, vale a dire uno che anni fa aveva partecipato ad un evento B4u-Act, un’organizzazione considerata pro pedofilia, intervenendo in una conferenza in cui criticava la concezione che la società ha dei pedofili, che costui, in quel contesto, invitava a chiamare «persone attratte dai minori».Risale invece al dicembre dello scorso anno un’altra uscita della scrittrice - che quella volta twittò una frase di assonanza orwelliana («la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza, l’individuo munito di pene che ti ha violentata è una donna») - sempre contro le novità arcobaleno in Scozia. Più precisamente, in quella occasione Rowling postò un pezzo del Times contro la scelta della polizia scozzese di registrare gli stupri da parte di soggetti con genitali maschili come commessi da una donna, se l’aggressore «si identifica come una donna». Da allora è passato quasi un anno ma la celebre autrice, come si vede, sui temi etici segue sempre con molta attenzione ciò che accade in terra scozzese.
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