2024-02-16
Gli italiani si indebitano per curarsi: prestiti per oltre 1 miliardo nel 2023
In crescita i finanziamenti per poter usufruire della sanità privata, viste le attese nel Ssn.È di oltre 1 miliardo di euro il valore dei prestiti chiesti nel 2023 dagli italiani per ottenere cure mediche. Quasi 1 domanda su quattro (24,9%) proveniva da cittadini di fascia 45-54 anni, quindi da persone che pur lavorando non riescono a far fronte a costi di visite specialistiche, esami di laboratorio, diagnostica per immagini, prestazioni chirurgiche che dovrebbero essere garantite dal nostro sistema sanitario nazionale con equità di accesso.Le stime sono di Facile.it e del suo servizio Prestiti.it, dopo aver analizzato un campione di oltre 400.000 domande di finanziamento presentate online. Rispetto al 2022, le richieste sono aumentate del 6,6%. «Oggi curarsi è diventato sempre più oneroso, anche alla luce del maggior ricorso alla sanità privata», spiega Aligi Scotti, direttore divisione prestiti di Facile.it, «Servirsi del credito al consumo può essere una strategia per alleggerire l’impatto di queste spese sul bilancio familiare, evitando così di andare in sofferenza o, peggio, di rinunciare a curarsi». Il prestito personale, chiesto dagli italiani che non potevano pagarsi l’assistenza sanitaria privata, è stato in media di 6.152 euro, in leggero ribasso (-4%) rispetto all’anno precedente, con una durata media del finanziamento passata da 56 mesi a 50 mesi. La riduzione dell’importo può essere dovuta all’aumento dei tassi di interesse: se nel 2022 il Taeg medio era del 9,41%, nel 2023 è salito al 10,86%. Un +15,4% che ha reso il finanziamento oltremodo costoso, anche se inevitabile per ottenere cure o interventi in tempi brevi, rispetto alle scandalose liste di attesa del Ssn. Nell’analisi di Facile.it colpisce che a indebitarsi per pagare cure e visite mediche siano soprattutto fasce giovani. Il 24,9% è di età 45-54 anni, come già detto, e il richiedente ha mediamente 46 anni e mezzo; il 20,9% oscilla tra i 35 e i 44 anni. Al terzo posto (18,6%) ci collocano persone da 55 a 64 anni. Cresce la quota delle donne (42,8% dei casi) che si indebitano per curarsi, mentre per altri prestiti la quota femminile non supera il 28,2%. Sardegna, Marche e Liguria rappresentano le Regioni dove vengono fatte più richieste di finanziamenti.Lo scorso novembre, una ricerca dell’Osservatorio sanità della compagnia assicurativa UniSalute, realizzata insieme a Nomisma, evidenziava che i problemi riscontrati nel Servizio pubblico sono soprattutto i tempi di attesa eccessivi (per l’88% degli intervistati) e il ritardo con cui vengono erogate le prestazioni (per il 50% del campione interpellato). Dal sondaggio emergeva che oltre due italiani su tre (69%) affermavano di essersi rivolti alla sanità privata nell’ultimo anno e un ulteriore 18% pensava di farlo nei prossimi 12 mesi, quindi nel 2024. A dicembre, il rapporto Censis segnalava che per il 75,8% degli italiani è diventato più difficile accedere alle prestazioni sanitarie nella propria Regione, proprio per liste di attesa sempre più lunghe. Il 71,0% dichiarava che in caso di visite specialistiche necessarie, o accertamenti sanitari urgenti, è pronto a rivolgersi a strutture private e a pagare per essere curato. Il 79,1% è molto preoccupato per il funzionamento del Servizio sanitario, l’89,7% non ha dubbi sul fatto che le persone benestanti abbiano la possibilità di curarsi prima e meglio.Di certo, molti cittadini con minori possibilità economiche sono costretti a rinunciare a prestazioni programmate dopo mesi, a volte anche un anno, e così trascurano controlli necessari. Oppure si indebitano, anche per spostarsi in Regioni che offrono una maggior varietà e qualità di strutture sanitarie.Un mese fa, il rapporto di Crea Sanità, centro di ricerca riconosciuto da Eurostat, Istat e ministero della Salute, ha segnalato che le famiglie con problemi economici a causa delle spese sanitarie sono passate dal 4,7% nel 2019, al 5,2% nel 2020, per arrivare ora al 6,1%, percentuale che in numeri assoluti fa 1,5 milioni di nuclei familiari.«Il ricorso alla spesa privata aumenta ed è incompatibile con un sistema universalistico, oltre a essere possibile solo laddove le condizioni economiche dei singoli lo permettano. Per molte cittadine e molti cittadini l’attesa si è trasformata in rinuncia», dichiarava un anno fa Anna Lisa Mandorino, segretario generale di Cittadinanzattiva, presentando il Rapporto civico sulla salute 2023. Aggiungeva: «Ci sentiamo di proclamare noi, questa volta, lo stato di emergenza sanitaria, che scioglieremo quando avremo la prova concreta che le scelte e le politiche stanno andando nella direzione di rafforzare la sanità pubblica».