2023-03-29
L’Italia vieta di produrre carne e alimenti in provetta. Maxi multe e confische
Il nuovo ddl alza una barricata, anche se sarà possibile vendere cibi sintetici importati però solo attraverso canali autonomi. «Non si possono escludere danni per la salute».Un vecchio proverbio toscano, patria della fiorentina da Chianina, dice: «È meglio aver paura che toccanne». Il ministro della sovranità alimentare Francesco Lollobrigida con tutto il governo ha messo le mani avanti. Forse «scottati» dalla polvere di grillo e dalle larve della farina che l’Europa ha sdoganato, ha deciso di salvare la scottona e ieri il Consiglio dei ministri ha approvato un disegno di legge che vieta i cibi sintetici e prevede pesanti sanzioni. Lollobrigida lo aveva anticipato varando i quattro decreti che impongono un’etichettatura chiara e spazi riservati per la commercializzazione degli insetti destinati ad alimentazione umana. «Ognuno è libero di mangiare ciò che ritiene», aveva detto, «ma è nostro dovere rendere il consumatore consapevole, gli insetti sono comunque alimenti naturali, su quelli di sintesi e artificiali saremo drastici. Anche perché non si possono escludere effetti negativi sulla salute». Un tema sottolineato anche ieri dai ministri Lollobrigida e Schillaci, alla Salute. Durante la conferenza stampa di presentazione del provvedimento, è stato anche ribadito il no del governo alla richiesta dell’Irlanda di etichettare il vino come le sigarette. Detto fatto. Ieri il governo - mentre davanti a Palazzo Chigi i giovani di Coldiretti guidati dalla loro leader Veronica Barbati, dal segretario generale Vincenzo Gesmundo e dal presidente Ettore Prandini inscenavano un flash mob al grido di: «Contro il cibo in provetta è meglio la vera porchetta» - ha bloccato in anticipo la possibilità che in Italia si produca e venda cibo costruito in laboratorio. Il vero pericolo viene dal latte, dalle uova, dalla carne e dal pesce riprodotti attraverso acceleratori cellulari partendo da staminali. Il provvedimento varato dal Consiglio dei ministri recita: «È vietato agli operatori del settore agroalimentare e a quelli del settore dei mangimi impiegare nella preparazione degli alimenti, bevande e mangimi, vendere, detenere per vendere, importare, produrre per esportare, somministrare oppure distribuire per il consumo alimentare alimenti o mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o da tessuti derivanti da animali vertebrati». Le sanzioni vanno da 10.000 a 60.000 euro e si può arrivare alla confisca del 10% del fatturato annuale se questo supera i 60.000 euro. Il governo non può però impedire che in altri Paesi questi alimenti vengano prodotti e per questo il ddl, per evitare gli strali della Commissione europea che invece è entusiasta dei cibi Frankenstein, prevede che ci debbano essere dei canali differenziati, autonomi e perfettamente identificabili di distribuzione di queste sostanze. Ursula von der Leyen - presidente della Commissione - della possibilità di produrre carne da cellule staminali ne ha discusso con il primo finanziatore di questo progetto che è Bill Gates. Frans Timmermans, vicepresidente della Commissione, è convinto che la zootecnia sia nemica dell’ambiente al punto che nella sua Olanda fa chiudere le stalle e installare i bioreattori per produrre la finta carne. Infine l’Efsa - l’ente europeo che sorveglia sulla salubrità degli alimenti - ha già ricevuto la richiesta per la commercializzazione della carne prodotta da cellule. Negli Usa i polli artificiali hanno via libera. A Singapore le bistecche finte si vendono già da due anni, in Israele le offre il ristorante Chicken di Tel Aviv che però fa firmare una liberatoria ai clienti per evitare guai se dovessero sentirsi male. In Europa la sperimentazione e la produzione di carne artificiale è in fase molto avanzata. La si fa in Spagna dove opera la Biotechfoods, in Olanda, dove il governo ha stanziato 85 milioni per la start up Mosa meat e il Parlamento ha autorizzato l’assaggio della finta carne, in Danimarca, dove la Remlink ha investito 120 milioni per i reattori che fabbricano latte sintetico (compreso quello materno) e la Nestlé ha un programma «per comprendere il potenziale delle future alternative alla carne». Quasi ovvio che Wolfgang Gelbmann, senior scientific officer dell’Efsa, abbia sentenziato: «Prima o poi entrerà nel mercato alimentare Ue, è realtà». Per poi s’intende la fine di quest’anno. Che ci sia un coro di nutrizionisti e di scienziati che intonano dubbi su cancerogenità, zoonosi e alterazioni metaboliche non conta. Anche perché il business è grosso. Carni sostenibili stima che si arriverà a livello mondiale a 290 miliardi di dollari entro il 2035 con una produzione di 97 milioni di tonnellate. Per la Barkley bank la posta è di 450 miliardi di dollari. A rimetterci è la zootecnia agricola. Per questo la Coldiretti che ha già raccolto 500.000 firme contro i cibi sintetici con una petizione oggi a Cibustech a Parma inscenerà un sit in di protesta. Secondo la Cia la zootecnia in Italia muove 40 miliardi di fatturato a fronte di appena il 5,2% di emissioni CO2 italiana, che tutta insieme rappresenta meno dell’1% delle emissioni mondiali. In Europa il 40% del valore dell’agricoltura è prodotto dagli allevamenti dove operano 3,6 milioni di aziende. Viene da dire che stavolta l’Italia è in vantaggio.
Jose Mourinho (Getty Images)