2024-05-31
L’Italia spaccata? Sì, ma dai viceré di sinistra
Michele Emiliano (Imagoeconomica)
«Il Pd si oppone con forza all’autonomia differenziata che indebolisce la coesione sociale, impoverisce le aree interne e il Sud nel campo della sanità, della scuola, dell’occupazione e delle politiche energetiche. In una parola: spacca l’Italia».È questa la posizione ufficiale che si può leggere sul sito del Partito democratico. Peccato che non solo, come ho raccontato ieri, l’autonomia regionale sia stata cavalcata dalla stessa sinistra quando c’era da fermare la Lega di Umberto Bossi, ma che anche adesso, a operare per ottenere un’autonomia di fatto, siano gli stessi governatori del Pd. Di esempi ce ne sono a dozzine e tra gli ultimi si distinguono le decisioni di Michele Emiliano, il quale a quanto pare è convinto che la Puglia sia una Regione autonoma, dove il presidente può fare e disfare come gli pare. Il caso che vi raccontiamo oggi è piuttosto emblematico: nella Regione amministrata dall’ex pm è stato approvato un documento che impone agli studenti della scuola di specializzazione per infermieri di vaccinarsi con la quarta dose, pena essere esclusi dalle lezioni. Che cosa c’entra il richiamo vaccinale con gli esami da superare non è noto. Soprattutto, non si comprende come si compendi il provvedimento con l’articolo 32 della Costituzione, che durante il Covid fu scavalcato adducendo la necessità di agire con urgenza per fermare i contagi, ma adesso che l’epidemia non c’è resta un pilastro a difesa della libertà di cura. «Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana», sta scritto nella Carta su cui si fonda la nostra Repubblica. E certo una legge regionale non può imporre qualche cosa che contrasta con le disposizioni nazionali e del ministero della Salute. Ma nella repubblica incontrastata di Bari, anzi nel Regno di Puglia, Sua Maestà Emiliano, a quanto pare, pensa che sia compito suo costringere i riottosi studenti a offrire il braccio alla patria. Del resto, che il governatore consideri il territorio a lui affidato fuori dalla giurisdizione italiana, lo dimostra anche la sua reazione, sempre ieri, alla decisione del governo di impugnare la legge regionale sulla gestione del servizio idrico. Palazzo Chigi ha contestato la norma che consente di aggirare la gara per l’affidamento del servizio, lasciando la gestione a quel carrozzone che si chiama Acquedotto pugliese, ed Emiliano ha accolto la decisione definendola addirittura «un atto di guerra».Casi isolati che riguardano un governatore un po’ sopra le righe? Niente affatto e per capirlo è sufficiente gettare l’occhio in Campania, dove il presidente Vincenzo De Luca (quello rimasto muto di fronte alla battuta di Giorgia Meloni che gli ha ricordato in pubblico, stringendogli la mano, l’offesa che lui le rivolse qualche mese fa) addirittura si rifiuta di applicare le leggi sul dimensionamento della scuola, e in passato anche di rispettare le norme per il contrasto all’abusivismo edilizio e la legislazione sull’uso della cannabis. Sì, pure De Luca si sente viceré, e pensa di poter fare quello che gli pare in barba alla legislazione nazionale. Da un lato accusa la maggioranza di centrodestra di voler impoverire il Mezzogiorno e da novello Masaniello capeggia una rivolta in nome dell’unità nazionale, ma dall’altro lui è il primo disgregatore, atteggiandosi a sovrano della Campania.Un altro esempio di come i governatori della sinistra intendano l’unità del Paese è rappresentato dalla legge varata in Emilia-Romagna sul fine vita. Qualche mese fa, la giunta Bonaccini ha votato una delibera per autorizzare il suicidio medicalmente assistito negli ospedali della Regione e il governo, che ritiene di avere competenza esclusiva sulla materia, ha impugnato la decisione davanti alla Corte costituzionale. Il solito braccio di ferro su questioni non chiare nella riforma del titolo quinto varata dalla sinistra prima delle elezioni del 2001, anche in questo caso per fare concorrenza alla Lega? No, uno sgambetto bello e buono, fatto nel tentativo di guadagnare qualche voto a sinistra, fra le fila dei Radicali, da sempre attivi sul tema. Così, dall’acqua al fine vita, dalle case abusive messe in regola per fare un piacere agli speculatori, dalla cannabis ai vaccini, le regioni guidate dal Pd vanno per la loro strada. Altro che no all’autonomia regionale, come sostengono Elly Schlein e compagni, i primi ad attuarla e a spaccare l’Italia sono i governatori della sinistra.