2018-04-12
Non c'è solo la Siria. L'Italia non vuole vedere che cosa succede in Libia: ecco le foto di Bengasi
True
Sdegno per la situazione a Damasco, con mobilitazioni da parte della comunità internazionali fino all'escalation che ha creato lo scontro tra Usa e Russia, ma nessuno osa parlare degli scontri che colpiscono Bengasi e la Cirenaica. E' l'Italia, al solito, a tacere su un conflitto che va avanti da anni, con la distruzione di intere città. Le foto che vi mostriamo sono quelle di una regione devastata e di quartieri dove un tempo sorgevano i palazzi reali celebrati per lo stile liberty. Il generale Khalifa Haftar che controlla la zona e ha allontanato le brigate dell'Isis sarebbe a Parigi dopo un ictus. Negli ultimi mesi non ha ricevuto aiuti dall'Ue e tanto meno da Roma. Ora non c'è più niente. Ma perché questo silenzio? I motivi sono svariati. Innanzitutto ci sono gli accordi di tipo commerciale - Eni resta tra le principali aziende impegnate nell'estrazione del petrolio - ma è soprattutto il tema dei migranti a creare maggiori imbarazzi alle nostre diplomazie, dopo gli accordi del ministro degli Interni Marco Minniti con le municipalità libiche. Non solo. Il generale Khalifa Haftar, l'uomo forte di Tobruk con l'Italia ha un rapporto difficile: minacciò di bombardare le nostre navi della Marina Militare lo scorso anno dopo che il governo di Roma si è schierato unilateralmente con Tripoli. I palazzi nell'area del porto di BengasiLa VeritàA marzo l'Unione Europea, sotto la regia dell'Italia ha stanziato 50 milioni di euro per i distretti dell'ex Paese di Gheddafi. La Cooperazione Italiana dirigerà le operazioni dal punto di vista tecnico e socio economico. E c'è molto lavoro da fare. Bengasi è tra le città più colpite dalla guerra. Gli attentati si succedono. Il 24 gennaio scorso due autobombe sono esplose quasi simultaneamente nel quartiere centrale di Al Salmani uccidendo almeno 22 persone e ferendone oltre quaranta. A mettere a ferro e fuoco la città è stata la cellulare terroristica del Consiglio della Shura dei Rivoluzionari di Bengasi, gruppo di milizie jihadiste che si oppongono proprio ad Haftar. Il gruppo ha colpito anche a inizio febbraio. La moschea Abu Huraira è stata l'obiettivo di un attentato. Pochi giorni fa Il leader del partito libico Giustizia e costruzione, che fa capo ai Fratelli musulmani, Mohammed Sawan, ha accusato di terrorismo il gruppo armato della Shura di Bengasi. il politico ha preso le distanze dalla formazione spiegando che «gruppi come Ansar al Sharia, al Qaeda e lo Stato islamico sono sempre stati di matrice terroristica. Siamo contrari a chi non crede nel processo politico e nelle elezioni». Sawan ha anche attaccato il generale Haftar, che «nel combattere il terrorismo ha commesso molti crimini e violazioni dei diritti umani». In questo palazzo un tempo sorgeva l'università cittadinaLa VeritàDa Bengasi intanto arriva la notizia che il generale Haftar sia stato colpito da un grave malore, un infarto o un ictus, e che le sue condizioni di salute siano così instabili al punto che l'uomo forte della Cirenaica, dopo una tappa nel reparto di terapia intensiva in Giordania, sarebbe stato ricoverato in un ospedale in Francia per ricevere cure urgenti. Sebbene fonti vicine al generale smentiscano categoricamente la notizia, il sito Libyan Express ha rilanciato l'indiscrezione sottolineando la gravità del suo stato di salute. Palazzi distrutti nell'area del porto La VeritàLo scorso settembre il ministro della Difesa Roberta Pinotti e Minniti hanno incontrato Haftar a Roma, dopo che nei mesi precedenti avevano preferito la figura di Fajez Serraj, ovvero il titolare del governo riconosciuto dall'Onu. Haftar aveva promesso un cessate il fuoco contro Serraj, ma tutt'ora la situazione è tesa. E Bengasi continua a subirne le conseguenze. Senza ricevere aiuti dal nostro Paese a differenza di Misurata o altri centri urbani. Eppure Bangasi è strategica e non è possibile pensare che l'Europa si relazioni con la Libia senza dialogare con tutte le forze.
Bologna, i resti dell'Audi rubata sulla quale due ragazzi albanesi stavano fuggendo dalla Polizia (Ansa)