
Dopo la crisi ucraina, Roma si è rivolta al paese del Golfo per compensare i flussi russi tagliati. Oggi siamo il maggior importatore di Lng qatarino nell’Unione.Il clamoroso affaire della sospetta corruzione al Parlamento europeo coinvolge uno dei maggiori fornitori di energia del nostro continente, il Qatar. Le pesanti accuse rivolte a parlamentari e funzionari di Bruxelles riguardano al momento ambiti come i mondiali di calcio e le linee aeree, con il settore energetico che parrebbe non essere toccato dalle indagini degli inquirenti belgi. Tuttavia, anche in assenza di illeciti in questo campo, certamente l’inchiesta getta un’ombra sui rapporti tra l’Unione europea e il piccolo emirato.Qatar Energy rifornisce l’Europa di gas naturale liquido (Lng) da molti anni. Non a caso, è proprio al Qatar che si è rivolta l’Europa quando questa, a partire dalla scorsa primavera, ha deciso di sostituire il gas proveniente dalla Russia via gasdotti con altre fonti. Il Qatar è in effetti uno dei maggiori produttori ed esportatori di Lng, con cui i rapporti d’affari sono antichi e consolidati. Nel 2021, il Qatar ha esportato 110 miliardi di metri cubi di Lng, 25 dei quali in Europa. Il mercato più grande per il Lng qatarino è l’Asia, con grandi clienti quali Corea del Sud, Giappone e Cina.Dal gennaio scorso ad oggi l’Europa (compreso il Regno Unito) ha importato dal Qatar 27,3 miliardi di metri cubi. Di questi, 7,5 sono finiti in Uk, 6,4 in Italia, 5,8 in Belgio, 2 in Polonia, 1,8 in Francia. Per la fine dell’anno si saranno raggiunti i 30 miliardi di metri cubi importati dal Qatar, record storico per l’Europa. Sui circa 190 miliardi di metri cubi di Lng importati dall’Europa nel 2022 (stima a fine anno) le forniture qatarine ammonterebbero al 16% circa.L’Italia è dunque al momento il maggior importatore di Lng dal Qatar tra i Paesi dell’Unione europea. In particolare, risulta che Eni abbia un contratto da circa 2,8 miliardi di metri cubi nominali all’anno che termina nel 2027. Edison dispone di un contratto da circa 6 miliardi di metri cubi nominali all’anno che scadrà nel 2034 ed Enel di un contratto che scade nel 2025 da 1 miliardo di metri cubi nominali all’anno. Complessivamente, le tre aziende disporrebbero di un portafoglio di contratti di acquisto di Lng pluriennali per circa 25 miliardi di metri cubi all’anno, per cui le quantità dal Qatar rappresentano circa il 40% del portafoglio. Ma non è tutto: nel mese di ottobre Saipem si è aggiudicata un nuovo contratto del valore di circa 4,5 miliardi di dollari da Qatargas, per un progetto al largo della costa nordorientale del Qatar cui fornire progettazione e installazione di due sistemi di compressione. A metà novembre, Qatar Energy aveva annunciato di aver concluso un maxi accordo con la Cina per la fornitura di 5,6 miliardi di metri cubi all’anno per 27 anni a partire dal 2025.La Germania, dopo lungo corteggiamento, ha annunciato a fine novembre di aver firmato un contratto di lungo termine per l’acquisto di Lng dal Qatar. L’accordo prevede la fornitura di 2,8 miliardi di metri cubi di gas all’anno a partire dal 2026 e per 15 anni, gas destinato al terminale di rigassificazione di Brunsbuettel, che sarà pronto appunto nel 2026. Il volume in arrivo dal Qatar copre circa il 6% della domanda tedesca ad oggi ed è essenziale per l’equilibrio energetico europeo. Con lo scoppio del Qatargate non sono mancate le voci critiche nei confronti del governo tedesco. L’eurodeputato cristiano-democratico tedesco Dennis Radtke (Cdu) chiede un rigetto dell’accordo con l’emirato. Poiché l’accordo sul gas si applicherà dal 2026, secondo Radtke il governo tedesco ha «abbastanza tempo per cercare alternative».Naturalmente, il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck, padre dell’accordo, non ci pensa neppure e vuole mantenere le forniture di gas dal Qatar. Lo scorso martedì Habeck ha detto a Bruxelles, a margine della riunione dei ministri dell’Energia, che il contratto di lungo termine con il Qatar non può essere confuso con una questione di presunta corruzione di funzionari europei: «Sono due cose diverse», ha risposto seccamente il ministro alla domanda di un giornalista.Vi è da notare che nel giugno del 2018 la direzione generale per la concorrenza della Commissione europea aveva aperto un fascicolo per presunte pratiche anticoncorrenziali di Qatar Energy (allora Qatar Petroleum) proprio legate all’export di Lng. Secondo l’ipotesi accusatoria (caso AT.40416), il Qatar avrebbe imposto agli acquirenti di non poter rivendere a terze parti il gas acquistato. Il fascicolo, dopo aver accumulato polvere per quasi tre anni, è stato chiuso frettolosamente a marzo (comunicato stampa del 31 marzo della Dg Competition), un mese dopo l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina, quando già l’Unione europea aveva deciso di fare a meno del gas russo. Il comunicato esonera Qatar Energy da ogni responsabilità e dichiara che le pratiche anticoncorrenziali in realtà non ci sono mai state. L’inchiesta belga sulla corruzione al Parlamento europeo sta procedendo rapidamente e non è ancora chiaro sin dove potrà arrivare. Considerata l’importanza dell’approvvigionamento dal Qatar per l’Europa, il lato politico della vicenda si presenta delicatissimo. Una valutazione delle possibili ripercussioni dell’inchiesta sulla sicurezza energetica dell’Unione appare quanto mai necessaria.
Giulia Buongiorno (Ansa)
La proposta è rimandata per supplementi di indagine. Giulia Bongiorno: «Scriverla bene».
«C’era un accordo politico importante, alla Camera c’è stato un voto unanime su questa legge, i massimi vertici dei gruppi parlamentari si erano stretti la mano e ciò ora significa che stringersi la mano con questa destra non vale niente perché all’ultimo momento si può tornare indietro, smentendo addirittura un voto unanime del parlamento. E hanno deciso di farlo proprio oggi, il 25 novembre (giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ndr)». È uscito dalla commissione Giustizia del Senato sbraitando che la destra ha stracciato l’accordo sul ddl stupro, il senatore di Italia viva Ivan Scalfarotto.
Nel riquadro la produttrice Giulia Maria Belluco (iStock)
La produttrice di «C14» Giulia Maria Belluco spiega: «Ci abbiamo messo cinque anni per scrivere la sceneggiatura. Le riprese saranno girate l’anno prossimo tra Veneto e Alto Adige». Si cercano ancora due attori internazionali...
Nasce in Veneto un film, C14, sulla Sacra Sindone, la più importante reliquia della cristianità, la cui storia è trapunta di dispute per verificarne scientificamente l’autenticità. Una nota ricerca britannica del 1988 con il radiocarbonio-14 la datò tra il 1260 e il 1390, negando che sia il sudario che ha avvolto il volto di Cristo. Analisi successive, tuttavia, hanno confutato tale risultato, come quelle del professor Giulio Fanti, dell’università di Padova, consulente della sceneggiatura, intervistato dalla Verità il 14 novembre 2024. La produttrice del film è Giulia Maria Belluco, 35 anni, nata a Treviso. Vive a Bassano del Grappa (Vicenza) ed è titolare della EriadorFilm. «L’ho acquisita nel 2023» spiega «con l’obiettivo di portarla sul mercato internazionale attraverso collaborazioni con Paramount, Discovery, Magnolia, Hallmark con le quali abbiamo fatto co-produzioni e produzioni esecutive qui in Italia. Una delle più viste è quella sulla famiglia Stallone, girata tra Puglia e Lazio».
Pier Paolo Pasolini (Getty Images)
Oggi il discusso evento sui lati conservatori del grande scrittore. La sinistra grida alla lesa maestà, eppure ha avallato per anni ricostruzioni farlocche sulla sua morte, al fine di portare avanti astruse piste politiche. E il vero vilipendio è proprio questo.
Il convegno su Pier Paolo Pasolini organizzato da Fondazione Alleanza Nazionale e dal Secolo d’Italia che si terrà oggi pomeriggio a Roma, il cui fine - come da titolo: «Pasolini conservatore» - è quello di dibattere (con il contributo di numerosi relatori tra cui il critico letterario Andrea Di Consoli, certamente non vicino alla destra politica) gli aspetti dell’opera e del pensiero pasoliniani che appaiono in conflitto con la sua area ideologica di appartenenza, quella comunista, è vissuto dalla sinistra italiana letteralmente come un sacrilegio. Nonostante dai curatori dell’evento sia già stato chiarito in tutte le maniere possibili che scopo del convegno è unicamente promuovere una discussione, senza nessuna volontà di «annettere» PPP - operazione che non avrebbe d’altronde senso alcuno - al pantheon culturale della destra, a sinistra si è addirittura giunti a gridare alla «profanazione», come fatto ieri, a botte di gramscianesimo mal digerito, dal professor Sergio Labate sul quotidiano Domani.
Gaia Zazzaretti prima e dopo il vaccino (iStock)
L’ex karateka Gaia lo sente in tv e sceglie di porgere il braccio. Poi, la malattia neurologica. Ma la virostar nega il nesso.
È vero che non se ne può più di «burionate». Ma come si può passare sotto silenzio gli ultimi post della virostar più famosa d’Italia, mentre continua a disinformare e contemporaneamente ridicolizzare persone danneggiate dal vaccino anti Covid chiamandoli #sorciscemi, senza alcun rispetto anche del diritto, di tutti noi, a essere informati correttamente su questioni che riguardano la salute, specie da chi dovrebbe avere, come lui, il dovere di dare informazioni corrette?






