2025-02-07
Italia denunciata alla Cpi per Almasri. Tajani: «Bisogna indagare la Corte»
Antonio Tajani (Imagoeconomica)
Per «Avvenire» Meloni, Nordio e Piantedosi sono sotto inchiesta per il caso del generale libico. Toghe e fonti di governo smentiscono tutto ma confermano la lettera con le accuse. Conte sbraita: «Esecutivo vergognoso».È stato trasmesso dai legali di un rifugiato sudanese l’atto finito sul tavolo dei giudici della Corte penale internazionale che li ha spinti ad avviare un fascicolo di indagine sull’operato del governo italiano. L’ipotesi di accusa è «ostacolo all’amministrazione della giustizia ai sensi dell’articolo 70 dello Statuto di Roma» in relazione alla vicenda dal generale Almasri. Nella denuncia ricevuta dall’Ufficio del procuratore, trasmessa al cancelliere e al presidente del tribunale internazionale, sono indicati i nomi di Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.La notizia dell’apertura di un fascicolo di indagine, diffusa dal sito del quotidiano Avvenire, viene presto smentita da fonti del governo che chiariscono: «Non esiste a oggi alcun procedimento aperto contro l’Italia dalla Corte penale internazionale. Il rifugiato sudanese», viene spiegato ancora, «ha inviato una mail all’indirizzo mail dedicato dell’ufficio del procuratore. Le comunicazioni sono moltissime, ognuna viene vagliata e solo se ritenuta fondata può originare un procedimento, che richiede mesi. Il tutto viene di solito tenuto riservato, salvo che lo stesso denunciante non lo riveli al pubblico, cosa che pare essere avvenuta in questo caso». Più tardi arriva la conferma della Cpi: «Al momento presso la Corte non vi è aperto alcun caso contro esponenti italiani».Il commento a caldo del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è il più duro: «No comment sulla Cpi, ho molte riserve sul comportamento della Corte su questa vicenda. Forse bisogna aprire un’inchiesta sulla Corte penale, bisogna avere chiarimenti su come si è comportata. Comunque, confermo: l’atto inviato all’Italia era nullo, condivido al 100% quello che ha detto il ministro Nordio». Tajani già in passato si era mostrato severo con l’organismo internazionale. A fine novembre del 2024, interrogato sull’eventuale arresto di Benjamin Netanyahu dopo il suo mandato di cattura, aveva risposto: «Noi sosteniamo la Cpi ma la Corte deve agire puntando sul diritto e non sulla politica ed è inconcepibile mettere sullo stesso piano un terrorista che ha pianificato omicidi di israeliani casa per casa con un capo di governo eletto democraticamente e amico dell’Occidente, anche se poi non si è d’accordo su come ha reagito a Gaza». Il ministro degli «Esteri già in quell’occasione aveva espresso dubbi sulla tempistica: «Ho qualche dubbio sulla sua utilità in questo momento in cui, invece, bisogna arrivare alla pace perché, se si attacca un contendente in modo così forte, è più difficile arrivare a un accordo di pace».Nordio, appresa la notizia ha commentato: «Credo che ormai, a questo mondo, tutti indaghino un po’ su tutto», ha sentenziato il Guardasigilli facendo sapere che, nei prossimi giorni, potrebbe formalizzare alla Corte penale internazionale una richiesta di spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto del generale libico Almasri.Puntuale il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri: «Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei. Che la Corte penale internazionale trovi in uno come Giuseppe Conte un suo strenuo difensore, rafforza in noi i dubbi che abbiamo su questo organismo. Del resto, la Cpi ha assunto iniziative incredibili, come la richiesta di arresto di Netanyahu, che sta difendendo il popolo di Israele e gli ebrei da un’aggressione e da un tentativo di sterminio, e ha come procuratore, tale Karim Ahmad Khan, che fu avvocato di personaggi ricercati per crimini internazionali tra i quali il figlio di Gheddafi e il despota Ruto. Quando un organismo internazionale ha bisogno di essere difeso da uno come Conte si dovrebbe fare una domanda».Il leader pentastellato non si dice sorpreso «perché il governo italiano si è reso responsabile di aver sottratto alla giustizia internazionale un criminale, un boia, stupratore di bambini, sul quale prendeva un mandato di arresto». Poi ha aggiunto: «Questo governo ha avuto un comportamento vergognoso. Adesso ne risponderà anche alla Corte penale internazionale. Il ministro Tajani ha detto che andrebbe indagata la Corte, io da cittadino italiano dico: no ministro Tajani, siete voi che dovete rispondere di questa violazione gravissima di fronte alla giustizia internazionale e al popolo italiano».«La notizia dell’apertura di un fascicolo sull’operato del governo italiano da parte della Corte penale internazionale era inevitabile» ha detto Matteo Orfini, parlamentare del Partito democratico. «Il ministro Nordio ha di fatto presentato una difesa d’ufficio di un torturatore, attaccando chi cercava di arrestarlo e fare la cosa giusta. È evidente che la Corte penale abbia motivo di sollevare obiezioni, soprattutto alla luce delle dichiarazioni dello stesso ministro della Giustizia, che ha ammesso di non aver rispettato la legge. Quest’ultima prevede, infatti, un automatismo nella procedura: non spettava e non spetta a lui eccepire sugli atti della Corte penale internazionale. La legge non lo prevede» Il segretario dem, Elly Schlein, non va nel merito della denuncia alla Cpi, ma commenta l’informativa di Nordio che, a suo parere, «ha aperto uno scontro senza precedenti con la Cpi, frutto delle contraddizioni del governo e della scelta che Meloni non ha avuto il coraggio di spiegare. La verità è sotto gli occhi di tutti: Giorgia Meloni ha impedito che un criminale internazionale venisse assicurato alla giustizia, riaccompagnandolo con tutti gli onori laddove può continuare a commettere i suoi crimini».
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
Elbano De Nuccio, presidente dei commercialisti (Imagoeconomica)
Pier Silvio Berlusconi (Ansa)