Il bilancio, ancora provvisorio, è di 153 vittime e 105 feriti. Il presidente Yoon Suk-yeol ha annunciato che il periodo di lutto nazionale si estenderà fino al 5 novembre. È il più grande incidente dal disastro del Sewol nel 2014.
Il bilancio, ancora provvisorio, è di 153 vittime e 105 feriti. Il presidente Yoon Suk-yeol ha annunciato che il periodo di lutto nazionale si estenderà fino al 5 novembre. È il più grande incidente dal disastro del Sewol nel 2014. Doveva solo essere una festa di Halloween. La prima, senza tutte le restrizioni imposte dalla pandemia. Eppure, qualcosa è andato storto e la notte di festa a Itaewon, uno dei quartieri più dinamici e multiculturali di Seoul, in Corea del Sud, si è trasformato in tragedia. Quello che sia successo a tra Itaewon-ro, il via principale del distretto e il vicolo adiacente all’Hamilton hotel non è ancora ben chiaro. Le dinamiche esattr, forse, si conosceranno solo al termine dei lavori degli investigatori in campo da ieri notte per ricostruire gli avvenimenti. Tutto inizia intorno alle 19. Itaewon è sovraffollata. Persone che bevono, ballano, cantano. I locali pullulano di turisti e locals intenti a festeggiare il primo Halloween di libertà. Sui social si susseguono video di persone che si divertono e quelli di chi “scappa” da quartiere per il troppo caos. Secondo le prime stime della polizia locale, circa 100.000 persone si trovavano nel cuore di Itaewon al momento del disastro. Tutto sembra procedere senza particolari intoppi, ma alle 22.40 qualcosa cambia. Le agenzie di stampa coreane iniziano a parlare di improvvisi decessi nell’area di Itaewon. La prima notizia parla di 50 morti per arresto cardiaco. Online iniziano a rincorrersi messaggi che invitano a non accettare caramelle e dolci nell’area di Itaewon perché potrebbero essere drogati. Altri parlano di coprire naso e bocca e allontanarsi il più rapidamente possibile dall’area. Si crea il caos. Con centinaia di persone che si riversano nel vicolo adiacente all’Hamilton hotel e che collega Itaewon all’arteria stradale principale. I presenti sulla scena, ancora adesso, non comprendono cosa possa essere successo. Quel che è certo è che, improvvisamente, qualcosa è cambiato. I vigili del fuoco riportano di aver ricevuto 81 telefonate di persone che segnalavano difficoltà di respirare. Forse per la troppa calca creatasi in un vicolo così stretto da poter ospitare, a fatica, sei persone una a fianco dell’altra e che ha invece tenuto in ostaggio centinaia di persone, ammassate, per circa un’ora e mezza. I video che inziano a scorrere sui social vedono persone inermi in mezzo alla strada a cui viene effettuato un massaggio cardiaco di emergenza in mezzo alla folla e varchi attraverso cui i primi soccorritori accompagnano di fretta i feriti verso le 145 ambulanze arrivate nell’area a prestare soccorso. Dopo poche ore, la scena è agghiacciante: corpi riversi a terra con il volto coperto dalle maglie a indicare le vittime, teli blu e sirene ovunque. Il bilancio, non ancora definitivo, è di 153 morti, di cui 20 stranieri e 105 feriti. Di questi ultimi, 19 sarebbero in condizioni gravissime e i medici fanno sapere che il contatore di morti potrebbe aggiornarsi nelle prossime ore. Le autorità hanno chiesto a chiunque si trovasse nella zona, di contattare immediatamente i medici nel caso in cui rilevassero, nelle prossime ore, sintomi sospetti e forti mal di pancia. Le dimensioni dell'incidente e il numero di persone presenti sulla scena hanno richiesto diverse ore ai vigili del fuoco e alla polizia per completare i soccorsi. Poiché il numero di persone che necessitavano di rianimazione d'emergenza era superiore a quello dei paramedici, i volontari si sono uniti ai frenetici sforzi per salvare le vittime. Nelle prime ore del mattino, il Centro comunitario di Hannam-dong, che riceveva le persone scomparse dalla grande calca di Itaewon, è stato bombardato da telefonate di persone che dicevano di essere la madre, il padre o un conoscente di una persona scomparsa. Secondo il centro, alle 17 di domenica erano state segnalate 4.024 persone scomparse. La Corea del Sud è entrata in un periodo di lutto nazionale di una settimana (fino alla mezzanotte del 5 novembre) per le vittime della “stampede di Itaewon”. «In seguito alla direttiva del presidente, il governo ha deciso di osservare un periodo di lutto nazionale fino alla mezzanotte del 5 novembre, durante il quale la nazione piangerà le vittime», ha dichiarato il primo ministro Han Duck-soo durante un briefing con i media. Durante questo periodo, tutti gli uffici governativi e le missioni all'estero abbasseranno le bandiere a mezz'asta e cancelleranno o rinvieranno gli eventi pubblici non essenziali. Yongsan-gu, il distretto in cui si è verificato l'incidente, è stato dichiarato zona speciale di disastro e saranno erogati sussidi alle famiglie in lutto e ai feriti. Con l'aumento del numero di morti nella notte, il presidente Yoon Suk-yeol e l'ufficio presidenziale hanno risposto convocando diverse riunioni di emergenza e lanciando messaggi al pubblico. Domenica mattina Yoon ha tenuto un discorso non programmato, ordinando a tutti i ministeri e alle agenzie competenti di fare «ogni sforzo per fornire prontamente aiuto alle vittime» e ha definiti la calca della folla della notte precedente una «tragedia e un disastro che non sarebbe dovuto accadere». I partiti al governo e all'opposizione hanno dichiarato una tregua nella loro aspra disputa su molteplici questioni e hanno espresso la volontà di lavorare insieme per affrontare l'incidente senza precedenti e prendere misure nei confronti delle famiglie colpite. Nel frattempo, la polizia da ore lavora per controllare in dettaglio lo stato dell'incidente, grazie alle telecamere di sicurezza installate nel vicolo dietro l'Hamilton Hotel e ai video in loco al momento dell'incidente pubblicati sui social network. Tra le voci, non confermate, sulle cause dell’incidente, vi sono l’accalcarsi di persone all’esterno di un locale per osservare alcune celebrità all’interno e la distribuzione di caramelle contenenti tranquillanti e droghe. Nessuna di queste teorie è stata tuttavia confermata dal governo e dalla autorità locali che chiedono massima cooperazione e riserbo fino alla fine delle indagini. Con un bilancio di morti in continua crescita, la notte di Itaewon è il primo disastro dal Sewol nel 2014.
Ansa
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Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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