Cinque anni d'attesa e almeno 5.000 euro per possedere una «it bag»
- Le borse più famose della storia della moda continuano a sedurre migliaia di donne. Un viaggio nella storia delle it bag più famose, dalla Kelly di Hermès alla Luggage Tote di Celine, senza dimenticare la creazione di Gianfranco Ferrè per Dior e l'indimenticabile 2.55 di Chanel.
- Valentina Curzi di Vic Matié racconta la sua ultima collezione e afferma: «La donna è cambiata e nella vita di tutti giorni preferisce la comodità dello zaino o del marsupio»
- Philip Karto ha dato vita a un nuovo business colorando gli accessori più tradizionali con graffiti o frasi celebri.
Lo speciale contiene due articoli e tredici box.
Dimmi che borsa porti e ti dirò chi sei. Perché una determinata borsetta può fare davvero la differenza, biglietto da visita che apre le porte più di un sorriso smagliante. Donne famose hanno reso celebri modelli a loro volta diventati simbolo di eleganza e prestigio. Le chiamano «it bag» autentici oggetti del desiderio per le quali si fanno sacrifici immani, si delapidano stipendi, si fanno liste di attesa di anni (furbizia che contribuisce come nulla mai ad accrescere il desiderio).
A dare il là fu Grace Kelly. La borsa di Hermès prese il nome da un «momento glamour» del 1956, quando la Kelly (attrice, icona della moda e principessa di Monaco) utilizzò il Sac à Dépêches come copertura per nascondere la sua gravidanza. Ricevette la borsa nel 1954 per usarla nel film di Hitchcock Caccia al ladro e se ne innamorò all'istante. Anche se da allora in poi tutti chiamarono la borsa «la Kelly Bag», fu rinominata ufficialmente così solo nel 1977. Non ha mai perso il suo fascino nonostante si sia moltiplicata per sette misure e venga proposta in una marea di combinazioni di colori e materiali. Ci vogliono circa 25 ore per pezzo e ci sono 2600 cuciture a mano. Il record della Kelly più costosa è detenuto dalla Matte Geranium Porosus Crocodile & Pelle Togo nera Sellier con i piedini, di 32 cm., venduta all'asta per 125.000 dollari.
Sempre di Hermès è la Birkin. La storia comincia nel 1984, quando l'attrice Jane Birkin, in volo da Parigi a Londra, suggerì all'allora stilista della maison, Jean-Louis Dumas, di realizzare una borsa per il week-end pratica e organizzata con più tasche, ma che mantenesse lo stile femminile e sofisticato delle creazioni della griffe. Così nacque il modello che ancora oggi porta il suo nome e che d'allora è uno dei più costosi al mondo, simbolo del lusso moderno, tornata di gran moda grazie alla serie televisiva Sex & the City. Tempi di attesa anche di due anni ma può essere affittata a 300 dollari a settimana. Se la Kelly è stata progettata per essere indossata dalle principesse del mondo, e per questo più elegante, la Birkin è più una borsa per tutti i giorni. Creatura legittima di Coco Chanel in persona, la 2.55 deve il suo nome alla data in cui fu svelata: il febbraio dell'anno 1955. Si racconta che Mademoiselle Gabrielle nascondesse nella patta tutte le lettere dei suoi amanti e che la trama impunturata, il tipico matelassé, si ispirasse ai giubbotti dei garzoni di scuderia che Chanel vedeva sulle piste da corsa. La «trapuntina» è un'altra borsa iconica, realizzata con l'idea di una borsa a tracolla per avere le mani libere. Audrey Hepburn l'ha resa famosa ma la Speedy di Louis Vuitton, il pratico bauletto con il lucchetto, una delle borse più note della maison francese, è nata negli anni Trenta, disponibile in cinque diverse misure, è realizzata in canvas - tela gommata - con stampa logo all over. I manici sono in vacchetta naturale, un materiale chiaro che si scurisce con l'utilizzo, mentre le parti metalliche sono in ottone. La Jackie O di Gucci è una hobo bag in pelle da portare a spalla e prende il nome da Jacqueline Kennedy. Nelle foto sui tabloid che la immortalavano in coppia con Aristotele Onassis, dopo la morte di John Fitzgerald Kennedy, non mancava mai sulla sua spalla l'icona di Gucci. Quando nacque la Lady Dior, nel 1994, si chiamava «Chouchou» ma appena due anni dopo fu ribattezzata Lady Dior in onore della principessa Diana che per quella borsa andava «matta». È in agnello con le inconfondibili impunture «cannage», manici da portare a mano, e charm lettering pendenti che formano il nome della maison. È tornata alla ribalta la leggendaria Baguette di Fendi ideata nel 1997 da Silvia Venturini Fendi, immediatamente diventata un'icona. Si porta sotto braccio proprio come i francesi fanno col loro filoncino di pane, e fin da subito s'è vista addosso a personaggi come Madonna, Cate Blanchett, Julia Roberts, Caroline di Monaco, Rania di Giordania, Charlotte di Monaco, Sarah Jessica Parker, Jennifer Lopez. Tre le misure della nuova Baguette che si può anche preordinare online. La più gettonata quella ricoperta di paillettes viola per un effetto 3D. Nuova la Balenciaga Motorcycle, la borsa da città che ha trovato il suo successo quando è diventata la borsa «ufficiale» della It-girl e guru della moda, Mary Kate Olsen. Senza dimenticare la City di Balenciaga la it bag lanciata nel 2003 dal direttore creativo Nicolas Ghesquière che proprio in quegli anni stava tentando il rilancio della maison da quel momento sempre più apprezzata da addetti ai lavori e non.
La Chloe Paddington nasce, invece, nel 2005 e compare al braccio di Kate Moss e Sienna Miller, è una borsa giovane, destrutturata, adatta agli stili bohemien. La Cabas di Saint Laurent si porta a mano, è in pelle e ha l'inconfondibile Y che evoca il vecchio logo Yves Saint Laurent. Disponibile in molti colori e dimensioni. Falabella di Stella McCartney prende il nome da un piccolo pony argentino ma non è di pelle nel pieno rispetto degli animali. L'anima green di Falabella si traduce in materiali eco friendly e cruelty free, come la pelle ecologica e il nylon riciclato: Stella McCartney non usa pelle, piume o pellicce nelle sue collezioni.
In pratica, delle it bag non se ne può fare a meno. Una vera mania. Tanto che la maggior parte sono copiate, imitate, falsificate. Un successo tale che ingolosisce pure i truffatori. Ma si può essere perfette anche con borse che non vantano nomi tanto prestigiosi, a prezzi accessibili e di alta qualità. Basta saper scegliere e il tocco in più della borsa giusta è assicurato.
Valentina Curzi: «La donna è cambiata. Ora alla borsa preferisce lo zaino o il marsupio»
«Si dice che l'abito non fa il monaco e invece è proprio il contrario. Basta guardare con che borsa una donna si presenta per farsene un'idea». Valentina Curzi, handbags designer di Vic Matié, spiega la sua idea sull'oggetto più amato dalle donne il cui significato spesso travalica la borsa stessa. «Ora c'è il grande ritorno dello zaino e del marsupio oggetti più aggressivi che sostituiscono la shopper e che dimostrano quanto sia cambiata la giornata tipo di una donna che ha fretta, lavora, che ha bisogno di praticità senza rinunciare al suo lato femminile. Oggi una donna sta fuori dalla mattina alla sera e, di conseguenza, non può uscire solo con una piccola borsetta. Chi disegna borse, e lo faccio da cinque anni, deve tenere conto di tutte le esigenze quotidiane».
Lei è una stilista di borse, quali sono gli spunti da cui trae ispirazione per le sue creazioni?
«Sono un architetto e tutto parte da lì. È il mio primo amore e non lo scordo, anzi. Anche una borsa ha una sua costruzione architettonica. Il design sta alla base dei miei disegni».
Che nesso c'è tra l'architettura e una borsa?
«Architettura e moda si uniscono molto bene. Sia nelle borse che nell'abbigliamento. Direi che è un'unione perfetta».
L'ultima collezione a cosa si ispira?
«Ho guardato sempre a un genio come Mies van der Rohe. "Less is more" era il principio come fondamento di una nuova architettura, un'architettura che non guardava più allo sfarzo e alla complessità di risultato come qualcosa di buono. Quindi grande attenzione nel mettere dettagli o a toglierli».
Dettagli?
«Tante le proposte. Volumi micro e oversize, pellami e dettagli fluorescenti, cut out con inserti a contrasto, accessori metallici evidenti, tirazip logati definiscono le sacche sportive in nylon imbottito con macro logo che si ripiegano e si impacchettano in una pochette, gli zainetti in pelle e mesh, le cartelle con tasche staccabili, la bucket bag. Nuovi il marsupio con macro piercing declinato in tutti i pellami e i colori della collezione, e la borsa con manici e tracolla: bicolore, è realizzata in materiali contrastanti ed è presentata anche in taglia micro».
Secondo lei, perché le borse hanno tutte un nome?
«Per dare ancora più valore a questo oggetto tanto amato dalle donne. Il mondo di una donna è all'interno di una borsa. Non è più un numero o un articolo ma è quasi una persona. Quindi si deve dare la giusta importanza».
Hermès Kelly
Un prototipo della borsa Kelly - che ancora non aveva questo nome - compare per la prima volta nel 1892 come accessorio per trasportare la sella del cavallo. Dopotutto Hermès affonda le sue radici proprio nell'universo equestre e con il suo logo onora queste origini. Negli anni seguenti però la Kelly cambia e si evolve, passando dal pellame morbido e uno più rigido. E insieme ai materiali anche la forma cambia, diventando più squadrata. La sua prima comparsa ufficiale avviene nel 1954 quando il costumista di «Caccia al ladro» di Alfred Hitchcock decide di inserirla nel guardaroba della protagonista della pellicola: Grace Kelly. È proprio lei che le darà il nome, rendendola una delle borse più ammirate di quegli anni. A oggi esistono oltre 200 combinazioni tra colori e pellami misure, ma all'inizio la Kelly veniva prodotta soltanto in nero, marrone, blu e bordeaux. Il prezzo di base si aggira intorno ai 5.000 euro e per acquistarla bisogna mettersi in lista d'attesa.
Mariella Baroli
Gucci Bamboo Bag
Questa borsa di Gucci, caratterizzata dal manico di bamboo - che le dà anche il nome - nasce più da una necessità che da un guizzo creativo. Ci troviamo infatti in periodo di guerra e sono tante le industrie che non riescono a tirare avanti. Gucci è una di queste. I materiali sono scarsi e così diventa sempre più difficile produrre capi di moda e accessori. C'era però un elemento facile da reperire: il bamboo. Importato dal Giappone, questo materiale, scaldato e incurvato, si prestava perfettamente per sostituire i metalli delle finiture. Nasce così la Bamboo bag, che tra gli anni Cinquanta e Sessanta catturò il cuore di moltissime star hollywoodiane, tra cui Elizabeth Taylor. La borsa, seppur difficile da trovare in negozio, è ancora parte della collezione Gucci ed è venduta a poco più di 2.190, nella sua versione classica in pelle nera.
Mariella Baroli
Chanel 2.55
La più celebre borsa di Chanel deve il suo nome al suo anno di nascita, il 1955. Creata da Coco Chanel con l'obiettivo di dare vita a un accessorio adatto alla donna di quel tempo - moderna attiva e dinamica - questa borsa è tanto elegante quando funzionale, soprattutto per il tempo. La catena permetteva alle signore di liberarsi dalle scomode pochette a mano, mentre la tecnica matelassé (ovvero l'impuntura a rombi) la rende piacevole al tatto. Per ogni borsa - prodotta vicino a Parigi - vengono effettuati 180 passaggi e i controlli sono meticolosi, affinché nessuna 2.55 abbia il benché minimo difetto. La trama a rombi è ispirata alle giacche dei fantini, ennesimo rimando alla passione di Coco per l'equitazione. La borsa è oggi venduta in molte varianti di colori e in edizioni limitate come la versione «patchwork». Il suo prezzo, per la versione in pelle martellata è di 4.800 euro. Un prezzo che continua ad aumentare con il passare del tempo e che fa pensare alla borsa come un vero e proprio investimento.
Mariella Baroli
Louis Vuitton Speedy
Speedy è il nome del bauletto firmato Louis Vuitton, nato negli anni Venti come modello più piccolo del loro borsone da viaggio Keepall. Attualmente si contano cinque modelli di questo bauletto: Speedy 40, perfetto per chi va in viaggio; Speedy 35; Speedy 30; Speedy 25, la più conosciuta nonché la più venduta. Questa borsa viene resa ancora più popolare da Audrey Hepburn che non se ne separa mai, per poi avere un nuovo rinascimento nei primi anni Duemila quando il direttore creativo Marc Jacobs decide di collaborare con una serie di artisti e arricchire il classico Monogram sui toni del marrone con ciliegie, fiori di pesco sorridenti, graffiti, rose coloratissime o addirittura - nella sua versione più amata - colorando la celebre «LV» coi toni dell'arcobaleno. Ultimamente la Speedy è stato oggetto anche di una collaborazione con il marchio Supreme e il direttore creativo pour homme, Virgil Abloh, l'ha prodotta in plastica trasparente. Il costo della Louis Vuitton Speedy Monogram parte da 785 euro.
Mariella Baroli
Hermès Birkin
«Nessuna agenda e nessuna borsa è in grado di contenere tutti i miei fogli» dice Jane Birkin al chairman del gruppo Hermès Jean-Louis Dumas in una delle loro tante chiacchierate. Ecco come nasce la Birkin di Hermès, da una promessa di creare una borsa capiente ma al tempo stesso elegante. La sua versione più classica e iconica è di colore arancione, la stessa tinta che caratterizza le scatole di Hermès dai tempi della guerra, quando era impossibile reperirne di colore beige. La Birkin è ad oggi la borsa più ricercata e amata; un vero e proprio status symbol. Soltanto nel 2017 una rara Himalaya Birkin è stata battuta all'asta da Christie's per 380.000 dollari. Inutile dire che per averne una bisogna diventare parte di una lunga lista d'attesa (lo aveva fatto anche Samantha Jones ai tempi di Sex & the City) e il suo costo iniziale è di 7.000 euro.
Mariella Baroli
Lady Dior
In pochi lo sanno, ma la Lady Dior è stata creata da un italiano. Gianfranco Ferrè disegna una borsa di ispirazione couture, immediatamente riconoscibile. Elegante da portare a mano segna una rottura audace con le tendenze dell'epoca e conquista il personaggio forse più interessante dei primi anni Novanta, la principessa Diana. È per lei che la borsa, inizialmente chiama «Chouchou» viene ribattezzata Lady Dior. I charm che ornano questa borsa hanno uno strato di vero oro fino a riflettere l'anima elegante della maison. Le impunture cannage sono formate da una rete di cuciture oblique e perpendicolari. Un'armonia precisa, che rivela cuscinetti di pelle trapuntati, come una miriade di diamanti dalle sfaccettature scintillanti. L'impugnatura a forma di archetto, simbolo di un gesto femminile ed elegante, è ciò che conferisce alla Lady Dior la sua gestualità «couture». La versione più classica in pelle di agnello è in vendita a 3.350 euro.
Mariella Baroli
Fendi Baguette
La baguette di Fendi viene spesso definita «la prima it bag dell'età moderna». Creata da Silvia Venturini Fendi nel 1997, questo accessorio prende il nome grazie alla sua forma molto allungata e alla tracolla corta che costringe chi la utilizza a indossarla come il famoso sfilatino francese. Resa famosa dalla «fashion victim» per eccellenza - Carrie Bradshaw di Sex & the City - questa borsa è stata ed è ancora un accessorio capace di essere sportivo e allo stesso tempo elegante. «La Baguette è nata come archetipo. La sua forma semplice e riconoscibile è stata la base per centinaia di variazioni nei materiali e nelle interpretazioni» afferma Paola Antonelli, curatrice del MoMA di New York dove la borsa è esposta. Sono tante le versioni create in collaborazione con grandi artisti come Jeff Koons e Damien Hirst. Oggi la Baguette di Fendi va dai 1.850 euro per la versione in jeans agli oltre 5.000 del modello multicolor.
Mariella Baroli
Balenciaga City
Design geometrico e stile rock 'n' roll, sono questi gli ingredienti che hanno fatto della borsa city di Balenciaga un successo globale. Una borsa dalla manifattura totalmente italiana, dal corpo espandibile - grazie alla scelta di un pellame morbido - che può essere indossata a braccio come a tracolla. Amata da Kate Moss così come da Madonna, viene resa popolare dalle gemelle Olsen che vengono costantemente paparazzate con la versione più grande disponibile sul mercato. Arricchita da piccole borchie e da un laccio anche esso in pelle, la City di Balenciaga è stata prodotta in una impressionante variante di colori. Il nuovo direttore creativo della maison Demna Gvasalia l'ha addirittura ricoperta di graffiti o avvolta in sciarpe dai toni brillanti. A oggi ne esistono tre versioni - nano, classic e maxi - e il loro prezzo parte dai 1.090 euro.
Mariella Baroli
Gucci Jackie O Bag
Accessorio preferito di Jacqueline Onassis, vedova del presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, questa borsa nata negli anni Cinquanta, prima di diventare la «Jackie O Bag» si chiamava «Constance». Non è il primo caso che un accessorio prende il nome - e di conseguenza passa alla storia - di chi lo ha reso noto al mondo. Questa borsa occupa un posto d'onore al Museo Gucci in Piazza della Signoria a Firenze e rappresenta il perfetto accessorio per la donna che lavora. La sua forma a sacco la rende molto capiente, mentre le finiture dorate la rendono elegante e adatta a ogni situazione. Dopo il rilancio da parte dell'ex direttore creativo di Gucci, Frida Giannini, la Jackie O è in vendita a partire da 1.290 euro.
Mariella Baroli
Dior Saddle
Nasce nel 1999, quando la maison francese è alla guida di John Galliano, per poi essere rilanciata lo scorso anno da Maria Grazia Chiuri. La Saddle bag deve il suo nome alla sua forma, che ricorda quella della sella di un cavallo. Questa borsa rappresenta in un certo senso l'essenza del genio creativo di Galliano - tanto famoso per i suoi capi quanto per le sue affermazioni antisemite - e nei primi anni Duemila fu l'accessorio più amato e ricercato anche grazie alle it girl del momento come Paris Hilton, Sienna Miller, Lindsay Lohan e Mischa Barton. La sua versione più famosa è quella logata, ma oggi ne esistono tante varianti diverse e la Saddle è tornata alla ribalta come accessorio sia per uomo che per donna. Oggi è in vendita a partire da 2.300 euro.
Mariella Baroli
Stella McCartney Falabella
La Falabella nasce nel 2010 e da subito sembra colpire nel segno. Creata dalla figlia d'arte Stella McCartney ha un look fresco e allora stesso tempo elegante, adatto a ogni occasione. Sua caratteristica principale sono i dettagli di catena intrecciati che decorano entrambi i lati. Moderna e versatile è unica nel suo genere perché completamente green. La stilista infatti nelle sue collezioni usa esclusivamente materiali biodegradabili che non danneggino la natura e la Falabella non è da meno. Diventata ben presto capo saldo della maison inglese, questa borsa è stata declinata in tantissime versioni. Il modello classico - che può essere piegato e portato a spalla o come borsa a mano - costa 795 euro.
Mariella Baroli
Celine Luggage Tote
Phoebe Philo è indubbiamente stata un elemento fondamentale nella rinascita del marchio francese Celine e parte del riacquistato successo si deve alla Luggage Tote, creata nel 2010. Con questa borsa non è stato amore a prima vista, ma negli anni successi si è trasformata nell'accessorio di cui tutti sembravano avere bisogno. Funzionale e dal look senza tempo, questa borsa squadrata è caratterizzata dalle due «ali» laterali che le conferiscono un che si moderno. Declinata in miriadi di colori, è spesso venduta in tre tonalità diverse. Ne esistono quattro misure in totale e il loro prezzo parte dai 2.500 euro.
Mariella Baroli
Philip Karto dà nuova vita alle borse con i suoi coloratissimi graffiti
La classica Speedy di Louis Vuitton, declinata in ogni sua dimensione, e graffitata come fosse un muro sul lungomare di Miami. Lo streetstyle incontra il lusso nelle creazioni di Philip Karto. Francese, originario di Cannes, lo stilista è la mente creativa che si cela dietro marchi come Kulte, Faith Connexion e Christian Audigier Jewelry. Il motto dietro il suo brand high-end di pelletteria è: «smonta, modifica, trasforma». Nelle creazioni di Karto le borse vengono completamente smontate, pezzo per pezzo, customizzate in modo originale, dipinte a mano e riassemblate con manici in camoscio, pelle esotica e dettagli in argento 925 dando vita a creazioni dal design double-face: da un lato un'immagine di grande impatto e dall'altro un messaggio motivazionale, divertente o inusuale, sempre coerenti tra loro. Ogni prodotto diventa così unico nel suo genere, inimitabile. Tutto il lavoro viene eseguito da esperti artigiani nell'atelier di Miami che raccolgono le vibrazioni della città e le dipingono sui pellami pregiati scelti da Karto e acquistati tramite aste certificate.
Mariella Baroli
























