2025-05-31
Francia e Israele ai ferri corti per Gaza
Emmanuel Macron e Benjamin Netanyahu (Ansa)
Emmanuel Macron chiede ai Paesi europei una linea dura contro le azioni di Gerusalemme: «Non possiamo dare loro carta bianca, perdiamo credibilità». Dura la replica del governo Netanyahu: «È una crociata contro di noi, vuole uno Stato che festeggia il 7 ottobre».Non c’è stata la svolta che si attendeva dopo che Israele ha accettato senza riserve il testo proposto dall’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff, per un cessate il fuoco a Gaza. Basem Naim alto funzionario di Hamas che vive a Doha (Qatar) ieri ha affermato alla Bbc che il movimento jihadista rigetta la più recente proposta di cessate il fuoco e di scambio di ostaggi. Secondo fonti vicine ai negoziati, il gruppo avrebbe esaminato attentamente la bozza trasmessa da Washington, concludendo di non poterla accettare nella forma attuale e chiedendo modifiche sostanziali. Stando a quanto riferito al Jerusalem Post da persone a conoscenza del dossier, Hamas si sentirebbe «tradito» dagli Stati Uniti, accusando l’amministrazione Trump di aver presentato un piano sbilanciato a favore di Israele e privo di reali garanzie per una cessazione definitiva del conflitto. Una fonte interna avrebbe commentato che Hamas si considera «fregato» dagli americani e, per questo, non intende procedere alle condizioni proposte. ùIeri il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha approfittato del suo discorso al vertice del dialogo Shangri-La a Singapore per scagliarsi nuovamente contro Israele: «Se abbandoniamo Gaza, se riteniamo che Israele abbia carta bianca, anche se condanniamo gli attacchi terroristici, uccideremo la nostra credibilità ed è per questo che rifiutiamo i doppi standard». Le relazioni diplomatiche tra Israele e Francia si sono ulteriormente inasprite dopo le dichiarazioni di Macron, che ha anche esortato i Paesi europei ad adottare una linea più rigida nei confronti di Israele, qualora non modificasse le sue politiche in materia di aiuti umanitari destinati alla Striscia di Gaza. La reazione di Israele non si è fatta attendere: il ministero degli Esteri ha accusato il capo dell’Eliseo di aver intrapreso una «crociata contro lo Stato ebraico». «I fatti non interessano a Macron», ha scritto il ministero degli Esteri israeliano in un messaggio pubblicato su X. «Non esiste alcun blocco umanitario. Si tratta di una menzogna plateale. Israele sta facilitando l’arrivo degli aiuti a Gaza attraverso due operazioni parallele». Le autorità israeliane affermano che, solo nell’ultima settimana, sono entrati a Gaza quasi 900 camion carichi di aiuti umanitari e che i centri di distribuzione del Fondo umanitario per la Striscia hanno fornito oltre due milioni di pasti in quattro giorni. Secondo lo stesso ministero, l’afflusso di aiuti è ripreso dopo che Israele aveva interrotto l’ingresso di merci il 2 marzo scorso. «Macron preferisce premiare i terroristi jihadisti anziché contrastarli», continua la nota del dicastero israeliano. «Al posto di esercitare pressioni su Hamas, intende offrirgli uno Stato. Senza dubbio, la sua festa nazionale sarà il 7 ottobre».Nel corso della giornata, il presidente francese ha ribadito che il riconoscimento di uno Stato palestinese, se rispettate determinate condizioni, rappresenta «non solo un dovere morale, ma una necessità politica». A questo proposito la Francia starebbe inoltre valutando la possibilità di riconoscere formalmente uno Stato palestinese prima della conferenza delle Nazioni Unite prevista dal 17 al 20 giugno, organizzata congiuntamente da Parigi e Riyadh. L’obiettivo dell’incontro sarà quello di definire una tabella di marcia per la creazione di uno Stato palestinese, garantendo al contempo la sicurezza dello Stato d’Israele. «È contro Israele, già sotto attacco su più fronti, che Macron vuole imporre sanzioni», ha proseguito il ministero degli Esteri. «Non a caso, Hamas ha subito elogiato le sue dichiarazioni. E sa bene perché». Durissimo Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz che ha visitato Sa-Nur, uno dei 22 insediamenti in Cisgiordania approvati dal Gabinetto di sicurezza: «Questo è un momento storico per l’insediamento, una risposta schiacciante alle organizzazioni terroristiche e un messaggio chiaro a Macron e ai suoi amici: si può riconoscere uno Stato palestinese sulla carta, e quella carta finirà nel cestino della storia». Anche la Germania però potrebbe sfilarsi a breve con il ministro degli Esteri tedesco Johann Wadephul che a Sueddeutsche Zeitung ha detto: «Israele è sotto minaccia e ha bisogno di armi per difendersi», ha affermato Wadephul, citando pericoli provenienti da Houthi, Hezbollah e Iran. Tuttavia, «stiamo esaminando se quanto accade nella Striscia sia compatibile con il diritto internazionale. Solo allora valuteremo nuove autorizzazioni».Ma perché Macron ha sposato la causa palestinese senza se e senza ma? Le ragioni non sono certo solo ideali perché lo scaltro presidente francese punta a fare ricchi affari con i paesi del Golfo nell’immediato (ricostruzione di Gaza compresa ed in tal senso si è già mosso con l’Arabia Saudita), inoltre pensa già a quando dovrà lasciare l’Eliseo (2027) e vuole per se un ruolo importante all’Onu dove le posizioni contro lo Stato ebraico sono dominanti. Inoltre sul fronte interno rassicura i milioni di musulmani francesi che rappresentano un gigantesco problema per la Francia ma anche un bacino di voti da orientare contro la destra. Mentre Macron è impegnato nella sua crociata contro Israele secondo fonti della difesa israeliana, Hamas starebbe progressivamente perdendo la presa sulla popolazione civile della Striscia di Gaza. Il giudizio arriva nel momento in cui prende slancio un nuovo meccanismo per la distribuzione degli aiuti umanitari, strutturato per sottrarre al gruppo islamista il controllo sugli approvvigionamenti e sull’organizzazione sociale di Gaza.
Il ministro della Salute Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Orazio Schillaci e Giuseppe Valditara (Ansa)