2025-04-19
L’Iran ostenta il suo lato moderato per trovare un accordo sul nucleare
Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi (Ansa)
Oggi l’incontro con gli americani a Roma. Israele e il Mossad volano da Witkoff a Parigi.L’Italia torna al centro della scena internazionale. La visita del premier, Giorgia Meloni, a Washington ha suscitato valutazioni positive anche a Bruxelles, mentre è partito il conto alla rovescia per la visita a Roma di Donald Trump. Qui, grazie ai buoni uffici di Meloni, potrebbe incontrare la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in modo da sbloccare il capitolo dazi. Dall’Italia passa anche la delicatissima trattativa Usa-Iran, che oggi vivrà il suo secondo incontro, molto probabilmente all’ambasciata dell’Oman (Paese mediatore), a Roma. La delegazione iraniana che parteciperà ai colloqui sul nucleare sarà guidata dal ministro degli Esteri, Abbas Araghchi, e da Mohsen Esmaeili, 59 anni, giurista di lungo corso e figura moderata della politica iraniana. Esperto di diritto costituzionale e già membro del Consiglio dei Guardiani, Esmaeili viene considerato una scelta tecnica, volta a rafforzare la posizione negoziale dell’Iran in un contesto geopolitico complesso. La sua nomina viene vista dagli osservatori come un segnale di apertura: una figura autorevole ma meno divisiva, capace di gestire dossier sensibili senza esasperare le tensioni politiche interne o internazionali. Al momento non sono stati resi noti i nomi degli altri membri della delegazione iraniana. Tuttavia, è probabile che includa alti funzionari del ministero degli Esteri e rappresentanti dell’organizzazione per l’Energia atomica dell’Iran. Durante i colloqui è previsto che Araghchi incontri il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, insieme all’inviato speciale statunitense Steve Witkoff, e al ministro degli Esteri dell’Oman, Badr bin Hamad Al Busaidi. La posizione Usa è chiara e Trump l’ha ribadita anche durante il colloquio con Meloni: «L’Iran non può avere armi nucleari. Posso aspettare, ma non avrei mai accettato il precedente accordo e vi ho posto fine. Voglio che l’Iran si sviluppi in pace. Se non vorranno discutere per loro sarà terribile». Cosa pensi Israele è noto, dato che da più di dieci anni lancia continui allarmi sul nucleare iraniano. Così come sauditi ed emiratini non vogliono che Teheran si doti dell’arma nucleare. E l’Iran, che carte mette sul tavolo oggi a Roma? Durante i recenti colloqui svoltisi in Oman, l’Iran avrebbe presentato agli Usa una proposta articolata per limitare il proprio programma nucleare in cambio di una graduale riduzione delle sanzioni. Lo riferisce Iran International, testata vicina all’opposizione iraniana e con legami con ambienti sauditi. Secondo quanto riportato, Teheran ha proposto un piano in tre fasi per congelare l’arricchimento dell’uranio e ripristinare i controlli internazionali, in cambio di benefici economici. La prima fase prevede una riduzione temporanea dell’arricchimento e lo sblocco di fondi e esportazioni. La seconda comporterebbe lo stop all’arricchimento ad alto grado e il ritorno delle ispezioni dell’Aiea, con la condizione che non vengano riattivate le sanzioni Onu. La terza fase include la reintroduzione del Protocollo aggiuntivo per ispezioni a sorpresa e l’approvazione del Congresso Usa di un nuovo accordo, in cambio del trasferimento all’estero dell’uranio arricchito. Alcune fonti diplomatiche nutrono dubbi sulle reali intenzioni dell’Iran, sospettando che stia usando i negoziati per guadagnare tempo ed evitare un attacco militare israeliano. La Guida suprema iraniana avrebbe accettato il dialogo perché il Paese non è attualmente in grado di difendersi da nuovi attacchi aerei. Intanto, Teheran starebbe cercando di ricostruire le difese aeree e la capacità di produrre missili, danneggiate dai raid israeliani dell’ottobre precedente. Quello che è certo è che, se gli iraniani giocheranno male la loro mano al tavolo del poker nucleare, scatterà la punizione, che non sarà fatta solo di sanzioni. In tal senso ieri a Parigi Il ministro israeliano per gli Affari strategici, Ron Dermer, e il capo del Mossad, David Barnea, hanno incontrato Witkoff.