2025-05-21
Lollobrigida: «Faremo ancora più male alle agromafie»
Francesco Lollobrigida (Imagoeconomica)
Il ministro per la Sovranità alimentare: «Il disegno di legge sull’agropirateria tutela lavoro e legalità. Da noi interventi concreti mentre il Pd fa referendum contro le sue stesse norme. Il terzo mandato? Questione tecnica, non politica, la coalizione è salda».Nestlé ha deciso di eliminare l’etichettatura da sempre contestata dall’Italia.Lo speciale contiene due articoliCentoventi miliardi di italian sounding, le organizzazioni criminali che strozzano le aziende e gestiscono la logistica, gli immigrati sfruttati da cooperative fantasma: si chiama agromafia. Se n’è parlato ieri alla Coldiretti dove è stato presentato l’ottavo Rapporto sulle agromafie a cura di Eurispes e Fondazione osservatorio sulla criminalità in agricoltura, illustrato dal presidente di Coldiretti Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo. A fare il punto sul contrasto a questa subdola forma di criminalità il ministro per la Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida.Il suo disegno di legge su agromafie, agropirateria, illeciti nell’agroalimentare muove da questi dati?«È stato il mio primo impegno di governo quello di operare perché nel mondo agricolo e agroalimentare vi sia il massimo della legalità. E mi conforta vedere come un’importantissima organizzazione agricola come Coldiretti ci stia a fianco e come tutto il mondo agricolo chieda contrasto al caporalato, alle pratiche sleali e denunci le infiltrazioni criminali. Ciò detto, il disegno di legge sull’agropirateria che approda in Parlamento è un’azione importante di contrasto. Mi ha fatto molto piacere l’intervento del dottor Giancarlo Caselli - un magistrato da sempre in prima linea contro la malavita organizzata - che nel 2015 presiedeva la commissione ad hoc sulla criminalità nel settore agricolo e alimentare, che ha apprezzato il lavoro che abbiamo svolto. Dico però che lo Stato non può aspettare dieci anni - tanto ne sono passati dalla commissione Caselli a oggi - per rispondere alla criminalità. Questo disegno di legge colpisce attentati alla salute e protegge i cittadini, va incontro alle aziende che ci chiedono di stroncare la concorrenza sleale di chi produce con metodi illeciti, risponde alle sollecitazioni delle forze dell’ordine che ci chiedono strumenti adeguati di contrasto e introduce un’idea di equità nelle pene: prima la punizione della frode alimentare, della contraffazione era per tutti uguale, oggi la sanzione è parametrata ai fatturati. E farà molto male a chi esce dai binari della legalità».Ministro uno dei temi caldi è il caporalato, il lavoro nero, lo sfruttamento dei clandestini. Come intende contrastarlo per avere un’agricoltura «pulita»?«Il mio primo atto di governo è stato il decreto sulla condizionalità che serve a garantire idonee condizioni di lavoro, tutelare le norme di salute e sicurezza all’interno delle aziende agricole, nonché contrastare il caporalato e il fenomeno dello sfruttamento dei lavoratori del settore, escludendo dai fondi pubblici chi non rispetta le regole. Insieme con i ministri Piantedosi e Calderone abbiamo messo in atto gli strumenti di contrasto e abbiamo trovato come primi alleati le aziende oneste che ricevono un danno enorme da chi sfrutta i lavoratori. Noi della destra siamo per la legalità e per la dignità del lavoro. I decreti flussi con gli ingressi regolari dei migranti è una pre-condizione per stroncare il caporalato e lo sfruttamento. Noi ci occupiamo seriamente della tutela dei lavoratori, vedo invece che il Pd è impegnato in un referendum per smentire una legge sul lavoro fatta dallo stesso Pd».Il ciclone dazi si è esaurito?«Lo avevo detto subito di restare calmi. I dati del Forum Ambrosetti confortano la mia impressione che la domanda dell’agroalimentare di qualità, che va tutelato con disegni di legge come quello contro l’agropirateria, è anelastica: l’eccellenza si compra indipendentemente dal prezzo. Ciò detto il lavoro che ha fatto e sta facendo Giorgia Meloni è di trovare accordi rinsaldando l’Occidente. C’è un dato che va messo in evidenza: dobbiamo fare un’alleanza di prosperità con tutte le democrazie per assicurare benessere alle nostre popolazioni, se lasciamo vincere le autocrazie i cittadini si convinceranno che senza democrazia si vive meglio. E questa è la vera sfida ecco perché l’accordo sui dazi con gli Usa è fondamentale».Il centrodestra tiene? Lo scontro sui mandati non è rischioso…«Intanto non è uno scontro: come governo abbiamo chiesto ad autorevoli giuristi di dirci se il terzo mandato sta o no nella legge. E deve essere chiaro che per quel che riguarda ad esempio il Trentino dove si vota nel 2028 non incide minimamente sulle elezioni la nostra richiesta alla Corte Costituzionale di pronunciarsi sul numero dei mandati. Non è una questione politica, è meramente tecnica. Noi e Forza Italia riteniamo utile e necessario un chiarimento. Proprio perché non c’è niente di politico per noi il dibattito sul limite dei mandati può essere tranquillamente aperto. E del resto a Fratelli d’Italia non può essere imputata una volontà di accaparrarsi i candidati: governiamo solo tre regioni e quello che a noi interessa è il successo della coalizione come è accaduto a Bolzano. E mi si lasci dire che la provocazione sul Tricolore della sindaca di Merano Katherine Zeller che è della sinistra Svp serve per risollevare la questione etnica e cercare così di impedire l’accordo tra centrodestra e Svp a dimostrazione che noi ci muoviamo sempre in una logica di coalizione».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/intervista-francesco-lollobrigida-agromafie-nestle-2672174770.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-multinazionale-costretta-a-furor-di-popolo-a-fare-retromarcia-sul-nutriscore" data-post-id="2672174770" data-published-at="1747810473" data-use-pagination="False"> La multinazionale costretta a furor di popolo a fare retromarcia sul Nutriscore La famigerata etichetta a semaforo Nutriscore ha le ore contate. La Nestlé ha deciso di abbandonare in Svizzera, dove ha la sede principale, questa etichettatura perché i consumatori la rifiutano. L’Ue intendeva imporla a tutti i Paesi per fare un piacere alle multinazionali della nutrizione e soprattutto alla grande distribuzione francese visto che l’algoritmo che la sorregge è dell’epidemiologo Serge Hercberg. Nel corso di questi anni Hercberg ha dovuto correggere più volte il suo «semaforo» perché sballava e finiva per bocciare come alimento nocivo l’olio extravergine di oliva e premiare le bibite energetiche a base di caffeina. Il Nutriscore ha ottenuto appoggi sia all’Oms che all’Onu dove le lobby dei cibi ultraprocessati o creati in laboratorio contano molto. Alla base del Nutriscore c’è l’idea che è lo Stato - da etico diventato dietetico - a ordinare ai cittadini cosa mangiare ed è ciò che gonfia i bilanci non dei contadini ma delle multinazionali. Ebbene una di queste, la Nestlé che è stata tra le prime entusiaste sostenitrici del semaforo insieme alla Danone e ai colossi della distribuzione Auchan, Intermarché, Leclerc fa retromarcia a furor di popolo. Peraltro anche il fronte «politico» di sostegno al Nutriscore si è incrinato: la Francia si dissociata dalla coalizione comandata dalla Germania che include anche Spagna, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Dunque la battaglia dell’Italia contro il Nutriscore ha segnato un punto importante anche se restano inascoltate la richiesta dell’etichetta di origine e quella sul codice doganale che consente di etichettare come fatto nell’Ue qualsiasi prodotto abbia subito l’ultima trasformazione - anche solo il confezionamento - in Europa. Luigi Scordamaglia -amministratore delegato di Filiera Italia- nota: «Bene che anche le aziende che sin dall’inizio hanno sostenuto il sistema Nutriscore oggi lo abbandonino. Come Filiera Italia ci siamo da sempre schierati contro un sistema di etichettatura che favorisce, inducendo il consumatore a pensare che sia più sana, una bibita gassata con edulcorante chimico rispetto all’olio extravergine d’oliva e di cui beneficiano soprattutto prodotti ultraprocessati e ultraformulati responsabili di una delle più gravi ondate epidemiche di malattie metaboliche non trasmissibili come obesità, diabete, ipertensione, disturbi capaci, se non s’inverte il trend, di provocare nei prossimi decenni un’ involuzione delle aspettative di vita per le giovani generazioni». Scordamaglia ricorda anche che la «battaglia» per fermare i cibi ultraprocessati proseguirà anche in sede Onu quando a settembre ci sarà la conferenza mondiale sulle cosiddette malattie non trasmissibili insistendo sulla dieta mediterranea. Gianmarco Centinaio (Lega) vicepresidente del Senato e già ministro agricolo ha commentato: «Le etichette devono informare il consumatore, non terrorizzarlo, vale per il cibo come per il vino e la scelta di Nestlé conferma che avevano ragione a schierarci da sempre contro il Nutriscore».
Francesca Albanese (Ansa)
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)