2023-07-12
Interrogata dai pm anche l’amica che «odia» La Russa
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
La ragazza convinse la presunta vittima a denunciare Apache Il dj e gli spostamenti nella notte «pazza» restano punti oscuri.I 23 punti della querela inviata via pec il 29 giugno, ovvero 40 giorni dopo la serata passata nell’esclusivo club milanese tra strisciate di coca, drink e musica a palla, e dopo qualche ora mattutina passata a casa La Russa, sono stati confermati ieri dalla ex compagna di scuola di Leonardo Apache, il più piccolo dei figli di Ignazio, davanti al procuratore aggiunto Letizia Mannella e al pm Rosaria Stagnaro. In circa tre ore (tra le 11 e le 15) gli inquirenti hanno cercato di rendere più fluido il discorso affrontato nella querela dalla presunta vittima. L’atto, nel quale la ventiduenne si esprime in prima persona, risultava pieno di salti temporali tra la notte in discoteca e il giorno dopo. I punti fermi di questo intrigo, che risulta ancora particolarmente torbido, al momento sembrano questi: la ragazza ha raccontato di essere uscita per andare in discoteca il 18 maggio verso la mezzanotte in compagnia di un’amica (e di essere stata raggiunta da un’altra ragazza, che conosceva quest’ultima); di aver incontrato La Russa, e di aver perso la memoria dopo un drink che le avrebbe portato l’ex compagno di scuola. In ospedale ha ammesso di aver assunto cocaina (riscontrata dalle analisi cliniche) e di seguire una terapia a base di benzodiazepine e di ansiolitici. Il referto ginecologico sembra non fornire tracce di un rapporto violento. Altro punto fermo, confermato dal presidente del Senato, è la presenza a casa dei La Russa la mattina seguente. Per cercare di risalire all’ora in cui la ragazza è finita nel letto di Leonardo Apache, bisogna prendere per buone le chat che si sono materializzate anche ieri, coincidenza, sul Corriere della Sera, giornale che sin dal giorno in cui si è saputo di questa storia, sembra tirare la volata alle tesi della presunta parte offesa. Che, al risveglio (ne dà atto nella querela) comincia a messaggiare con l’amica che l’aveva accompagnata in discoteca. E incrociando alcuni passi della denuncia con i passaggi nelle chat emerge che a casa La Russa la ragazza deve aver passato più ore durante la mattina che non durante la notte. Intanto sostiene di aver visto «attorno alle 12.30» Ignazio affacciarsi in camera. E di essere uscita da casa La Russa verso le 13.15. Questi sono gli unici dati temporali offerti agli investigatori 40 giorni dopo i fatti. Nel frattempo, ovvero da quando si è svegliata nuda nel letto con Leonardo Apache a fianco (nudo pure lui), ha messaggiato con l’amica. Questa le ricorda di aver «chiamato un taxi», chiedendole se volesse tornare con lei. Erano «le 3». La presunta vittima risponde: «Sono tornata alle 6, da quello che dice lui (La Russa jr, ndr)». L’altra le chiede dubbiosa: «Impossibile, dove siete stati dalle 3 alle 6?». La risposta è questa: «Lì credo». Non è certo quindi che alle 3 la ragazza sia andata direttamente a casa La Russa. Nell’assenza di certezze, probabilmente, avrà preferito non riferire in prima battuta questo particolare, che si presenta come uno dei buchi da colmare con le attività investigative. Il nuovo verbale con gli inquirenti ora sono il canovaccio su cui lavorare. Partendo dall’unico dei 23 passaggi della querela indicato dalla denunciante come «certo», il quattordicesimo: «L’unico dato certo che posso riferire è che Leonardo mi ha dato un drink nella discoteca Apophis, mi ha portato a casa sua senza che io fossi nelle condizioni di scegliere cosa fare, mi ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l’amico, sempre a mia insaputa». Il resto dei suoi spostamenti l’avrebbe ricostruito tramite i racconti di La Russa jr e della sua amica.Leonardo Apache le avrebbe riferito di essere andati a casa dopo la discoteca con la sua auto, che con lui c’era un suo amico (che lei ha poi appreso essere uno dei dj della serata, anche se il nome di battesimo non combacia con quelli dei tre che hanno animato la festa). Dall’amica, invece, ha appreso che era stata «drogata», perché prima del drink che le avrebbe portato La Russa stava «benissimo». L’altra amica l’avrebbe invitata ad andare al pronto soccorso. Infine ci sono i suoi ricordi: La Russa avrebbe preteso un bacio prima di lasciarla andare via e si sarebbe fatto sentire il giorno seguente con una chiamata Instagram alla quale lei non avrebbe risposto per paura. Avrebbe poi appreso dall’amica che la serata in discoteca era stata organizzata proprio da La Russa. Ma un altro dettaglio, per nulla secondario, dalle chat emerge. L’amica della denunciante, dopo averla invitata a denunciare, a un certo punto vomita astio nei confronti di Leonardo Apache: «C...o ti ha sicuramente drogata. Comunque, che m...a, sempre odiato». Ieri è stata convocata anche lei come testimone, per riferire sulla serata in discoteca e sullo scambio di messaggi. E probabilmente anche sui pregressi con La Russa jr, visto quel «sempre odiato» col quale ha chiuso uno dei messaggi. Gli inquirenti hanno sentito anche altre due ragazze: quella alla quale la ventiduenne aveva confidato «cosa era successo», che indica come «la migliore amica», e che l’avrebbe invitata ad andare al pronto soccorso, e la giovane che raggiunse le due in discoteca, conosciuta quella sera, e che è una testimone oculare dell’incontro tra i due protagonisti. Le audizioni in Questura si sono presentate come particolarmente lunghe e sono andate avanti fino a tarda sera. Con pochissime notizie filtrate che, inevitabilmente, andranno comunque ad amplificare il circo mediatico colpevolista. Quello additato dalla Camera penale di Milano, che parla di «effetti perversi»: «A volte», sostengono i penalisti, «il silenzio è d’oro. E questo vale per tutti, compresi noi avvocati».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)