2024-06-26
Insultò stupratore di una ragazzina: lei andrà in galera, lui resta libero
Incredibile sentenza in Germania: la donna, denunciata dal bruto, finirà in prigione. Il violentatore straniero invece no.Otto dei nove violentatori di una quindicenne, stuprata per ore in un parco di Amburgo nel 2020, hanno ottenuto la condizionale e non sono andati in prigione. Nessuno di loro è di origine tedesca, provengono da Kuwait, Afghanistan, Iran e altri Paesi. La giovane donna che ha insultato uno degli aggressori, definendolo «mostro disgustoso», dovrà passare invece un fine settimana dietro le sbarre perché secondo i giudici il suo è stato «un messaggio di odio».La sentenza è di pochi giorni fa. Accade anche questo, nella Nazione che alle elezioni europee ha bocciato con il proprio voto la coalizione di governo «semaforo» su clima, energia e migrazione. Lo stupro del 2020 aveva sconvolto la Germania, per la ferocia degli assalti e per il crescendo di barbarie, con messaggi inviati ad altri amici del branco perché accorressero a violare la minorenne nello Stadtpark di Amburgo.Durante la pandemia e il lockdown, il più grande parco cittadino era diventato luogo di ritrovo per i giovani. Anche la ragazzina lo frequentava con le amiche ma nella notte tra il 19 e il 20 settembre del 2020, dopo che la polizia aveva disperso tutti i gruppi per far rispettare le misure di distanziamento sociale, si era ritrovata da sola.Aveva bevuto, era in stato confusionale e così la trovarono i primi quattro giovani che la violentarono a turno per ore, derubandola di cellulare e portafoglio prima di allontanarsi. In un video, girato dagli assalitori durante le violenze che mettevano in atto, si vede la poveretta mentre tiene le mani davanti al viso tentando di proteggersi. Mentre era ancora incapace di reagire, di chiamare aiuto e vagava per il parco fu notata da altri due giovani uomini che non solo la abusarono a loro volta, ma attraverso chat invitarono amici a partecipare allo stupro.Alla fine la ragazzina era riuscita a scappare fuori dal parco e ad attirare l’attenzione di alcuni passanti che chiamarono la polizia. I sanitari trovarono nel suo corpo tracce di sperma di nove persone diverse. Degli undici indiziati, con età compresa tra i 16 e i 20 anni, per due si decise di non procedere perché mancavano i riscontri del Dna. A processo andarono in nove, nessuno di origine tedesca: si tratta di un polacco, un egiziano, un libico, un kuwaitiano, un iraniano, un armeno, un afghano, un siriano e un montenegrino.Il dibattimento, a porte chiuse, durò 68 giorni, la corte ascoltò 96 testimoni e diversi esperti. Un totale di 20 avvocati difensori chiese l’assoluzione per tutti gli imputati, che mai pronunciarono una sola parola di rimorso nemmeno ascoltando la straziante testimonianza della ragazza che ancora soffre di stress post-traumatico.Nella sentenza del 28 novembre scorso, la sezione giovanile del tribunale regionale di Amburgo ha condannato uno solo degli imputati a due anni e nove mesi di carcere senza condizionale. È un iraniano di 19 anni, che secondo il quotidiano Bild avrebbe detto al giudice riguardo allo stupro di cui è stato accusato: «Quale uomo non lo vuole commettere?». Gli altri otto hanno ottenuto la libertà vigilata e beneficiato della «messa alla prova» attraverso lo svolgimento di lavori di pubblica utilità, circa 60 ore di servizio alla comunità ciascuno.Non si sono fatti un giorno di carcere e la reazione dell’opinione pubblica tedesca è stata molto dura. Su Internet venne presa di mira la presidente della Corte, Anne Meier-Göring, definita «la vergogna di Amburgo», e ci fu chi augurò alla giudice di finire lei stessa vittima di stupro. L’associazione dei giudici ha condannato le ostilità e i commenti di odio circolati sui social, considerandoli «un attacco mirato allo Stato di diritto».Kai Wantzen, portavoce del Tribunale regionale superiore di Amburgo, provò a spiegare che «i giovani spesso non hanno la maturità di un adulto per assumersi la responsabilità. Inoltre, gli svantaggi delle pene detentive sono sproporzionatamente maggiori per i giovani che per gli adulti perché sono ancora in fase di sviluppo e formazione. Una vita ordinata offre la migliore prospettiva affinché i condannati rimangano impuniti in futuro. Da questo punto di vista, la privazione della libertà a volte fa più male che bene».Non convinse. Qualcuno riuscì ad avere il numero di cellulare di uno degli stupratori e lo condivise attraverso la piattaforma Snapchat, dove fu visto anche da una ventenne che decise di mandare all’uomo alcuni messaggi per manifestare la sua rabbia. Lo definì «vergognoso maiale stupratore maiale», come pure «mostro disgustoso», chiedendogli: «Non provi vergogna quando ti guardi allo specchio?».Incredibile ma vero, il giovane violentatore l’ha presa male e ha deciso di denunciarla, accusandola di inviargli messaggi offensivi. Il giudice gli ha dato ragione e la scorsa settimana la ventenne è stata condannata a tre giorni di carcere nel centro di detenzione giovanile di Hahnöfersand. Rimarrà in prigione più a lungo del giovane da lei insultato, più a lungo di tutti gli altri sette violentatori. Ha dovuto anche scusarsi dicendo di aver agito «d’istinto» dopo essere venuta a conoscenza di tutti i dettagli di quel tremendo stupro.Il suo è stato definito «incitamento all’odio» contro i violentatori. Come riporta l’Hamburger Abendblatt, la vicenda della giovane donna non è unica, le autorità di Amburgo stanno indagando su 140 casi di insulti, minacce o altri insulti ai danni degli stupratori dei parchi cittadini. Il problema non è chi violenta, ma chi li insulta sui social.
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