2019-06-06
Insulti, mail e minacce. La vera storia del servizio del «Tg2» sulla Svezia invasa
Il tweet di Matteo Salvini ha scatenato sindacati e Pd contro la «Rai leghista». Attacchi alla giornalista che ha descritto l'islamizzazione del Paese.«Stai attenta, sappiamo tutto di te: sappiamo dove sei, che cosa fai, chi frequenti e chi c'è nella tua cerchia più ristretta». La minaccia, spedito da un account con evidenti riferimenti all'islam e scritta in un italiano imperfetto, è atterrata con un messaggio privato sul profilo Instagram dell'inviata del Tg2, Manuela Moreno. Le intimidazioni sono l'ultimo, allarmante sviluppo della polemica esplosa sul reportage che la giornalista ha realizzato a Stoccolma e che è andato in onda il 19 maggio. Tema: l'incremento incontrollato dell'immigrazione in Svezia e la sua crescente islamizzazione.Nel servizio delle polemiche, la Moreno raccontava che in molte aree del Paese, accanto alla giustizia dello Stato, ormai viene amministrata la giustizia islamica, la Sharia, e che tra Stoccolma e altre città esistono «zone totalmente fuori controllo»: 60 quartieri dove le forze dell'ordine «non entrano». Il servizio segnalava poi il forte aumento dei reati e il non invidiabile «primato europeo raggiunto dalla Svezia negli stupri». Aggiungeva che la polizia, «per evitare l'escalation di odio e paura», non fornisce dati sulla nazionalità di chi commette crimini. E riferiva che, per evitare il contagio, «la Danimarca ha deciso di chiudere la frontiera con la Svezia per altri sei mesi».Passano tre giorni e Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, riceve una lettera dell'ambasciata svedese a Roma, un garbata precisazione che nega l'esistenza di quartieri dove la polizia non può entrare: «Non esistono no-go zones» in Svezia» si legge nella lettera. «Come nella maggior parte delle grandi città esistono aree socialmente vulnerabili dove, al contrario di ciò che si afferma nel servizio, è stata rafforzata la presenza della polizia negli ultimi anni». La lettera aggiunge che non esistono nemmeno «aree dove viene applicata la Sharia». Quanto al primato degli stupri, l'ambasciata non corregge il Tg2: segnala solo un «malinteso» sulla statistica che «in questo caso dà un'immagine errata della situazione» perché «in Svezia ogni atto di violenza sessuale viene registrato come una denuncia a sé stante, ma una denuncia può contenere un numero di stupri elevato», e la polizia deve registrarne ognuno «come fosse un singolo crimine». Una nuova legge del 2018, prosegue l'ambasciata, «sancisce che il sesso non consensuale è illegale, quindi è passibile di denunce» che inevitabilmente vanno ad accrescere la statistica. Infine, la lettera ricorda che «la definizione giuridica svedese di stupro è più ampia che nella maggior parte degli altri Paesi». Solo per questo insieme di concause, insomma, il dato delle denunce sarebbe così alto. L'ambasciata, comunque, non chiede rettifiche, e anzi manifesta disponibilità «a fornire informazioni» e a «facilitare il contatto con esperti e istituzioni».Ogni problema pare risolto, insomma. Fino a sabato 25 maggio, vigilia del voto europeo, quando Matteo Salvini condivide su Twitter il servizio del Tg2 con un suo giudizio: «Non vogliamo fare la fine della Svezia invasa», scrive il leader leghista, «Questa non è integrazione! No all'Eurabia, Oriana Fallaci, guardaci da lassù». È da quel momento, mentre il video ottiene migliaia di like e commenti, che scoppia la bagarre sul Tg2. L'ambasciata svedese reagisce: pubblica sui social la lettera inviata tre giorni prima a Sangiuliano, aggiungendo di avere corretto «diverse affermazioni errate» del servizio.A quel punto si scatenano in tanti: Beppe Giulietti, ex sindacalista Rai, ex parlamentare dei Democratici di sinistra e oggi presidente della Fnsi, il sindacato dei giornalisti, attacca su Twitter. Chiede: «La Rai ha già dato notizia delle argomentate contestazioni dell'ambasciata svedese?». Michele Anzaldi, deputato del Pd e segretario in commissione di vigilanza Rai, chiede l'intervento del presidente della commissione stessa, Alberto Barachini: «Da mesi», dice, «il Tg2 è teatro di episodi di vera disinformazione».Su social network e siti online monta quindi l'attacco contro il «telegiornale sovranista». Cadono nel vuoto le conferme dei dati, che pure arrivano da giornalisti svedesi. A nulla serve che Sangiuliano ricordi che il suo Tg2 non ha mai usato il termine no-go zones «perché controverso in Svezia», aggiungendo però che «il fatto che esistano zone fisiche dove la polizia non entra ci è stato confermato dagli abitanti dei quartieri, i primi a essere preoccupati della situazione. E girando per queste zone non abbiamo mai incontrato la polizia». Inutile che la stessa Moreno rivendichi di avere fatto solo un'inchiesta giornalistica, intervistando «imam, esperti di Islam e di terrorismo, il capo della comunità ebraica e rappresentanti di ogni parte politica, ma anche giornalisti e gente comune che vive nei sobborghi». A nulla le serve ricordare che al servizio «hanno collaborato una producer svedese e un producer irakeno, islamico, che vive da oltre dieci anni in Svezia». E nemmeno che altri media italiani (dal Fatto quotidiano alla trasmissione Piazzapulita, dalla Stampa al Foglio) e internazionali (Cbs, Abc, Fox News) in passato abbiano già raccontato di una Svezia con decine di sobborghi islamizzati e a forte rischio sicurezza, dell'impennata degli stupri e della diffusione della Shariah. Nulla. Passa la tesi del reportage «farlocco». Attacchi e offese si ripetono. E da ultimo arrivano le minacce. Ovviamente, senza che manifestino solidarietà la Fnsi, oppure il sindacato della Rai, ma anche un parlamentare del Pd.
content.jwplatform.com
Scioperi a oltranza e lotta politica: dopo aver tubato con Conte e Draghi, il segretario della Cgil è più scatenato che mai.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.