2019-03-24
Indagato per corruzione anche l’ad di Acea
Non si abbassa la pressione sul M5s nella Capitale. Dopo l'arresto di Marcello De Vito e l'inchiesta sull'assessore Daniele Frongia, finisce nel mirino dei pm Stefano Donnarumma, uomo di Davide Casaleggio. Lo stadio della Roma però non c'entra e l'azienda conferma la sua «totale estraneità».L'aria della Capitale si fa sempre più pesante per i pentastellati. Dopo l'arresto del presidente del consiglio comunale capitolino, Marcello De Vito, e l'iscrizione nel registro degli indagati dell'assessore allo Sport, Daniele Frongia, anche l'ad di Acea, Stefano Donnarumma, da tutti considerato uomo vicino a Davide Casaleggio, finisce sotto indagine. Anche se in questo caso lo stadio della Roma non c'entra nulla. L'amministratore delegato della multiservizi romana attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi per l'acqua, l'energia e l'ambiente, è stato formalmente iscritto dalla Procura di Roma nel registro degli indagati. È accusato di corruzione per due sponsorizzazioni da 25.000 euro ciascuna, che Acea avrebbe fatto per due concerti di Natale nel 2017 e 2018 all'auditorium di via della Conciliazione. Gli investigatori sospettano che la sponsorizzazione sia il frutto della corruzione, in virtù di un accertato rapporto di conoscenza tra il manager e De Vito. In realtà Donnarumma, stando alla linea difensiva, si sarebbe limitato a dare l'ok a una spesa, peraltro irrisoria, che era stata decisa dall'allora presidente dell'azienda, Luca Lanzalone, coinvolto nel filone principale dell'inchiesta (ha ottenuto il giudizio immediato e la prossima udienza è fissata per il 4 di aprile). Il 20 marzo, giorno degli arresti di De Vito e di altre tre persone, tra cui anche l'avvocato Camillo Mezzacapo, i carabinieri del nucleo investigativo hanno perquisito l'abitazione di Donnarumma proprio in cerca di riscontri. Il nome di Donnarumma era già saltato fuori negli atti della prima indagine, proprio insieme a quello di Lanzalone, il 3 maggio 2018, in una conversazione tra Luca Parnasi, l'imprenditore incaricato di costruire il nuovo stadio della Roma, e Mezzacapo. Il costruttore disse: «Secondo me la cosa più importante è questa... fatto questo, siccome il progetto Acea da che mi dice Lanzalone, e anche Donnarumma, con cui…». Mezzacapo lo interrompe: «C'è un consenso, c'è un consenso!». E Parnasi riprende: «Allora qui bisogna lo stadio! Farlo molto bene! Acea diventa il trade principale del progetto, e diventa una società che ha importanza. Però su questo è importante che venga coinvolto anche il sindaco...». Il grande progetto per Acea, insomma, stando alle telefonate era quello.Nel corso dell'interrogatorio del 3 ottobre Parnasi ha spiegato che l'affare più grande era proprio spostare la sede di Acea all'interno del Business park, previsto nell'ambito dell'operazione dello stadio. Nella circostanza Parnasi ha riferito anche che seguì l'operazione avvalendosi del contributo di Mezzacapo e De Vito. Già nell'ordinanza di arresto, infatti, erano comparse altre tracce legate ad Acea: in un messaggio Whatsapp di Mezzacapo è scritto che «[…] sulla tua questione ci stiamo lavorando, ma servirà ancora qualche giorno per far studiare a controparte le possibili soluzioni […]». Mezzacapo aggiorna costantemente Parnasi. E in un messaggio successivo, infatti, sostiene: «Sulla prima questione (lo stadio, ndr) ci stiamo lavorando bene e dovrei avere notizie prestissimo. Sul secondo punto è necessario tessere bene la tela, ma credo organizzeremo un primo incontro a breve. Un abbraccio. Buona giornata». Da Acea hanno spiegato che «mai un Consiglio di amministrazione ha esaminato o discusso di un qualsivoglia documento o piano per spostare la direzione generale sui terreni di Parnasi». E ancora: «Stante l'atto notificato, non ha nulla a che vedere con il futuro stadio della Roma né con le vicende riguardanti l'asserito progetto di spostare la sede del gruppo nel futuro Business park». Quella di Donnarumma, secondo Acea, «è una estraneità assoluta, e non ha comportato alcuno specifico addebito da parte delle autorità inquirenti». In più, dal 21 giugno 2018 la competenza sulle sponsorizzazioni è stata attribuita a un Comitato esecutivo presieduto da un consigliere indipendente espressione della minoranza». Acea ha messo tutto a disposizione della Procura.La questione del Business park, insomma, sembra essere esclusivamente nella testa di Parnasi. E infatti queste telefonate servono agli investigatori soltanto a provare la scala di rapporti e di relazioni che, peraltro, sono proprio l'aspetto che li ha insospettiti. Anche perché, il placet alla nomina di Donnarumma in Acea lo aveva dato proprio Marcello De Vito. Il reclutamento, ovviamente, però, era avvenuto dopo il convegno dei pentastellati a Ivrea per ricordare Gianroberto Casaleggio: il Movimento 5 stelle si mise in moto per reclutare docenti, magistrati, imprenditori e manager spendibili in ministeri, Authority, istituzioni di garanzia, enti e partecipate pubbliche. E, così, Beppe Grillo e Davide Casaleggio avocarono, di fatto, le nomine nelle aziende municipali romane: Ama (rifiuti) e Acea. Per Acea saltò fuori il nome di Stefano Donnarumma, manager noto per aver guidato la multiutility milanese A2a. Dalle indagini era rimasto fuori fino all'altro giorno e se davvero è finito nei guai solo per le due sponsorizzazioni natalizie decise da Lanzalone, allora l'accusa per lui dovrebbe sgonfiarsi presto. Il dato politico racchiuso in questa storia, però, resta tutto.
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