2021-09-20
In un mondo feroce è meglio combattere
In guerra non esistono innocenti e anche chi non fa nulla non viene risparmiato. Ce lo insegna la storia: i nazisti si accanirono pure contro i concittadini che non si opposero ad Adolf Hitler. Impariamo la lezione: è meglio morire per un'idea, lottando contro il male.Quando l'armata Rossa cominciò a riconquistare il territorio perduto, le violenze non solo sui soldati tedeschi ma sulle popolazioni civili che li avevano appoggiati furono inenarrabili.Le violenze sulla popolazione civile in Ungheria e in Pomerania sono documentate perché nella battaglia con l'armata Rossa alcune zone furono perse e poi riconquistate dai tedeschi. Ne abbiamo quindi una documentazione fotografica conservata nel rapporto di Darmstadt. Anche sul fronte occidentale le cose non sono andate benissimo. La 12ª divisione SS includeva i bambini della Hitlerjugend arruolati come soldati. La 12ª divisione SS, chiamata dagli statunitensi baby division era famosa per la sua ferocia, passavano sistematicamente per le armi prigionieri e civili. La 12ª divisione SS è stata una delle più feroci proprio perché costituita da ragazzini. Le baby gang sono più feroci delle gang adulte. I bambini non hanno una loro memoria che ricordi le regole d'onore, sono sempre i più fanatici. Il mito nazifascista del bambino soldato è un mito particolarmente crudele che non sacrifica solo la vita di bambino, ma anche la sua anima, facendolo diventare un assassino, e spesso un assassino particolarmente feroce, come anche le guerre africane hanno testimoniato. I ragazzini non hanno la saggezza sufficiente per sapere che non si sprecano proiettili ad ammazzare civili e prigionieri quando la guerra la stai perdendo e le fabbriche delle tue munizioni sono già in mano all'Armata Rossa. Non hanno la capacità di capire che quelli che seppelliranno i cadaveri torturati con cui dissemini il terreno mentre ti stai ritirando, sono quelli da cui dovrai andare ad arrenderti.Alcuni dei loro massacri furono interrotti dagli ufficiali della Wehrmacht, che cercarono di spiegare agli entusiasti fanciulli che quando sei in ritirata non è il caso che dissemini atrocità perché non c'è più nessuno che ti fabbrichi proiettili per sostituire quelli che stai sparando in testa a gente legata e perché, prima o poi, dovrai andare ad arrenderti da quelli che hanno visto i cadaveri che tu hai lasciato.Il rapporto di Darmstadt mostra le foto di alcuni imberbi ragazzini mentre si arrendono agli angloamericani, poi le foto degli stessi ragazzini davanti al plotone di esecuzione. Per la baby division la convenzione di Ginevra non fu rispettata. Le condizioni di prigionia degli angloamericani furono comunque durissime, i prigionieri furono bizzarramente considerati unità combattenti, e non tutte le SS ci arrivarono. Questo non impedì a moltissimi di loro di sopravvivere e tornare indisturbati alle loro case con il loro vero nome, dove sono vissuti indisturbati, prendendo anche un premio Nobel come Gunter Grass per libri di discutibile e opinabile valore. Perché la vendetta si abbatté, ma la giustizia fu parziale e carente. Il libro I volenterosi carnefici di Hitler di Daniel Goldhagen ha rivelato questa verità. Un'altra idea scorretta che abbiamo interiorizzato dai film è che i vari gerarchi si amassero tra di loro, o almeno non si odiassero troppo. Quando Albert Speer, l'architetto di Hitler, si rese conto che aveva bisogno di prigionieri e deportati in ragionevole stato nutrizionale per poterli far lavorare a fabbricare armi e munizioni, Heinrich Himmler e Adolf Eichmann continuarono a farli morire di fame di stenti, sia per abitudine sia per l'antipatia che portavano a Speer. Nel 1943 era evidente a chiunque che il Reich avrebbe perso la guerra, e qui si arriva a un'altra idea sbagliata: che i vari gerarchi amassero il Fuhrer. Non è vero. Himmler sognava di prendere il suo posto. Aveva sostituito al concetto di volk, idea mistica del popolo tedesco, fatto di carne, sangue e terra, il concetto di arianità. Le SS erano internazionali, inclusive diremmo oggi. I carnefici stranieri di Hitler di Christopher Hale ricostruisce la loro storia. La 13esima era la divisione islamica, bosniaco palestinese. Tra le SS nel bunker di Hitler non c'era nessun tedesco. La storia si era vendicata del volk.Lo sterminio degli ebrei era un'idea assolutamente folle. All'inizio nessuno la prese in considerazione. Uccidere tutti sarebbe stata un'idea da barbari, da sovietici, si diceva. Bisognava conquistare la Polonia per metterci dentro gli ebrei così da metterli da qualche parte. Bisognava conquistare l'Unione sovietica per mettere gli ebrei in Siberia. Un'altra idea sempre rilanciata era quella dell'espulsione di massa, così migliaia di profughi sarebbero finiti tra i piedi degli alleati. Nel novembre del 41 Hitler firmò un patto d'acciaio di alleanza con il gran Muftì di Gerusalemme e, in quell'occasione, pronunciò la frase: «Il nazismo ha due anime, tedesca e islamica». In tale occasione fu fondata la 13ª divisione SS. Molti storiografi sospettano che fu in tale occasione che si accantonò l'idea dell'espulsione, che avrebbe aumentato la pressione sulla Palestina, e si prospettò per la prima volta l'idea assolutamente folle dello sterminio. La soluzione finale fu sancita nel febbraio del 1942 in assoluta segretezza. Questa segretezza fu infranta con il famoso discorso di Himmler a Posen nell'ottobre del 43, accuratamente registrato. Il gerarca dichiarò pubblicamente che avrebbero ammazzato tutti gli ebrei, anche donne e bambini. Eppure il discorso fu pronunciato davanti a persone che conoscevano perfettamente questa verità. Non uno solo di loro ne era ignaro. Stavano ammazzando donne e bambini da un anno e mezzo, perché dichiararlo platealmente, registrando le parole? Lo scopo del discorso non era informare gli altri gerarchi e i loro sottoposti, ma informare gli alleati. Se non ci fosse stato quel discorso la colpa sarebbe stata data solo a Hitler, Himmler e alle divisioni delle SS. Tutti gli altri avrebbero potuto giurare di essere sempre stati fermamente convinti che, da qualche parte all'est, esistessero delle misteriose città abitate dagli ebrei non assassinati. Insomma, con quel discorso Himmler, che odiava gli altri gerarchi, voleva esporre anche loro alla vendetta degli alleati. O, se preferite, alla giustizia.In guerra non esistono innocenti, a parte i bambini. Non aver fatto niente non è una scusante, piuttosto può essere un'accusa. Questo fu chiaro ai berlinesi quando ormai Berlino fu accerchiata. Il numero di tedeschi impiccati da altri tedeschi mentre i russi assediavano la città è altissimo. Chiunque non stesse combattendo fu accusato di codardia e impiccato. Andavano a prendere i soldati feriti per impiccarli. Fu una incredibile ubriacatura di ferocia che ornò tutti i ponti di Berlino di impiccati, con le loro donne che piangevano disperate accasciate lungo i marciapiedi.Si trattava di uomini che non avevano fatto niente. Evidentemente questa era stata la colpa. Questo fenomeno dei morti impiccati è ben rappresentato nel film La caduta, gli ultimi giorni di Hitler del 2004. Celeberrima la scena in cui Hitler che parla con i suoi generali che, sudando per il terrore, confessano a questo ometto psicotico che la sua idea che la divisione Waffen SS di Steiner contrattaccando potesse respingere l'armata Rossa, fosse fuori dalla realtà. La vendetta della storia stava quindi per abbattersi su Berlino e sul suo Fuhrer. Di quella scena esistono innumerevoli versioni comiche su YouTube. In effetti la scena originale nella sua drammaticità ha un'indubbia valenza comica, con questi generali carichi di armi e medaglie che tremano davanti a questo ometto, mentre nessuno di loro ha il coraggio di fare quello l'unica cosa sensata: sparargli in testa e alzare una bandiera bianca così da salvare la vita di qualche civile. La vendetta della storia è terribile. E si abbatte anche sui vili.Quindi, quando la ferocia travolge il mondo, tanto vale combattere. Se non fai niente, prima poi ti massacreranno. Tanto vale meritarsele. E comunque è molto più divertente morire per qualche cosa che vivere per nulla. Meglio morire per qualche cosa che essere uno di quelli che non hanno fatto niente.
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