2020-08-20
In nome dell’antirazzismo si toglie la responsabilità agli immigrati
In Francia e in altri Paesi, per «proteggere» gli stranieri, ai media è vietato dare le generalità dei delinquenti. In Norvegia le cambiano. E si arriva alla follia di giustificare i reati su basi culturali: questa sì che è xenofobia.Francia arancia meccanica, La France Orange mécanique, è il saggio sempre attuale scritto da Laurent Obertone nel 2013, che , benché sia stato in testa alle classifiche per mesi, non è stato tradotto né venduto in edizione digitale. Nel libro si parla di banali statistiche su chi commette crimini. I cosiddetti immigrati di terza generazione sono, giustamente, considerati cittadini francesi a tutti gli effetti. I loro crimini sono - nelle statistiche - crimini di cittadini francesi. Nel momento in cui però parliamo di cittadini francesi islamici, scopriamo che queste persone benché siano il 10 % della popolazione, sono la metà dei carcerati, essendo gli autori di metà dei crimini perseguiti. Poi ci sono quelli non perseguiti. La maggioranza dei piccoli crimini, l'insulto, l'aggressione fisica per strada, il furto delle cose lasciate in auto, l'aggressione dello studente al professore, non vengono più nemmeno denunciati, esattamente come avviene in Italia. Non è vero che i reati stanno diminuendo. Chi si trova la casa svaligiata fa denuncia solo se ha un'assicurazione che può rimborsare qualcosa, altrimenti perché sprecare tempo a denunciare un reato che nessuno perseguirà? Se ci troviamo la casa svaligiata ringraziamo in cielo che ci hanno rubato solo qualcosa e non tutto, che dopo aver rubato se ne sono andati, invece di cambiare la serratura e occupare l'alloggio. Chiunque sia senza reddito dimostrabile e senza un lavoro dimostrabile, può rubare la casa di un altro perché scatta lo stato di necessità e non è un reato perseguibile. Se tra gli occupanti c'è anche una donna che si dichiara incinta la casa è immediatamente persa con tutti i suoi averi. Lo stato di necessità scintilla e, come i nostri giudici fanno notare, il diritto alla casa è uno dei diritti inalienabili dell'individuo. L'individuo non siete voi, ma gli occupanti. La nostra magistratura, ufficialmente politicizzata, ha già applicato la regola marxista: ogni proprietà è un furto. Adora l'esproprio proletario. È inoltre maggiore, in media, la violenza dei crimini, la violenza degli stupri è tale che questi acquisiscono spesso non solo le caratteristiche atroci dello stupro di gruppo, ma quelle violentemente sadiche dello stupro etnico. Mentre i dati ufficiali cinguettano le idiozie che il maggior numero di stupri avviene in famiglia, sempre un maggior numero di donne in Francia, Norvegia, Svezia e Germania, sa che se esce da sola, soprattutto di sera, lo fa a suo rischio e pericolo. In Francia (Norvegia, Svezia, Germania), per evitare al cuoricino di noi cafoni bifolchi la tentazione del razzismo, è vietato ai media dire il nome degli aggressori. Si dice cittadino francese. Se il cittadino si chiamasse Mohamed, poi scatta il razzismo. In Norvegia hanno fatto di meglio, dicono solo in nome di battesimo e lo danno falso: l'autore si chiamava Mohamed, sull'articolo scrivono che si chiamava Joseph. Quindi attribuiscono a un'etnia, norvegese cristiano, i crimini che non ha commesso e che ha invece commesso l'appartenente a un'altra etnia. Come si faceva in Germania ai tempi del nazismo. L'autore del crimine si chiamava Helmut? Il giornale scriveva che si chiamava Mordecai. Anche per l'autore del reato che è l'accoltellamento sui treni ci hanno spiegato che si trattava di un folle sempre, nemmeno bisogno di dirlo, e soprattutto, di volta in volta, di un cittadino tedesco, svizzero, austriaco, di nuovo tedesco, eccetera. Evidentemente un'Europa immemore della sua storia, regala le cittadinanze a chi accoltellerà i suoi figli.Analoga censura da noi. Gli immigrati sono la nuova razza ariana. Negli ultimi giorni, per due volte, crimini di stranieri, non cittadini di seconda o terza generazione, ma stranieri, sono stati spacciati per crimini di italiani. Sono stati definiti coetanei gli stranieri che hanno stuprato una quindicenne, sono stati definiti locali gli albanesi autori di un pestaggio.A Colonia lo stupro di Capodanno è stato tenuto nascosto ed è saltato fuori solo grazie a Facebook, con le sue incredibili proporzioni. Vorrei ricordare l'incredibile balletto sulle punte fatto dopo lo smembramento di Pamela. La orwelliana Carta di Roma è un'associazione nata nel 2011 per attuare una corretta informazione sugli immigrati, in realtà per cavare gli occhi a chiunque osi avere dei dubbi che per il popolo italiano sia un affare così grandioso importate la mafia nigeriana, l'integralismo islamico e in generale tizi che, benché disponessero di somme ingenti per affrontare il viaggio, non le abbiano investite per crearsi un'attività nei loro Paesi. La violenza contro una donna è fatta da un appartenente alla etnia europea e alla religione cristiana? Anche una pacca sul sedere è una violenza inaccettabile che merita l'ergastolo e la castrazione. L'aggressore è immigrato? Chi ne parla è razzista, fascista, sicuramente anche omofobo, e soprattutto la colpa è del Paese di origine che non ha integrato l'immigrato, gli ha causato frustrazione e dolore. Lo stupratore è immigrato? La donna è stata massacrata da uno stupro di gruppo? «Non possiamo pretendere che un africano sappia che in Italia, sulla spiaggia, non si può violentare una persona, perché lui probabilmente non lo sa proprio». Sono queste le parole pronunciate da Carmen Di Genio, avvocato del Comitato pari opportunità della Corte d'appello di Salerno, dopo lo stupro di Rimini. Che bizzarra idea ha degli africani, avvocato. Io in Africa ci sono stata e le do la mia parola che lo stupro è considerato un crimine gravissimo. Sono stata nel Sidamo come medico, regione copta di profonda fede cristiana, e quando potevo giravo da sola per fare fotografie, con la certezza assoluta che il mio unico problema sarebbero stati i bimbi che mi avrebbero seguito nella speranza di caramelle che avevo l'ordine di non distribuire per evitare carie. L'Africa ha un'etica, e uomini perbene che combattono per la loro terra. Quelli che arrivano qui non sono i migliori. E arrivano perché innumerevoli persone, che non sono le migliori, copriranno le loro responsabilità.
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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Matteo Del Fante, ad di Poste Italiane (Ansa)
«Non esiste al mondo un prodotto così diffuso e delle dimensioni del risparmio postale», ha dichiarato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane, a margine dell’evento «Risparmio Postale: da 150 anni la forza che fa crescere l’Italia», a cui ha presenziato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Come l’ha definito il Presidente della Repubblica, si tratta di un risparmio circolare: sono 27 milioni i risparmiatori postali», ha spiegato ai giornalisti Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.
Donald Trump e Xi Jinping (Ansa)