In tutta la regione, compresa Milano, numeri in discesa sia per gli infetti sia per i ricoveri in rianimazione. Vincenzo De Luca scioglie la zona rossa nel Vallo di Diano, mentre le vittime fra i dottori salgono ancora: siamo a 116.
In tutta la regione, compresa Milano, numeri in discesa sia per gli infetti sia per i ricoveri in rianimazione. Vincenzo De Luca scioglie la zona rossa nel Vallo di Diano, mentre le vittime fra i dottori salgono ancora: siamo a 116. Il post festività consegna qualche dato rincuorante: ricoverati in calo e meno contagi, ma il numero di morti resta troppo alto. Nelle ultime 24 ore il Covid-19 ha falciato 602 persone (lunedì il conto delle vittime si era fermato a 566), portando il totale di vittime a 21.067. Un bollettino drammatico che dopo il rallentamento dei giorni scorsi è tornato ai livelli delle ultime settimane. L'aumento dei contagi è di 2.972 unità (lunedì era 3.153). Ma questo dato va di pari passo con il numero di tamponi eseguiti. Che è sceso non di poco rispetto ai giorni scorsi: ieri 26.779, lunedì 36.717. E in netto calo rispetto alla settimana scorsa quando si era arrivati a sfiorare 50.000 tamponi. Il rapporto tra test processati e casi individuati è di un malato ogni 9 tamponi, ovvero l'11,1%. Negli ultimi giorni questo valore è stato in media del 9%. In termini di trend di crescita, comunque, il Piemonte, cresciuto in 14 giorni in termini di contagi di oltre l'84%, facendo peggio della Lombardia. Mentre la regione con l'aumento percentuale più contenuto è stata l'Umbria, appena il 22% di casi in più rispetto al 31 marzo. I guariti, inoltre, continuano a crescere: ieri hanno raggiunto quota 37.130, per un aumento in 24 ore di 1.695 unità (lunedì il numero di guariti si era fermato a 1.224). E ci sono tre regioni a zero contagio: Basilicata, Molise e Umbria, pur avendo processato più tamponi, non hanno riscontrato nuovi infetti (in Umbria solo un contagiato). Scendono ancora i pazienti in terapia intensiva, dove si trovano in totale 3.186 persone, 74 meno di lunedì. Anche i ricoverati con sintomi sono in discesa: 12 in meno in 24 ore. E anche dalla Lombardia arriva qualche buona notizia: «I numeri lombardi da molti giorni sono in consolidamento positivo, anche alla luce del continuo aumento dei tamponi effettuati», spiega l'assessore al Welfare della Regione, Giulio Gallera, che intravvede una luce in fondo al tunnel. I casi positivi sono 61.326, 1.012 più di lunedì (domenica l'incremento è stato di 1.262). «Ormai», riferisce Gallera, «il numero di nuovi ricoverati si è praticamente azzerato e questo è il dato che evidenzia il risultato degli sforzi fatti». E anche il dato delle terapie intensive continua a diminuire. I contagiati in ospedale ora sono 12.077 (49 in più). Ma scende il numero di pazienti in terapia intensiva: 1.122, ossia 21 in meno di lunedì. Anche il numero di vittime è in calo: 241 in più rispetto a lunedì. Anche se il totale dei caduti lombardi è impressionante: ben 11.142.A Milano e provincia i nuovi positivi al coronavirus nelle ultime 24 ore sono stati 189, raggiungendo un totale di 14.350. Lunedì erano aumentati di 481 unità. A Milano città i nuovi casi sono 57, mentre lunedì i contagi erano aumentati di 296 unità. «Milano è densamente popolata», ha detto Gallera, «se non ci fosse stata una grande attenzione si poteva trasformare in un focolaio con proporzioni simili per intensità a quelli che abbiamo visto a Bergamo e a Brescia, a Lodi, ma avendo una popolazione tripla dell'insieme di tutte queste province rischiava di travolgere il nostro sistema sanitario e questo fortunatamente non è successo». Ma è il dato che emerge dagli ospedali che rende la situazione lombarda più confortante: «Sta tornando lentamente alla normalità», ha aggiunto Gallera che, però, ha ribadito che «abbassare la guardia sarebbe estremamente pericoloso». E infatti le forze dell'ordine non la abbassano. Non solo in Lombardia. Tra il 10 e il 13 aprile scorsi, nel corso di controlli in occasione delle festività pasquali, sono state denunciate complessivamente 487 persone: 374 per false attestazioni, mentre 113 per violazione delle quarantena. I sanzionati, invece, sono oltre 16.000 solo a Pasquetta, 53.000 nei quattro giorni. A Catania otto persone, componenti due nuclei familiari, si erano ammassati in un furgone per andare in gita: in sei erano nascosti nel vano di carico posteriore, assieme a masserizie e cibo. Alla Romanina, quartiere periferico capitolino, dopo una segnalazione per musica alta e rumori molesti le forze dell'ordine hanno interrotto un festino a base di alcol con 15 studenti universitari fuori sede. A Napoli c'è addirittura un arrestato. A Cardito, sempre in Campania, invece, un contrabbandiere di sigarette usava il paniere calato dal balcone per i suoi affari. E mentre escono dalla zona rossa i comuni salernitani del Vallo di Diano (Sala Consilina, Polla, Caggiano, Atena Lucana, Auletta), tra i primi focolai in Campania, il governatore Vincenzo De Luca ha prorogato la zona rossa ad Ariano Irpino, dove con il decesso di ieri le vittime sono salite a 44. Altri quattro medici, inoltre, si aggiungono al tragico elenco aggiornato quotidianamente dalla Federazione nazionale degli ordini dei medici: Luigi Ciriotti, medico di medicina generale in pensione, Sebastiano Carbè, anche lui medico pensionato, ex dirigente medico pronto soccorso, Maurizio Bertaccini, medico di medicina generale, e l'odontoiatra Domenico Fatica. Dall'inizio dell'emergenza i camici bianchi strappati via dal Covid-19 sono 116.
Chiara Ferragni (Ansa)
L’influencer a processo con rito abbreviato: «Fatto tutto in buona fede, nessun lucro».
I pm Eugenio Fusco e Cristian Barilli hanno chiesto una condanna a un anno e otto mesi per Chiara Ferragni nel processo con rito abbreviato sulla presunta truffa aggravata legata al «Pandoro Pink Christmas» e alle «Uova di Pasqua-Sosteniamo i Bambini delle Fate». Per l’accusa, l’influencer avrebbe tratto un ingiusto profitto complessivo di circa 2,2 milioni di euro, tra il 2021 e il 2022, presentando come benefiche due operazioni commerciali che, secondo gli inquirenti, non prevedevano alcun collegamento tra vendite e donazioni.
Patrizia De Luise (Ansa)
La presidente della Fondazione Patrizia De Luise: «Non solo previdenza integrativa per gli agenti. Stabiliamo le priorità consultando gli interessati».
«Il mio obiettivo è farne qualcosa di più di una cassa di previdenza integrativa, che risponda davvero alle esigenze degli iscritti, che ne tuteli gli interessi. Un ente moderno, al passo con le sfide delle nuove tecnologie, compresa l’intelligenza artificiale, vicino alle nuove generazioni, alle donne poco presenti nella professione. Insomma un ente che diventi la casa di tutti i suoi iscritti». È entrata con passo felpato, Patrizia De Luise, presidente della Fondazione Enasarco (ente nazionale di assistenza per gli agenti e i rappresentanti di commercio) dallo scorso 30 giugno, ma ha già messo a terra una serie di progetti in grado di cambiare il volto dell’ente «tagliato su misura dei suoi iscritti», implementando quanto fatto dalla precedente presidenza, dice con orgoglio.
Il ministro Nordio riferisce in Parlamento sulla famiglia Trevallion. L'attacco di Rossano Sasso (Lega): ignorate le situazioni di vero degrado. Scontro sulla violenza di genere.
Ansa
Il colosso tedesco sta licenziando in Germania ma è pronto a produrre le vetture elettriche a Pechino per risparmiare su operai, batterie e materie prime. Solito Elkann: spinge sull’Ue per cambiare le regole green che ha sostenuto e sul governo per gli incentivi.
È la resa totale, definitiva, ufficiale, certificata con timbro digitale e firma elettronica avanzata. La Volkswagen – la stessa Volkswagen che per decenni ha dettato legge nell’industria dell’automobile europea, quella che faceva tremare i concorrenti solo annunciando un nuovo modello – oggi dichiara candidamente che intende spostare buona parte della produzione di auto elettriche in Cina. Motivo? Elementare: in Cina costa tutto la metà. La manodopera costa la metà. Le batterie costano la metà. Le materie prime costano la metà. Persino le illusioni costano la metà.






