2023-07-17
In Italia un adolescente su dieci usa gli psicofarmaci per sballare
Lo scorso anno circa 300.000 giovanissimi (in maggioranza femmine) li hanno assunti senza ricetta, prendendoli il più delle volte dall’armadietto dei medicinali di casa. In Toscana il record di consumi.Cocaina e cannabis, ma anche antidepressivi (Fluoxetina), calmanti (Quetiapina), sonniferi (Stilnox) e benzodiazepine (Xanax): sono questi gli psicofarmaci assunti dalla ragazza che ha accusato Leonardo La Russa di violenza sessuale. Caso isolato? Affatto: gli ultimi dati disponibili sul consumo di psicofarmaci tra i ragazzi sono sempre più allarmanti. Nell’ultimo anno quasi 300.000 adolescenti ne hanno fatto uso senza prescrizione medica. Secondo uno studio del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), il 10,8% della popolazione tra i 15 e i 19 anni, un giovane su dieci, ricorre a psicofarmaci per «uso ricreativo». Non sono, dunque, medicine prescritte dal medico per curare patologie specifiche o disturbi emotivi, ma «psicofarmaci dello sballo» dedicati ai momenti di evasione e spesso consumati insieme con alcool o cannabis per amplificarne gli effetti. I giovani li consumano anche per aumentare le performance scolastiche e la soglia di attenzione, migliorare l’aspetto fisico el’autostima, sentirsi in forma e ottimizzare sonno e umore. Il trend è in crescita: se nel 2017 era stato raggiunto il picco del consumo senza ricetta tra gli adolescenti (11,3%), poi calato negli anni successivi (nel 2021 la percentuale era scesa al 6,6%), la tendenza è oggi nuovamente in aumento. È quasi raddoppiato anche il numero di adolescenti che ne fanno un uso abituale: dall’1,1% del 2021 all’1,9% dello scorso anno. Una vera dipendenza, associata anche ad altre sostanze psicoattive (tabacco, energy drink, benzodiazepine e sostanze stupefacenti) che favoriscono lo sviluppo di comportamenti pericolosi. La tipologia di psicofarmaci senza prescrizione medica maggiormente utilizzata è quella dei farmaci per dormire (5%), seguita da quelli per l’umore e le diete (1,7%) e dalle medicine per l’aumento dell’attenzione (1,2%). Ma dove e come si riforniscono i ragazzi? Secondo lo studio, il 42% di loro dichiara di rifornirsi dall’armadietto dei medicinali di casa. Un problema tutto italiano, poiché in molti Paesi europei i medicinali sono venduti esattamente secondo ricetta medica: su prescrizione di 10 compresse, il farmacista vende blister da 10. In Italia, invece, anche se il medico prescrive 10 compresse, le farmacie vendono di default scatole da 20 o 40 compresse. Risultato, le confezioni spesso restano nell’armadietto quasi piene, fino a scadenza. Il 28% dei giovani le cerca anche su Internet: i ragazzi comprano online psicofarmaci e sciroppi a base di codeina o antistaminici e li mischiano con bevande energetiche come la taurina per preparare «cocktail da sballo» come il purple syrup. Il 22%, infine, li trova «per strada», dove si è sviluppato una sorta di mercato nero che sfugge al controllo di adulti e medici. Una conferma alle dinamiche di approvvigionamento degli psicofarmaci da parte degli adolescenti era già emersa nel corso del processo per lo stupro di Capodanno 2020 a Roma, nel quartiere di Primavalle. Nelle chat diffuse in aula, una delle ragazzine, prima di recarsi alla festa, comunicava alle amiche di non trovare il Rivotril (farmaco benzodiazepinico). L’amica quattordicenne la rassicurava: «Le pasticche di Xanax e Rivotril ve le regalo, tanto è Capodanno. Le ho portate da casa, senza dire altro». Il consumo di psicofarmaci «spm» (senza prescrizione medica) varia a seconda del genere: sono soprattutto le ragazze a consumarli, con una percentuale intorno al 10,8% - contro il 4,9% dei ragazzi - per uso ricreativo o auto-medicatorio. Ed è indicativa anche la graduatoria delle regioni in cui i ragazzi fanno maggiore uso di antidepressivi. Il centro Italia ha un livello di consumo superiore di circa il 10% rispetto al nord (50,4 dosi contro 46,9 dosi ogni mille abitanti al giorno) e del 33% rispetto al sud (37,7 dosi). In cima alla classifica, con 66 dosi, c’è la Toscana, con un valore quasi doppio rispetto alla Campania e alla Basilicata (circa 35 dosi). I giovani, che un tempo ricorrevano alle droghe dello sballo più tradizionali (cocaina, cannabis e anfetamine), hanno spostato l’attenzione sugli psicofarmaci, certamente perché sono più facilmente disponibili e meno costosi, ma anche perché, essendo legali, non sono percepiti come droghe. E, nonostante siano istruiti sul rischio che i medicinali con effetti sedativi, ipnotici e anestetici, se associati all’alcool, hanno effetti ipotensivi anche gravi, continuano a consumarli.All’ultimo congresso della Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (Sinpf) gli addetti ai lavori si sono affrettati a spiegare che gli psicofarmaci, «assieme a un percorso terapeutico a 360 gradi, sono fondamentali per curare le malattie mentali anche nei giovani e giovanissimi». C’è sempre, insomma, il riflesso condizionato di trasformare i disagi della sfera emotiva in malattie. Secondo gli esperti, «molte patologie curate per tempo nei giovani, garantiscono loro un futuro. Se questi farmaci sono invece usati con modalità non corrette possono avere ripercussioni negative». Nessuno però si chiede perché queste «modalità non corrette» costituiscano ormai la norma.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.