2025-11-22
L’ente anti Trump è finanziato dall’Ue
L’istituto Affari internazionali diretto da Nathalie Tocci ha ricevuto dalla Commissione 10 milioni. Nel conflitto ucraino l’analista si è distinta per le posizioni pro Unione.Un flusso costante di finanziamenti europei pari a 80 milioni di euro l’anno, un sistema articolato di programmi per sostenere media, analisi strategica, progetti editoriali e iniziative di fact-checking, e un obiettivo dichiarato: rafforzare consapevolezza, coesione e fiducia nel progetto comunitario. È l’immagine che emerge dal report Brussels’s Media Machine, che ricostruisce dieci anni di programmi della Commissione e del Parlamento europei dedicati alla comunicazione istituzionale. Secondo il documento, il sistema dei finanziamenti ha raggiunto quasi un miliardo di euro complessivi, spesso destinati a contenuti informativi con finalità esplicitamente narrative, indirizzati a rafforzare la percezione positiva delle politiche dell’Unione.Il meccanismo non riguarda soltanto giornali, agenzie di stampa e redazioni consorziate, ma coinvolge anche think tank, istituti di ricerca e centri di analisi strategica, ritenuti attori cruciali nella costruzione del discorso pubblico europeo. Tra questi, secondo il giornalista indipendente Thomas Fazi, uno dei protagonisti è l’Istituto affari internazionali. Dal 2015, secondo il dossier, l’istituto ha ricevuto circa 10 milioni di euro in finanziamenti europei.I fondi destinati allo Iai rientrerebbero in una pluralità di programmi che l’Unione dedica alle attività di ricerca, divulgazione e formazione sui temi delle relazioni esterne, della sicurezza, della politica di vicinato e dell’integrazione europea. I progetti finanziati includerebbero conferenze, rapporti di analisi, iniziative di studio e reti internazionali. Secondo il documento, l’Istituto ha svolto anche un ruolo attivo in programmi finanziati dall’Ue rivolti all’Ucraina, in particolare nel quadro delle iniziative europee per «rafforzare resilienza istituzionale, sistema informativo e capacità di governance del Paese dopo il 2014». Il report osserva che i think tank finanziati dall’Unione contribuiscono alla definizione dello spazio narrativo europeo in almeno tre modi: producendo analisi e rapporti destinati a decisori politici e opinione pubblica; formando nuove generazioni di esperti; partecipando a reti internazionali sostenute da Bruxelles. In questo quadro, strutture come lo Iai rappresentano un punto di contatto tra sistema istituzionale europeo e dibattito strategico nei singoli Paesi membri.L’Istituto è diretto da Nathalie Tocci, che non più tardi di mercoledì scorso è stata insignita del titolo di Cavaliere della Legion d’Onore francese dall’ambasciatore di Francia a Roma, Martin Briens. «Mi congratulo con lei per il suo brillante percorso. Esperta di relazioni internazionali, incarna un’Italia europeista con legami forti con la Francia», aveva commentato il diplomatico consegnandole l’augusta investitura. La signora Tocci, peraltro, si è sempre mostrata particolarmente disponibile a prestare la sua voce e la sua penna alle istanze europeiste. Ieri, sulle colonne della Stampa, asseriva che «con l’amministrazione Trump, l’eco Usa sulle azioni russe si è già dissipata. Il risultato è il disimpegno militare degli Stati Uniti, già minato dagli errori compiuti nella gestione delle politiche in Medio Oriente, e la pressione esercitata da Kiev. Al netto degli schieramenti economici, la volontà di nuove intese si scontra con il fatto che la Russia non è riuscita ad avanzare su Kiev, ma al tempo stesso si trova in posizione di vantaggio rispetto agli assetti commerciali. Il business delle compagnie private si rivela la vera conquista mancata, che può far pesare la forza economica russa anche in assenza di invasioni?» Questo, in aggiunta a quanto rilevato dal report Brussels’s Media Machine consente a Fazi di ricordare come sia «curioso» che «quelli che accusano qualunque voce critica sulla guerra di essere al soldo di Vladimir Putin e della Russia, senza fornire uno straccio di prova, poi si rivelino tutti al soldo della Ue e della Nato, cioè di quelli che vogliono che la guerra in Ucraina continui a tutti i costi».
Mattarella e macron in occasione dell'incontro per la firma del Trattato del Quirinale del 2021 (Ansa)
Fabrizio Cicchitto (Ansa)
Angelo Fanizza (Imagoeconomica)
Francesco Saverio Garofani (Imagoeconomica)