
L’ex primo ministro Manuel Valls e il verde Daniel Cohn-Bendit contestano i flussi e chiedono rimpatri. Anche la sinistra francese riconosce che l’immigrazione senza freni è più una fonte di problemi che di soluzioni. Nel giro di due giorni, due personalità storiche di quella che fu la gauche caviar parigina, hanno parlato come dei Viktor Orbán o Donald Trump qualunque. I due ex grandi della sinistra radical chic d’Oltralpe sono l’ex premier socialista e ora neo ministro dell’Oltremare, Manuel Valls, e l’ex sessantottino Daniel Cohn-Bendit che, in seguito, è stato per quasi vent’anni parlamentare europeo tra le file dei verdi. A provocare la sterzata a destra delle due vecchie glorie di sinistra è stata la drammatica situazione che sta vivendo il dipartimento d’Oltremare francese di Mayotte, l’isola situata nel Canale del Mozambico devastata dal ciclone Chido lo scorso dicembre. In questo coriandolo di Francia sperduto al largo delle coste dell’Africa australe la ricostruzione va a rilento e questo non fa altro che acuire ulteriormente il dramma di un’isola in cui oltre la metà della popolazione è rappresentata da persone immigrate irregolari. Queste sono attirate dallo ius soli francese che vige a Mayotte e che, seppure con qualche correttivo, permette ai nati sull’isola di ottenere il passaporto di Parigi. Proprio questo effetto calamita e la conseguente immigrazione fuori controllo hanno portato Valls e Cohn-Bendit a rompere con il buonismo (di facciata) delle sinistre francesi ed europei, quelle dei «porti aperti», per intenderci. In una tribuna pubblicata da Le Figaro lunedì e firmata anche dal ministro dell’Interno (di destra) Bruno Retailleau e da quello della Difesa, il macronista Sébastien Lecornu, l’ex premier Valls ha scritto che «al di là dell’urgenza dobbiamo trattare le cause del disordine migratorio nell’arcipelago. Per questo», hanno continuato i ministri francesi, «sono necessarie delle misure legislative» per «cambiare le cose a Mayotte». I membri dell’esecutivo di Parigi hanno ricordato le parole del premier François Bayrou che, qualche settimana fa, ha dichiarato che «una domanda che bisogna porsi» riguarda la revisione dello ius soli sull’isola. In attesa di arrivare a questo cambiamento, Valls e i suoi colleghi invitano a non restare con le mani in mano e propongono già di «allungare la durata della residenza regolare (sul suolo francese, ndr) dei genitori per l’ottenimento della cittadinanza francese dei figli». I ministri transalpini hanno scritto anche di voler «lottare contro i riconoscimenti di paternità fraudolenti» ma anche di promuovere «l’estensione dell’aiuto al rientro volontario dei cittadini africani nei loro Paesi d’origine». Ma non è tutto, Valls e i suoi colleghi ministri ricordano che parallelamente a queste misure dovrà essere «continuato e amplificato lo sforzo per cercare, con i Paesi d’origine o di transito, degli accordi di riammissione» nonché continuare a «lottare efficacemente contro i passeurs». Poi una dichiarazione che avrebbe potuto uscire dalla bocca del presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni, quando parlava dell’accordo con l’Albania. «Il nostro obiettivo» hanno scritto Valls, Retailleau e Lecornu «è di ridurre le pompe aspiranti (di migranti, ndr) e aumentare gli allontanamenti di clandestini dai 25.000 attuali ai 35.000 futuri». Nella serata di lunedì, l’ex deputato europeo Cohn-Bendit ha rincarato la dose, mentre era ospite della rete Lci. «Non bisogna discutere del problema ideologicamente» ha dichiarato l’ex sessantottino, per il quale «bisogna considerare Mayotte» che «non è la Francia, non bisogna confondersi». Poi Cohn-Bendit ha dichiarato che bisogna «frenare e rendere impossibile questa immigrazione che è un grande capovolgimento, una grande sostituzione della popolazione».E mentre una parte della gauche francese guarda a destra, magari in previsione di eventuali scadenze elettorali impreviste, il presidente Emmanuel Macron spara a zero su Elon Musk accusandolo di voler sostenere «una nuova internazionale reazionaria».
(IStock)
C’è preoccupazione per la presenza di alimenti ultraprocessati nelle mense. Il presidente Prandini: «Il comparto vale 707 miliardi, quanto 20 manovre». Federico Vecchioni (BF): «Una massa di risorse private ha identificato il mondo agricolo come opportunità».
Francesca Albanese (Ansa)
La rappresentante Onu ha umiliato il sindaco di Reggio, solo perché lui aveva rivolto un pensiero anche ai rapiti israeliani. La giunta non ha fatto una piega, mentre è scattata contro il ministro sul caso Auschwitz «rispolverando» anche la Segre.
(Ansa)
Il premier congela la riforma fino alle prossime presidenziali, ma i conti pubblici richiedono altri sacrifici. Possibile tassa sui grandi patrimoni. Il Rassemblement national: «Progetto di bilancio da macelleria fiscale».
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
- Alla base della decisione, la mancata condivisione di alcune strategie difensive ma soprattutto l’esuberanza mediatica del legale, che nelle ultime settimane aveva parlato a ruota libera su Garlasco. Lui: «Sono sorpreso».
- Ieri l’udienza davanti al tribunale del Riesame. Lo sfogo dell’ex procuratore Venditti: «Mai preso soldi». Sarà la Cassazione a decidere sul conflitto tra Pavia e Brescia.