
Dopo mesi di campagna anti Israele da parte di vari esponenti della sinistra francese, al di là delle Alpi l’antisemitismo ha colpito ancora. A farne le spese è stata una ragazzina di 12 anni di religione ebraica che, sabato 15 giugno, è stata costretta a subire dei rapporti sessuali da tre ragazzini quasi suoi coetanei. L’aggressione è avvenuta a Courbevoie, nella periferia Ovest di Parigi.
Dopo aver trascorso il pomeriggio con alcuni amici, uno di loro ha accompagnato la ragazzina vicino a casa sua, alle porte di un parco cittadino. La dodicenne ha attraversato lo spazio verde ma, secondo le testimonianze riportate da vari media francesi, ed è stata fermata da due ragazzini. Le Parisien ha scritto che uno di questi era l’ex fidanzatino della ragazza, mentre Le Figaro ha parlato di un ragazzo «che lei conosceva vagamente». I due adolescenti hanno obbligato la ragazzina a seguirli in una scuola materna in disuso sita a poca distanza. A quel punto un terzo minore si è unito agli altri e ha insultato la giovane dandole della «sporca ebrea». I tre, poi, hanno abusato di lei. L’hanno buttata a terra e obbligata a subire delle penetrazioni vaginali, anali e a subire un rapporto orale. La giovane è stata anche picchiata e minacciata di essere ustionata con un accendino. Uno dei giovani aggressori ha filmato lo stupro. Poco prima di abbandonare la vittima i tre baby-violentatori l’hanno minacciata di morte nel caso avesse rivelato l’accaduto alla polizia e le hanno ordinato di consegnare loro 200 euro, il giorno seguente.
Grazie alla testimonianza dell’amico che aveva accompagnato la ragazzina poco prima dell’aggressione e ai filmati delle telecamere presenti nella zona, i tre giovani violentatori sono stati facilmente rintracciati. La brigata territoriale della polizia specializzata nella protezione della famiglia ha fermato i tre ragazzini già lunedì pomeriggio.
Durante gli interrogatori, i baby stupratori hanno riconosciuto le proprie responsabilità ma hanno anche giustificato il proprio gesto con parole surreali. Alla base dello stupro multiplo ci sarebbe stata la voglia di vendetta. Per Le Parisien, l’ex fidanzatino della ragazzina avrebbe dichiarato alla polizia di essere stato preso dalla collera perché la dodicenne gli avrebbe nascosto la propria fede ebraica. Gli inquirenti hanno anche ritrovato nel cellulare del ragazzino delle immagini chiaramente antisemite. Un altro mini violentatore avrebbe dichiarato alla polizia di aver picchiato la vittima solo perché questa avrebbe parlato male della Palestina.
La notizia dello stupro della ragazzina ha suscitato diverse reazioni. Uno dei primi a fare dichiarazioni è stato il leader del partito di estrema sinistra, La France Insoumise (Lfi), Jean-Luc Mélenchon. Su X, il politico ha scritto di essere «inorridito» per questo stupro e da ciò che esso ha rivelato «in merito al condizionamento dei comportamenti criminali maschili già in giovane età e al razzismo antisemita». Il ministro della giustizia, Eric Dupont-Moretti, ha risposto duramente a Mélenchon. «Le sue dichiarazioni ricorrenti alimentano l’odio e conducono al peggio. Vergogna su chi scende a patti con lei per salvare il proprio interesse». La reazione di Dupont-Moretti faceva riferimento a varie esternazioni ai limiti dell’antisemitismo che Mélenchon e altri esponenti del Front Populaire, la coalizione di sinistra in corsa per le legislative, hanno fatto nei mesi scorsi specie dopo gli attacchi dei terroristi di Hamas lo scorso 7 ottobre. Durissima il leader del Rassemblement national (Rn), Marine Le Pen, che sui social ha denunciato «la stigmatizzazione degli ebrei da parte dell’estrema sinistra che va avanti da mesi» sfociata «nell’aggressione antisemita e lo stupro di una bambina di 12 anni».
Durante il Consiglio dei ministri di ieri, secondo l’agenzia di stampa France Presse, il presidente francese Emmanuel Macron ha a usato «parole solenni e gravi sulla piaga dell’antisemitismo».






