2019-05-14
«In 30 anni ho fatto 5.000 esorcismi. Il diavolo è potente però vinco io»
Il prete sardo Gianni Sini ha scritto il settimo libro su Satana: «Colpisce anche gli uomini di Chiesa, ma ormai non se ne vuole parlare».Prima regola, avere rispetto per il diavolo e non sottovalutarlo. «Perché è un essere spirituale, un angelo decaduto che ha capacità, intelligenza, forza superiori all'uomo» e lo tenta in ogni modo. Don Gianni Sini, esorcista dal 1988 e parroco di Nostra Signora de La Salette a Olbia, conduce da 30 anni lotte anche spaventose contro il demonio che però «nulla può di fronte alla potenza di Dio e alla forza della preghiera». Non dobbiamo aver paura del diavolo, ma «di offendere Dio aprendo le porte alle seduzioni del Maligno che non esita a inserirsi là dove viene meno la fede», afferma il sacerdote. Ha da poco pubblicato il suo settimo libro sul principe degli angeli decaduti, si intitola Io e Satana. Un esorcista risponde alle nostre domande (Sugarcoedizioni) ed è stato scritto a quattro mani con il giornalista Andrea Franchini. Secondo Sini, 64 anni, originario di Laerru, paesino di poche anime in provincia di Sassari, «il diavolo oggi è più attivo che mai. Non ci lascia in pace e la sua azione si rivolge anche contro gli uomini di Chiesa». Nell'introduzione, gli autori riportano qualche dato: 500.000 gli italiani che chiedono aiuto a esorcisti (240 quelli autorizzati, più 62 ausiliari), una richiesta su cinque riguarda un minorenne. Aumenta il numero delle sette, nel nostro Paese almeno 800, un quarto delle quali sarebbero sataniste. Don Gianni, in quale modo si manifesta il demonio?«Agisce in modo subdolo, senza mostrarsi. La sua è un'opera di seduzione, tenta d'insinuarsi nell'intimo della persona e di spingerla al male “in modo educato", facendole credere che sta inseguendo il bene per sé stesso: il successo, il denaro, il sesso sfrenato, i tanti desideri da soddisfare, le esperienze “forti" da provare, i vizi da assecondare. Papa Paolo VI definiva il Maligno “un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore". Non ti rende libero, ti fa schiavo a tua insaputa».Qual è il peccato che il diavolo preferisce?«L'orgoglio. Perché ti fa sentire come Dio, in grado di decidere che cosa è bene e che cosa è male senza alcun valore o riferimento religioso. Tutto diventa lecito. Satana si adatta alla psiche umana, ne coglie le fragilità e si insinua dove ci sono le maggiori debolezze, a livello fisico e spirituale. Credere alla magia, alle pratiche spiritiche apre la strada verso l'adorazione del demonio. Il diavolo si adatta ai tempi, segue le “mode ", crea malsani interessi, viene evocato anche attraverso il Web dove i giovani incontrano facilmente gruppi satanici, imparano come fare una messa nera e dove trovare tutto l'occorrente».A quale rischio va incontro un giovane?«Si rompe l'equilibrio psicofisico. Pensiamo solo a che cosa succede partecipando a una seduta spiritica evocando i morti. Rimane un forte turbamento, un segno non facile da cancellare anche per colpa del vuoto morale nel quale si muovono oggi i ragazzi. Delusi dalla società, sognano un mondo più giusto e il diavolo sembra che possa aiutarli, anche se poi li porta a diventare più tristi e a isolarsi dalla realtà. Quando si confonde la superstizione con la fede il Maligno è sempre in agguato, se vede che una “preda" sta diventando sua, non l'abbandona facilmente. Sbagliato pensare che con il progresso tecnologico l'interesse per il demoniaco sia calato. Anzi, aumenta anche tra le persone con più istruzione».Perché ha affermato che dietro il Blue whale, perverso gioco che induce al suicidio, «ci sono le sette» e «si intravede un segno demoniaco»?«L'ultima prova richiesta è uccidersi, magari mentre i compagni ti filmano con lo smartphone. Là dove c'è negazione della vita, l'omicida per eccellenza che ne gioisce è il diavolo».Come fa ad accorgersi che una persona è posseduta dal demonio e non ha, invece, problemi psichici?«Certo non è possibile stabilirlo al primo incontro. Se un adulto o un bambino parlano e capiscono lingue bibliche o sconosciute, se rivelano cose che non potrebbero conoscere, se manifestano avversione a Gesù, ai santi, alle immagini sacre, a reliquie, se il loro corpo assume contorsioni impossibili, se la rabbia li trasfigura, quasi certamente il Male è dentro di loro. Quando uso acqua normale per aspergerli prima del rito di esorcismo, non hanno reazioni, se utilizzo senza che se ne accorgano quella benedetta, urlano: “Brucia! Mettila via". Anche possedere forze superiori all'età o alla condizione fisica è un segnale. Avere accanto un ausiliare mi aiuta, se l'indemoniato diventa violento. Qualche volta dobbiamo legarlo. Inspiegabile è anche la presenza di metri di corda nello stomaco della persona vittima del demonio, di pezzi di vetro, di chiodi, pile che non può aver ingerito e che rigetta quando recito le formule sacre. L'aspetto del demonio non lo si può vedere durante l'esorcismo, ma sono gli stessi posseduti che raccontano di visioni o sogni in cui il diavolo appare con aspetto terrificante».I familiari partecipano al rito?«Almeno un parente deve essere presente. Per rassicurarlo su quanto viene fatto alla persona che ha bisogno dell'esorcista. E per nostra sicurezza».Ci sono altri malefici di natura diabolica: infestazione locale, vessazione, ossessione.«L'obiettivo del Maligno è sempre l'uomo. Cerca di togliergli la calma, la pace interiore, perché non trovi più forza e conforto nella fede, nella preghiera. Lo può fare con rumori, con presenze angoscianti nella casa in cui vive, con fastidi e dolori fisici finalizzati a fargli perdere la serenità interiore, con pensieri costanti sulla propria inutilità e che possono sfociare nell'autodistruzione, nel suicidio. Intervengo anche in questi casi». Le sue armi per combattere il demonio?«Vangelo, sacramenti, fede e la preghiera, seguendo il rito che la Chiesa affida agli esorcisti sotto la guida del vescovo della diocesi. Il Maligno dice che dipende da lui quando andarsene dal corpo di un uomo, ma è una menzogna: solo Dio lo decide».Il demonio colpisce chi non ha fede?«Sì, mi è capitato anche di liberare atei. Il Maligno tenta l'uomo contro la sua stessa dignità indipendentemente dal fatto se crede o se sia cristiano, musulmano, induista».Quanti esorcismi ha praticato e perché liberare un indemoniato richiede tempi sempre più lunghi?«Almeno 5.000, ho iniziato a 33 anni. Bisogna tenere presente che un solo esorcismo porta alla liberazione parziale, bisogna ripetere il rito ogni settimana, anche per diverso tempo. A volte sono necessari vent'anni per scacciare definitivamente i demoni. La possessione non dura ventiquattr'ore, si manifesta in alcuni momenti con violenze ingiustificate, offese a Dio e ai santi. Una madre può mettere il figlio in lavatrice perché cade in trance, non lo riconosce, odia il Signore ma anche i suoi familiari. Però nella stessa giornata quella persona può andare a messa, pregare anche se con sforzi enormi, può cercare di farsi aiutare da un sacerdote. Non è facile: nel clima di scristianizzazione generale, sempre più persone nemmeno credono nell'azione del Maligno».Nel suo libro afferma che «purtroppo il tema del diavolo è diventato quasi un tabù anche nell'ambiente ecclesiastico».«Non se ne parla per paura che si crei la ricerca del sensazionale o perché non si deresponsabilizzi una persona, facendole credere che se un lavoro, una relazione va male è colpa del diavolo. Ma il demonio c'è, super attivo. Non dorme mai».Prova mai paura? «Temo solo che un posseduto mi possa fare del male fisicamente, se è troppo violento, strappandomi anche brandelli di pelle come è capitato. Ricordo una diciassettenne dalla forza tremenda contro di me e contro i suoi familiari. Alla fine del rito si calmava. L'esorcista nella cinematografia viene rappresentato come un sacerdote nervoso, teso, impaurito da colui che deve affrontare, invece è sereno, calmo perché fonda la sua fiducia in Cristo Gesù. Certo, stanca molto vedere ogni giorno posseduti demoniaci, ne incontro almeno 3 o 4. A volte noi esorcisti ci scoraggiamo, perché può richiedere molto tempo liberarli definitivamente. Bisogna pregare molto, almeno quattro ore al giorno, fare penitenza e digiuno per rafforzarsi in questa missione. Purtroppo soffro di diabete e non posso astenermi troppo dal cibo, ma quotidianamente fortifico il mio spirito e il mio corpo. Non dimentichiamo che Gesù scaccia Satana con il dito di Dio».
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