L’immobiliare quotato è ancora maglia nera, con rendimenti negativi oltre il 24%. E la crisi a Pechino, oltre al costo del denaro, non è d’incoraggiamento. Anche perché l’Ue insiste con gli obblighi energetici.
L’immobiliare quotato è ancora maglia nera, con rendimenti negativi oltre il 24%. E la crisi a Pechino, oltre al costo del denaro, non è d’incoraggiamento. Anche perché l’Ue insiste con gli obblighi energetici.Non c’è pace per il comparto immobiliare quotato, che da inizio anno come negli ultimi tre (soprattutto in Europa) si caratterizza fra i peggiori, con rendimenti negativi di oltre il 24%. Non solo, in Cina il mattone è in difficoltà e diverse società europee si trovano in situazione di tensione.«Considerato da sempre un settore tranquillo e sicuro, grazie anche ai canoni di locazione che ritornano agli investitori sotto forma di dividendi, l’immobiliare in Borsa è stato nell’ultimo triennio messo alla prova prima dalla pandemia (che ha provocato la rinegoziazione al ribasso di molti contratti immobiliari e la concorrenza dello smart working) e poi dal balzo del costo del denaro», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di SoldiExpert Scf. «Tutto questo, in un settore dove tradizionalmente il peso del debito non è indifferente perché serve a finanziare l’acquisto di immobili». La forte ascesa del costo del denaro, poi, sta mettendo a dura prova molti mutuatari, se si considera che solo un paio di anni fa il tasso ipotecario variabile era inferiore all’1%, mentre ora in diverse nazioni occidentali oscilla fra il 5% e il 7%. Gli oneri finanziari si sono moltiplicati e i contratti di locazione non sono più sufficienti in molti casi a remunerare il rischio e il capitale. In molte parti del mondo si sta assistendo a questo fenomeno e sono soprattutto i Paesi dove il prezzo del mattone era salito di più e la quota di mutui era più elevata (e fra questi maggiore era la quota a tasso variabile) quelli dove si vede maggiormente la decrescita.Fra i casi più eclatanti la Sbb, società svedese del settore quotata in Borsa (-82% da inizio anno) e fra i maggiori proprietari immobiliari svedesi, che ha visto in Borsa crollare le azioni al livello più basso degli ultimi cinque anni, vedendosi ridurre il rating a livello di «spazzatura». La formula più utilizzata per le società quotate del settore immobiliare è il cosiddetto Reit (acronimo di Real estate investment trust), che in Italia assume anche giuridicamente il termine di Siiq (Società di investimento immobiliare quotata). Una sorta di fondo di investimento immobiliare quotato in Borsa che detiene e nella maggior parte dei casi gestisce immobili a reddito. E dove i Reit o Siiq possiedono varie tipologie di immobili commerciali, inclusi uffici e condomini, magazzini, ospedali, centri commerciali, hotel e foreste commerciali e negli Stati Uniti anche carceri. Fra le Siiq più importanti quotate come capitalizzazione a Piazza Affari è rimasta Igd (mondo Coop), che da inizio anno ha perso il 20%. Covivio (famiglia Del Vecchio) ha invece lasciato la Borsa italiana, mantenendo la quotazione solo a Parigi e mostra un andamento (-13% da inizio anno) negativo.A pesare sul settore potrebbe esserci poi la spada di Damocle dell’aggiornamento energetico degli immobili che tanto piace all’Ue, ma anche a singoli Paese come Regno Unito o Germania. In questo caso, la richiesta di mettere mano al portafoglio per rendere gli immobili più efficienti potrebbe mettere a dura prova il settore.
(IStock)
Svanisce l’accusa di falso ideologico per una professionista di Roma che aveva esentato alcune persone a rischio. Finisce un calvario fatto di incursioni dei Nas e documenti spacciati per falsi. La storia della pandemia viene riscritta poco alla volta.
Niente falso ideologico. Niente reato. Invece piena assoluzione per un medico di base di Roma che nel 2022 aveva firmato l’esenzione al vaccino anti Covid a quattro pazienti. L’ennesima di una serie di sentenze che ormai, una dopo l’altra, stanno riscrivendo la storia della pandemia in Italia e soprattutto della sua malagestione.
Il caso è quello di una dottoressa accusata perché avrebbe avuto l’ardire di esentare dalla vaccinazione alcune sue pazienti. E di aver prodotto certificazioni false. Documenti che il medico aveva firmato perché le pazienti erano portatrici di una serie di fattori di rischio e se vaccinate, avrebbero potuto sviluppare malattie gravi o incorrere in un peggioramento del loro quadro clinico. Come purtroppo è successo a molti pazienti che dopo la vaccinazione hanno visto l’insorgere di danni collaterali gravi e invalidanti.
Christine Lagarde (Ansa)
Nel consueto bollettino, gli economisti della Bce (a guida francese) parlano di una Ue a due velocità trainata dalla crescita del Pil di Macron & C. Non citano la crisi politica più grave degli ultimi 70 anni, deficit fuori controllo, tagli al rating e spread zero con l’Italia.
Qualche settimana fa (inizio ottobre), era balzato agli onori delle cronache un report degli analisti di Berenberg che per la prima volta parlavano di un vero e proprio scambio di ruoli all’interno dell’Ue: «La Francia sembra la nuova Italia». Dietro a quel giudizio tranchant ci passa un’epoca di almeno tre lustri che parte da un altro mese di ottobre, quello del 2011, e dalla risatina tra gli allora leader di Parigi e Berlino, Sarkozy e Merkel. Il sorrisetto beffardo nascondeva un giudizio di inaffidabilità politica ed economica rispetto alla traballante situazione del governo Berlusconi e ai conti pubblici che a detta dei sostenitori dell’austerity dell’epoca, nel Belpaese non rispettavano gli impegni presi.
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Pubblicati i primi file. Il trafficante morto misteriosamente in carcere disse: «Sono l’unico in grado di abbattere Trump».
La torbida vicenda che ruota attorno alla controversa figura di Jeffrey Epstein è tornata di prepotenza al centro del dibattito politico americano: nuovi documenti, nuovi retroscena e nuove accuse. Tutte da verificare, ovviamente. Anche perché dal 2019, anno della morte in carcere del miliardario pedofilo, ci sono ancora troppi coni d’ombra in questa orribile storia fatta di abusi, ricatti, prostituzione minorile, silenzi, depistaggi e misteri. A partire proprio dalle oscure circostanze in cui è morto Epstein: per suicidio, secondo la ricostruzione ufficiale, ma con i secondini addormentati e l’assenza delle riprese delle telecamere di sicurezza.
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
Requisiti una villa, conti correnti accesi in Italia e all’estero e due automobili, di cui una di lusso. I proventi di attività illecite sono stati impiegati nuovamente per acquisizioni di beni immobili e mobili.
Lo Scico della Guardia di finanza ha eseguito ieri un decreto di sequestro per circa 2,2 milioni di euro emesso dal Tribunale di Roma su proposta dei pm della Direzione distrettuale Antimafia, nei confronti di Giancarlo Tulliani, attualmente latitante a Dubai e fratello di Elisabetta Tulliani, compagna dell’ex leader di Alleanza nazionale Gianfranco Fini. La sezione Misure di prevenzione del Tribunale della Capitale ha disposto nei confronti di Tulliani il sequestro di una villa a Roma, di conti correnti accesi in Italia e all’estero e due autovetture di cui una di lusso, per un valore complessivo, come detto, di circa 2,2 milioni di euro. «Il profitto illecito dell’associazione, oggetto di riciclaggio, veniva impiegato, oltre che in attività economiche e finanziarie, anche nell’acquisizione di immobili da parte della famiglia Tulliani, in particolare Giancarlo», spiega una nota. «Quest’ultimo, dopo aver ricevuto, direttamente o per il tramite delle loro società offshore, ingenti trasferimenti di denaro di provenienza illecita, privi di qualsiasi causale o giustificati con documenti contrattuali fittizi, ha trasferito le somme all’estero, utilizzando i propri rapporti bancari.






