2025-06-22
Imbroglio colossale targato sinistra che fa impallidire pure il Superbonus
L'ex ministro della Cultura, Dario Franceschini (Ansa)
Il sistema di finanziamento della settima arte messo in piedi dai dem ricorda quello delle facciate di Conte. Solo i cadaveri trovati nel parco della Capitale hanno davvero scoperchiato il malaffare ai danni dell’erario.Ma è proprio così facile rubare allo Stato? È una domanda che mi sono fatto spesso, soprattutto da quando il governo Conte ha introdotto il famoso Superbonus e bande di truffatori hanno trovato il modo di incassare centinaia di milioni senza troppo sforzo. Diciamo tuttavia, a discolpa di chi ha erogato quattrini pubblici senza andare per il sottile, che nel caso dei contributi per rifare le facciate di palazzi, lo Stato aveva di fronte fior di professionisti esperti nell’aggirare la legge. Alcuni erano veri e propri gruppi criminali, pronti ad approfittare di qualsiasi norma, inventandosi persino posti di lavoro inesistenti pur di lucrare sul permesso di soggiorno agli stranieri.Però, pur comprendendo che l’Italia è la patria di santi, poeti e navigatori dell’illegalità, mi domando come un tipo senza arte né parte come Francis Kaufmann, ovvero l’omicida di una bambina di un anno e della fidanzata, sia riuscito a farsi dare quasi un milione di euro dal ministero della Cultura, senza che nessuno si accorgesse che il film che lo Stato finanziava non esisteva se non nella mente del finto regista. Il direttore del ministero della Cultura, lo stesso che ha autorizzato l’erogazione dei fondi, dice che era tutto in regola. Nicola Borriello, questo il nome dell’alto funzionario, sostiene che un produttore ha fatto normale richiesta per ottenere il credito fiscale per la produzione di un film straniero in Italia. Il ministero, esaminata la documentazione, ha dato un via libera preliminare. Poi è arrivata la domanda definitiva e i dirigenti del Mic non si sono sincerati che il film fosse stato effettivamente girato: a loro è bastato prendere visione di qualche spezzone. Non si sa di quanti minuti o secondi e ignoriamo perfino quale fosse la trama del film che avrebbe dovuto produrre Rexal Ford. Le due sole certezze sono che la pellicola non è mai stata girata, mentre quasi un milione è stato incassato.Il sistema funziona allo stesso modo del bonus facciate di Giuseppe Conte: la società, una volta ottenuto il credito fiscale per la produzione del film, lo vende a una banca o a una società che poi utilizzerà quello sconto per pagare meno tasse. Così il produttore incassa soldi in contanti, chi ha acquistato il titolo per abbassare le imposte riduce il suo carico fiscale, lo Stato alla fine paga. Ma se il film non c’è, non è mai stato prodotto, la truffa c’è ed è grossa.L’omicidio di una bambina di appena un anno e di una ragazza non ancora trentenne hanno portato alla luce una storia di malaffare ai danni dei conti pubblici, con un finto regista come protagonista. Ma prima che l’omicidio attirasse l’attenzione sui fondi allegramente donati dallo Stato a una ristretta cerchia di registi, produttori e artisti, su La Verità avevamo scoperchiato il pentolone del Mic, raccontando non soltanto di una quantità di film prodotti senza che nessuno o quasi li vedesse, ma descrivendo anche il sistema con cui qualcuno aggirava la legge. La nostra attenzione era stata attratta da una quantità di pellicole che venivano girate in perdita. Come è possibile che qualcuno continui a mandare in sala film che nessuno vede, rimettendoci? Perché si finanziano opere di registi e attori che fanno così tante volte flop? La risposta è arrivata dall’intervista con un operatore del settore che ci ha spiegato come, per molti film, si gonfino i costi, in modo tale che lo Stato finanzi anche ciò che non viene speso. Il che spiega perché si gira ciò che nessuno vede. E, quindi, anche film che nessuno davvero realizza. È un imbroglio colossale, cresciuto all’ombra dei governi di sinistra. Che l’omicidio di una bambina e di una ragazza venuta dalla Siberia ora ha portato alla luce.
Betttino Craxi (Imagoeconomica)