2024-12-03
Imboscata delle femministe ai trans. In Spagna è faida tra i socialisti
Al congresso del Psoe, la lettera che indicava il queer e il simbolo «+» sono stati tolti dalla sigla arcobaleno. Operazione che ha mandato in cortocircuito i progressisti. E che avrà ripercussioni sull’esecutivo Sánchez.Per l’operazione di snellimento dell’acronimo Lgbtq+ si è consumata in Spagna una nuova battaglia-farsa sui diritti delle minoranze gay, trans o dal genere fluido. Al congresso federale del Psoe, svoltosi a Siviglia lo scorso fine settimana, è stata presa la decisione di escludere ogni riferimento a coloro che scelgono di non identificarsi in una specifica «etichetta», relativamente all’orientamento sessuale.La sottrazione, dalla sigla, dell’iniziale di queer (la «q») e del simbolo + è stata giudicata, da esponenti del governo e dal mondo non eterosessuale, un’amputazione gravissima. Una manovra ancor più fastidiosa perché a proporre il taglio e a spuntarla sono state minoranze femministe del Psoe capeggiate da Carmen Calvo, presidente del Consiglio di Stato, ex ministro ed ex primo vicepresidente del governo.Il «q+» aveva, per Calvo&compagne, un significato «misogino, ultraliberale e antifemminista» e se tre anni fa, nel congresso federale che si tenne a Valencia, queste correnti femministe persero la battaglia e il precedente governo Sánchez, allora in coalizione con Podemos, attuò la cosiddetta legge Trans che apriva le porte all’autodeterminazione di genere, oggi almeno portano a casa una tardiva vittoria.Non solo. Al congresso di Siviglia i socialisti hanno anche approvato un emendamento in base al quale nessun uomo può partecipare a competizioni sportive nelle categorie destinate alle donne. Ce n’era abbastanza per scatenare il mondo arcobaleno. Sumar, la formazione della sinistra radicale spagnola che attualmente è l’unico partner al governo con il Psoe, ha preso le distanze: «La lotta per i diritti non può lasciare indietro nessuno. Non si combatte contro l’estrema destra con le idee dell’estrema destra».Lara Hernández, portavoce e segretario dell’organizzazione che fa capo a Yolanda Díaz, ministro del Lavoro e seconda vicepremier di Pedro Sánchez, ha definito questa decisione una «involuzione» e ha dichiarato che il suo movimento si sente «profondamente indignato» per le decisioni prese dai socialisti. Anche Izquierda Unida si è unita alle proteste: «Togliere la “q” dall’acronimo è un attacco frontale alle realtà queer e trans. È un cedere ideologicamente ed elettoralmente all’estrema destra, distruggendo la propria ideologia e i propri obiettivi», ha dichiarato a Público. Il Psoe, dunque, si muoverebbe nei confronti degli Lgbt come l’opposizione e si sta prendendo attacchi da nuovi e vecchi alleati. Sempre su X, l’attuale eurodeputata di Podemos, Irene Montero, promotrice della legge Trans quando era ministro dell’Uguaglianza, ha dichiarato: «Il Psoe ha approvato nel suo congresso federale di difendere il divieto di partecipazione delle persone trans donne nelle competizioni femminili. Questa è transfobia, le donne trans sono donne, che abbiano un pene o una vagina». Non soddisfatta, ha aggiunto che la transfobia nello sport genera «violenza transfobica» in altri contesti.Più scontate le critiche arrivate dal mondo di omosessuali, bisessuali, pansessuali e omnisessuali. «Le donne trans sono donne, gli uomini trans sono uomini e i diritti trans sono diritti umani», ha ribadito su X Víctor Gutiérrez, segretario della sezione Lgbt del Psoe. «Che un partito che si definisce progressista rientri negli stessi schemi ideologici dell’estrema destra, sottolineando che siamo la causa del male sociale, è qualcosa di altamente pericoloso per la democrazia e il progresso dell’uguaglianza nel nostro Paese», protesta Mar Cambrollé, presidente di Federación plataforma trans che riunisce i principali gruppi transgender spagnoli. E ironizza: «Poi alle elezioni ci chiederanno di votare per fermare la destra». Sulla piattaforma social si accusa il Psoe di contrapporre ai trans l’uguaglianza delle donne: «Ci sembra un uso perverso del femminismo ed è simile a quando l’ultradestra criminalizza le persone migranti come causa della criminalità». Sánchez, dunque, adesso deve vedersela anche con la rabbia di tutte le altre identità sessuali che non trovano posto nell’acronimo Lgbt.Intanto, nonostante tutti gli sforzi compiuti dal Psoe per cercare di impedire lo svolgimento del vertice pro vita e pro famiglia in un’aula del Senato a Madrid, l’1 e 2 dicembre più di 200 rappresentanti provenienti da 40 paesi di Europa, America e Africa si sono incontrati nella capitale spagnola per parlare di «libertà e cultura della vita» nel sesto Vertice transatlantico organizzato da Rete politica per i valori (Pnfv).I partecipanti hanno discusso sull’importanza della libertà e della dignità umana come pilastri di una cultura della vita. Secondo Lola Velarde, direttrice esecutiva del Pnfv, «la tendenza che vuole spacciare l’aborto per un “diritto” non è irreversibile; al contrario, nella nostra Rete siamo convinti che sia possibile fermarlo e, addirittura, generare un cambio di rotta». Il vicepresidente e segretario generale di Vox, Ignacio Garriga, ha palato di disagio dell’esecutivo di Pedro Sánchez perché «oggi (ieri per chi legge, ndr) si esalta la cultura della vita contro la cultura della morte che guida questo governo».Prima dell’inizio del vertice, molti componenti delle delegazioni hanno partecipato a una messa a pochi metri di distanza, nel monastero reale dell’Encarnación. In strada, donne protestavano gridando «fascisti fuori dalle istituzioni», «aborto libero, sicuro e gratuito» e «fuori i rosari dalle nostre ovaie».
Jose Mourinho (Getty Images)