2023-04-05
Imbiancato il murale dell’uomo che allatta: il sindaco sbrocca e la Digos fa indagini
Il primo cittadino di Rimini insulta chi ha cancellato «la bellezza dell’altro da sé». Ma nutrirsi al seno di un trans è altro dal mondo.L’opera d’arte è quel muro bianco, finalmente libero di sognare una mano felice che ci dipinga sopra il mare. È quella parete pulita, nella meravigliosa città degli eccessi felliniani, da un viandante che in queste ore (nei sogni del sindaco) viene braccato dalla Digos; effettivamente una latta di vernice e un pennello possono essere armi letali. A Rimini comincia la stagione turistica e a inaugurarla c’è il paradosso del murale cancellato ieri notte da un censore in fuga: rappresentava un uomo che allatta con la quarta di seno, comparso nei giorni scorsi in via Savonarola e subito al centro delle polemiche secondo gli schemi consueti. Era un Caravaggio per la maggioranza di centrosinistra, una crosta blasfema per l’opposizione di centrodestra. Todos indignados.L’opera è (era) in realtà la consueta provocazione piazzata davanti alla chiesa di San Nicolò e dentro un contenitore ben noto: il Rimini Queer Pride, interminabile manifestazione arcobaleno della riviera romagnola. Aveva il permesso del Comune. L’ha firmata un graffitaro transgender attivista del centro sociale Grotta Rossa, Oliver Vincenzi in arte Kage (ma all’anagrafe è ancora Veronica), che a questo punto ne difende la memoria: «L’arte, come recita la Costituzione italiana, è libera. Nel nostro murale non è rappresentato altro che un atto d’amore. Io non voglio essere cancellato, né dimenticato, né nascondermi. E voglio che tutti coloro che non si rispecchiano nella società patriarcale eteronormata possano sentirsi parte di una comunità». Sarà. Ma nel vedere quell’uomo barbuto a metà fra San Giuseppe e Lev Trotsky, mentre abbassa la canottiera nera e allatta con le poppe di Serena Grandi un neonato, anche la parte più nostalgica della Rimini felliniana ha avuto un sussulto. Il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi ha reagito gridando all’insensato sgorbio: «La paternità non è un uomo che allatta, questo è decadimento culturale, è il frutto della peggior ideologia perversa transfemminista». Lo stesso artista da muro ha ammesso: «I cittadini hanno avuto reazioni che ti fanno venire l’orticaria; qualcuno ha ringraziato, molti altri hanno minacciato di denunciarci o cancellarlo».Detto fatto, una pennellata nella notte. Quella che ha mandato ai matti il sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad (Pd, padre iraniano e madre italiana, eletto due anni fa), sceso dal letto con una puntina sotto la pianta del piede. Ha subito lanciato l’allarme, ha annunciato che «verranno fatte le indagini per individuare i responsabili», ha chiamato in causa la Digos per accedere alle telecamere di sorveglianza (pare non ce ne siano) e ha lanciato un volgare anatema contro l’ignoto cancellatore. «Vogliamo scoprire chi è stato, così potremo dare della «merda» a chi ha compiuto il suo capolavoro notturno. Chi critica perde la bellezza dell’altro da sé». Un’uscita azzardata perché due mamme sono «altro da sé», un uomo che allatta è altro dal pianeta Terra. Il primo cittadino è furibondo, come spesso accade ai progressisti woke la provocazione delirante gli piaceva. Aveva concesso i permessi e adesso è come se la mano di bianco comprendesse anche la sua giacca. «Le sentinelle della libertà hanno provveduto alla liberazione di Rimini passando la vernice sul murale di via Savonarola. Non a caso, c’è sempre un rogo o un pennello che censura e cancella, nella testa degli intolleranti e dei violenti». Poi rilancia la sfida da asilo Mariuccia: «La cancellazione è inutile non tanto perché un altro murale verrà ma perché con questo atto hanno per sempre reso immortale l’uomo che allatta».C’è sempre qualcosa di alcolico nell’acqua corrente dalle parti del Nazareno e nell’ideologia che lo sorregge. Ricapitoliamo. Imbrattare monumenti che rappresentano l’Italia nel mondo (come Palazzo Vecchio e la Barcaccia del Bernini) per far sapere che il pianeta è in pericolo va bene perché i vandali «chiedono di ascoltare la scienza» (Elly Schlein). Cancellare con una goliardata una crosta goliardica è uno scandalo che lede i «diritti di una città libera» (sindaco di Rimini). I manifesti raffiguranti una madre che allatta il neonato vanno rimossi perché «sono una provocazione contro la donna» (la sinistra unita da Roma a Verona versus Family Day), mentre un murale che - di fronte a una chiesa - mostra un uomo intento alla stessa operazione è «un’opera d’arte nella quale vedo il magico mistero della paternità» (sempre l’ineffabile Sadegholvaad in libera uscita).In attesa di cogliere l’immortalità dell’uomo che allatta, i riminesi accolgono con stupore la notizia che il loro primo cittadino pretende di scatenare la Digos contro l’ignoto sapiente. La settimana scorsa le forze politiche hanno presentato al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, un dossier sul problema sicurezza nella capitale del divertimento: vandalismi, baby gang, dehors distrutti, panchine date alle fiamme, spacciatori alle fermate del Metromare costituiscono un’emergenza di polizia non banale. Niente in confronto alla priorità del Pd locale: disvelare il magico mistero della paternità.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.