2019-09-28
Il virus Ebola torna a colpire l’Africa. L’Oms lancia l’allerta a livello mondiale
In Congo una delle epidemie più gravi dal suo esordio. Dal 1976 oltre 15.000 morti. E nell'83% dei casi la malattia si rivela letale.Dal 1976, Ebola ha già causato 15.000 morti tra tutti i Paesi che ne sono stati colpiti. In Congo, in un anno, sono morte 1.800 persone, le aree colpite erano luoghi non molto abitati. Il peggioramento di questa ultima epidemia vi è stato qualche mese fa quando il virus ha raggiunto Goma, una città del Congo di quasi 2 milioni di persone al confine con il Ruanda e la porta di accesso al Congo ed al resto del mondo. Questa è la decima epidemia dal 1974 che colpisce il Congo ed è una delle più gravi.Il virus Ebola è un virus a Rna che colpisce gli uomini e le donne con una febbre cosiddetta emorragica con un tasso di mortalità molto alto. La riserva virale del virus Ebola si ritiene sia nei pipistrelli, particolarmente quelli della frutta, e si trasmette principalmente tra umani e animali attraverso i fluidi corporei. Il virus Ebola è un agente patogeno che partendo dai pipistrelli della frutta arriva all'uomo come ospite finale e così le grandi scimmie che si infettano attraverso il contatto con i pipistrelli o tra loro. La malattia è caratterizzata da una febbre alta a circa 39 gradi, sangue che proviene dal tratto gastrointestinale, diarrea con sangue, dolore retrosternale e addominale, prostrazione con «pesantezza» nelle articolazioni e rapida evoluzione in morte dopo una media di tre giorni. Il nome deriva dal fiume Ebola, un tributario del fiume Congo, in prossimità dell'area dove si sviluppò il primo focolaio dell'epidemia del 1976. Il virus Ebola è associato ad un elevatissimo tasso di mortalità, con una media del 83% valutato a partire dalle prime epidemie che si sono succedute dal 1976, sebbene la letalità sia arrivata al 90% in una epidemia tra il 2002 e il 2003. Il virus Ebola è anche quello che ha avuto il maggior numero di epidemie rispetto ad ogni altro virus del genere Ebola virus. Il primo focolaio di infezione con questo nome si verificò il 26 agosto 1976 a Yambuku, nel Nord del Congo. Il paziente zero fu Mabalo Lokela, un maestro di scuola di 44 anni che presentava i sintomi della malaria e fu di conseguenza curato con il chinino. Il contagio fu attribuito al riuso di aghi non sterilizzati e a contatti personali ravvicinati con i fluidi organici o con i posti toccati dagli ammalati. Morì qualche giorno dopo con una sintomatologia caratterizzata da numerose emorragie, diarrea ematica e febbre. Per l'Ebola non esiste alcun vaccino efficace né terapia efficace o sperimentale. Alla fine di luglio del 2019 il direttore generale dell'Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato che «l'epidemia del virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo è un'emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale». La dichiarazione fece seguito a una riunione del Comitato d'emergenza del regolamento sanitario internazionale per l'epidemia del virus Ebola nella Repubblica Democratica del Congo. Il comitato ha citato gli sviluppi della recente epidemia nel formulare le sue raccomandazioni. Si trattava della quarta riunione del comitato di emergenza da quando l'ultima epidemia è stata dichiarata il 1° agosto 2018. Il comitato ha espresso delusione per i ritardi nei finanziamenti, che hanno limitato la risposta. Hanno inoltre rafforzato la necessità di proteggere i mezzi di sussistenza delle persone maggiormente colpite dall'epidemia, mantenendo aperte le vie di trasporto e le frontiere. È essenziale evitare le conseguenze economiche punitive delle restrizioni ai viaggi e agli scambi commerciali per le comunità colpite. Secondo gli ultimi dati del ministero della Salute congolese, nel Paese vi sono stati 2.512 casi di Ebola (2.418 confermati e 94 probabili) con 1.676 morti. A Goma, dove un primo caso è stato individuato qualche mese fa, sono ormai 22 le persone che potrebbero essere state contagiate. Da quando è stata dichiarata, quasi un anno fa, l'epidemia è stata classificata come emergenza di livello 3 - la più grave - dall'Oms, innescando il più alto livello di mobilitazione da parte dell'Oms. L'Onu ha anche riconosciuto la gravità dell'emergenza attivando il sistema umanitario scale-up per sostenere la risposta all'Ebola.
Jose Mourinho (Getty Images)