2019-03-10
Il Vaticano sdogana la triptorelina con la formula del «caso per caso»
Sulla terapia gender il vice presidente dell'Accademia per la vita Laura Palazzani dice sì, «se i ragazzi stanno soffrendo».Quando papa Francesco aprì i due sinodi sulla famiglia nel 2014 e 2015, quelli che hanno portato all'esortazione Amoris laetitia, disse che non voleva cedere alla «casuistica», di cui pure i gesuiti nella storia sono stati in qualche modo vittima. Poi però proprio sul tema della comunione ai divorziati risposati, quello che ha portato cinque cardinali a presentare i cosiddetti dubia al Papa, si è aperta una breccia considerando di fatto la valutazione «caso per caso»: comunione ai divorziati risposati ora sì, ora no, in funzione del discernimento. Si tratta di una faccenda fondamentale nell'economia sacramentale della Chiesa, quella per cui i cardinali dei dubia dicevano che si rischia di abdicare all'etica della situazione.Ma la chiave interpretativa del «caso per caso», accompagnato dal discernimento, sembra essere il nuovo paradigma oltre Tevere. L'ultimo esempio lo ha fornito Laura Palazzani, vice presidente del Comitato nazionale per la bioetica e membro corrispondente della pontificia Accademia per la vita, a proposito della recente decisione di inserire la molecola triptorelina fra i medicinali erogati dal Servizio sanitario nazionale. Si tratta, come i lettori della Verità sanno bene, del farmaco per bloccare la pubertà e avviare l'adolescente al cambio di sesso.Il Comitato nazionale per la bioetica, ha dichiarato la Palazzani a Vaticanews, il portale ufficiale della comunicazione vaticana, «ha suggerito di consentire l'uso di questo farmaco solo in casi molto circoscritti, con prudenza, con una valutazione caso per caso». Solo quando si è «in presenza di una profonda sofferenza dei ragazzi con psicopatologie psichiatriche», argomenta la professoressa che insegna alla Cattolica e alla Lumsa, «e solo per un breve periodo di tempo, al fine di superare eventuali gravi rischi e trovare le forme più opportune di accompagnamento del minore». Senza entrare in questione mediche, di cui peraltro la stessa Palazzani dice che vi è «scarsità di letteratura scientifica disponibile», sembra che la logica del caso per caso finisca per cedere, con l'uso della triptorelina su adolescenti, all'ideologia gender fluid. Di fronte al disagio psicologico in un corpo sessuato sano la risposta che arriva dal portale ufficiale del Vaticano è solo quella di aprire alla chimica nel «caso per caso»?Eppure papa Francesco è sempre stato chiaro, arrivando ad affermare che nel caso del gender si tratta di una vera e propria «colonizzazione ideologica» e lamentando che non si può arrivare a insegnare ai bambini nelle scuole «che il sesso ognuno lo può scegliere». Ma l'intervento della Palazzani su Vaticanews assume le sembianze di una posizione semi ufficiosa che rientra appunto nella logica del «caso per caso», la stessa che nel recente summit vaticano sugli abusi ha fatto escludere completamente il discorso dell'omosessualità nel clero. «Escluderei categorie di persone», ha risposto monsignor Charles Scicluna in conferenza stampa a una domanda che chiedeva conto dell'esclusione del tema omosessualità, «ma io prenderei in considerazione solo casi singoli». Caso per caso, appunto.Il papa emerito, Benedetto XVI, nella sua prefazione a un libro bestseller del cardinale Robert Sarah, Dio o niente, sottolineava le «coraggiose risposte» sul tema del gender fornite dal porporato africano. Cioè che «un uomo non diventa mai una donna e questa non diventa mai un uomo, qualsiasi siano le mutilazioni che l'uno o l'altra possano accettare di subire». L'intervento della Palazzani sul portale supervisionato dal neo direttore editoriale dei media vaticani, Andrea Tornielli, assume invece il portato del «caso per caso» in una materia assai scivolosa anche dal punto di vista medico scientifico, figurarsi da quello antropologico e dell'antropologia cristiana in particolare. Vista l'autorevolezza della Palazzani, anche in qualità di membro corrispondente della pontificia Accademia per la vita, e soprattutto del medium che l'ha intervistata, pare che anche per la Chiesa, in qualche caso, a decidere della natura sessuata non sia più Dio, ma un certo «disagio».