2022-03-24
Il tetto Ue agli aiuti per le bollette può penalizzare le nostre aziende
I sussidi del nuovo quadro temporaneo sono inferiori a quelli già previsti da Mario Draghi.Ieri la Commissione Ue ha reso noto il nuovo quadro temporaneo per gli aiuti di Stato connessi alle sanzioni alla Russia e alla crisi energetica. Un documento di 22 pagine che, replicando il modello adottato nel marzo 2020 per la crisi pandemica, definisce la cornice entro la quale gli Stati membri possono concedere aiuti di varia natura alle imprese, senza incorrere nel divieto di alterare l’equità delle condizioni di concorrenza che è il pilastro su cui si regge il mercato interno.Già il 9 marzo scorso lanciammo l’allarme circa il rischio che i provvedimenti varati dal governo Draghi da inizio anno (decreti legge 4, 17 e, da ultimo, 21) correvano il rischio di entrare in rotta di collisione con le rigide regole dei trattati in materia di aiuti di Stato e con l’interpretazione relativamente rigida che ormai da anni ne dà Margrethe Vestager, commissario alla Concorrenza. Lo schema pubblicato il 10 marzo in consultazione per recepire le osservazioni degli Stati membri ci era parso molto restrittivo e nei giorni successivi segnalammo l’esito per nulla rassicurante di alcune nostre preliminari simulazioni. Il testo definitivo appare l’esito del solito braccio di ferro tra fronte nordico e fronte mediterraneo e migliora leggermente il recinto entro cui gli Stati potranno muoversi, sanando ex post ciò che hanno già fatto che però, nel caso italiano, sembra superare i limiti Ue e quindi ci espone al rischio di bocciature.Si ripropongono, come con gli aiuti Covid, le solite due corsie: aiuti per rimediare a gravi turbamenti dell’economia (articolo 107 comma 3 lettera b del Tfue) e aiuti per eventi eccezionali (articolo 107 comma 2 lettera b). La Vestager ha inquadrato gli aiuti concedibili nella prima casistica, tuttavia, contempla anche la possibilità che gli Stati possano concedere aiuti seguendo il secondo canale, sempreché dimostrino un nesso causale diretto tra le sanzioni economiche contro la Russia (e relative controsanzioni) e l’attività delle imprese colpite. Queste ultime, per mitigare l’impatto delle sanzioni, in linea generale potranno ricevere dagli Stati, con il beneplacito della Commissione, aiuti in varia forma (sussidi a fondo perduto, crediti di imposta, garanzie e tassi agevolati su prestiti) fino a un massimo di 400.000 euro entro il 31/12/2022.Si replicherà il precedente quadro temporaneo per quanto riguarda le garanzie pubbliche su finanziamenti bancari pagando un premio minimo o, alternativamente, i finanziamenti a tasso agevolato. Tali finanziamenti non potranno superare la scadenza di sei anni e il 15% del fatturato medio degli ultimi tre anni o il 50% del costo dell’energia degli ultimi 12 mesi.Di rilievo la possibilità che anche le banche danneggiate dalle sanzioni ricevano aiuti di Stato, senza che ciò faccia scattare la direttiva sul bail in, con conseguente sacrificio di obbligazionisti e azionisti.Ma è sugli aiuti per superare l’impatto della crisi energetica che i conti non tornano e traspare in modo evidente la volontà politica di far sì che l’elevato costo dell’energia costituisca il più potente incentivo al transito verso fonti rinnovabili e la ricerca di efficienza nell’utilizzo delle fonti fossili. Costi quel che costi, anche la vita delle imprese.Secondo la Commissione, rileva solo il maggior costo di energia elettrica e gas sostenuto da febbraio a dicembre 2022, rispetto al doppio del costo medio del 2021. Ne deriva, secondo le nostre stime, un sussidio variabile tra 70 e 90 euro/megawattora, da considerare però solo per il 30% fino d un massimo di 2 milioni. Tali soglie salgono al 50% e a 25 milioni per imprese energivore che però devono essere in perdita operativa. Come si evince dalla tabella in pagina, ciò significa per una media impresa del settore alimentare, che consuma 4.000 megawattora di gas e 5.000 megawattora di energia al mese, poter ricevere un potenziale sussidio mensile di circa 210.000 euro per i consumi di gas ed energia. Considerando che la fattura del gas a marzo sarà quadruplicata rispetto alla media del 2021 e che quella dell’energia sarà raddoppiata, l’aiuto ammesso da Bruxelles per il gas copre circa 1/3 dei maggiori costi e, per l’energia, meno di 1/6. Confrontando questi tetti massimi con quanto già disposto dal governo a favore delle imprese energivore e gasivore per il secondo trimestre dell’anno (crediti di imposta, rispettivamente, del 25% e 20%), risulta che il contributo per le imprese gasivore dovrebbe rientrare sotto la soglia imposta dalla Commissione, mentre quello per le imprese energivore è circa tre volte più alto di quella soglia. Diventa quindi concreto il rischio che quegli aiuti cadano sotto la scure della Vestager.