
Il cda delibera l'azione di responsabilità. L'ex direttore ha un progetto per il Sud.«Quel che è uscito è molto impreciso, il progetto non è ancora definitivo». Roberto Napoletano, ex direttore del Sole 24 Ore e del Messaggero non si sbilancia più di tanto con chi gli domanda che tipo di giornale ha in mente di lanciare nei prossimi mesi, come anticipato da Italia Oggi. L'ex numero uno di viale Monterosa, travolto dall'inchiesta sul quotidiano di Confindustria portata avanti dalla Procura di Milano per false comunicazioni sociali e aggiotaggio informativo, da ieri oggetto di un'azione di responsabilità da parte dei vertici del suo vecchio giornale, conferma però che un progetto editoriale esiste e sta iniziando a prendere forma. Da quel che apprende La Verità, Napoletano starebbe pensando a un dorso economico con una redazione romana da far uscire in edicola insieme con i quotidiani della Società Editrice Sud, cioè Gazzetta del Sud e Giornale di Sicilia, dove nell'azionariato si trova anche la Italmobiliare della famiglia Pesenti. Diversi cronisti economici e parlamentari, comprese alcune firme di peso, sarebbero già stati contattati. La linea dovrebbe seguire quella del rilancio economico del meridione per riagganciarlo a quello del nord Italia, vecchia battaglia del giornalista economico, autore nel 1999 del libro Se il sud potesse parlare». Sul nome non ci sono ancora certezze. Del resto al momento sono semplici indiscrezioni, perché, come spiega chi ha avuto modo di lavorare in questi mesi con Napoletano al progetto, «è ancora tutto nella mente di Giove». Eppure l'idea di far nascere un allegato economico sta andando avanti da qualche mese. Nei conciliaboli confindustriali si narra che i ritardi siano dovuti alle richieste di rinvio a giudizio della Procura di Milano, come anche alla decisione del consiglio di amministrazione del Sole di promuovere l'azione di responsabilità contro gli ex vertici. La decisione è stata presa ieri all'unanimità dal consiglio di amministrazione, presieduto da Edoardo Garrone. Per di più le riunioni si sono svolte nel sottoscala di viale Monterosa, dove i cellulari non avevano rete. Il motivo? Garrone ha fatto mettere a verbale che la richiesta di privacy sul cda era dovuta a una fuga di notizie nelle scorse settimane. In ogni caso la scelta dell'azione di responsabilità ha scatenato diverse sofferenze interne nelle ultime settimane, tra cui le dimissioni di Luigi Abete. Resta invece nel board Marcella Panucci, che si era opposta durante le precedenti riunioni. Ora sarà l'assemblea della società a dover ratificare la proposta del consiglio di amministrazione. Il problema è che un'azione di responsabilità investirebbe, oltre a Napoletano, Benito Benedini e Donatella Treu, gli stessi consigli di amministrazione di quegli anni. C'è il rischio di una nuova inchiesta penale, se ne esisteranno i presupposti, come di nuove multe da parte della Consob. Panucci è stata direttore generale di Confindustria durante la presidenza di Vincenzo Boccia. Il quale nel 2016, contro il parere di tutto il consiglio generale impose il rientro nel board del Sole proprio di Abete e Panucci, ponendo la fiducia su sé stesso pur di nominarli. Per di più il consiglio di amministrazione ha deliberato all'unanimità di inviare lettera interruttiva della prescrizione a Kpmg, società incaricata della revisione legale dei conti del Sole 24 Ore fino al bilancio al 31 dicembre 2015. In pratica a finire nel calderone dello scandalo sulle copie gonfiate sarà anche Kpmg. In fondo un revisore che vedeva le copie aumentare e ricavi scendere qualche domanda se la sarebbe dovuta fare.
Andy Mann for Stefano Ricci
Così la famiglia Ricci difende le proprie creazioni della linea Sr Explorer, presentata al Teatro Niccolini insieme alla collezione Autunno-Inverno 2026/2027, concepita in Patagonia. «Più preserveremo le nostre radici, meglio costruiremo un futuro luminoso».
Il viaggio come identità, la natura come maestra, Firenze come luogo d’origine e di ritorno. È attorno a queste coordinate che si sviluppa il nuovo capitolo di Sr Explorer, il progetto firmato da Stefano Ricci. Questa volta, l’ottava, è stato presentato al Teatro Niccolini insieme alla collezione Autunno-Inverno 2026/2027, nata tra la Patagonia e la Terra del Fuoco, terre estreme che hanno guidato una riflessione sull’uomo, sulla natura e sul suo fragile equilibrio. «Guardo al futuro e vedo nuovi orizzonti da esplorare, nuovi territori e un grande desiderio di vivere circondato dalla bellezza», afferma Ricci, introducendo il progetto. «Oggi non vi parlo nel mio ruolo di designer, ma con lo spirito di un esploratore. Come un grande viaggiatore che ha raggiunto luoghi remoti del Pianeta, semplicemente perché i miei obiettivi iniziavano dove altri vedevano dei limiti».
Aimo Moroni e Massimiliano Alajmo
Ultima puntata sulla vita del grande chef, toscano di nascita ma milanese d’adozione. Frequentando i mercati generali impara a distinguere a occhio e tatto gli ingredienti di qualità. E trova l’amore con una partita a carte.
Riprendiamo con la seconda e conclusiva puntata sulla vita di Aimo Moroni. Cesare era un cuoco di origine napoletana che aveva vissuto per alcuni anni all’estero. Si era presentato alla cucina del Carminati con una valigia che, all’interno, aveva ben allineati i ferri del mestiere, coltelli e lame.
Davanti agli occhi curiosi dei due ragazzini l’esordio senza discussioni: «Guai a voi se me li toccate». In realtà una ruvidezza solo di apparenza, in breve capì che Aimo e Gialindo avevano solo il desiderio di apprendere da lui la professione con cui volevano realizzare i propri sogni. Casa sua divenne il laboratorio dove insegnò loro i piccoli segreti di una vita, mettendoli poi alla prova nel realizzare i piatti con la promozione o bocciatura conseguente.
Alessandra Coppola ripercorre la scia di sangue della banda neonazi Ludwig: fanatismo, esoterismo, violenza e una rete oscura che il suo libro Il fuoco nero porta finalmente alla luce.
La premier nipponica vara una manovra da 135 miliardi di dollari Rendimenti sui bond al top da 20 anni: rischio calo della liquidità.
Big in Japan, cantavano gli Alphaville nel 1984. Anni ruggenti per l’ex impero del Sol Levante. Il boom economico nipponico aveva conquistato il mondo con le sue esportazioni e la sua tecnologia. I giapponesi, sconfitti dall’atomica americana, si erano presi la rivincita ed erano arrivati a comprare i grattacieli di Manhattan. Nel 1990 ci fu il top dell’indice Nikkei: da lì in poi è iniziata la «Tokyo decadence». La globalizzazione stava favorendo la Cina, per cui la nuova arma giapponese non era più l’industria ma la finanza. Basso costo del denaro e tanto debito, con una banca centrale sovranista e amica dei governi, hanno spinto i samurai e non solo a comprarsi il mondo.





