2023-11-01
Il Sinodo rinvia la rivoluzione. La fronda progressista rischia l’effetto boomerang
Il documento finale è cauto su gay e divorziati: la battaglia si sposta al vertice 2024 Monito dalla Chiesa africana: «Il matrimonio è tra uomo e donna, se no è stregoneria».La rivoluzione può attendere. Almeno ottobre 2024, quando si svolgerà la seconda sessione del Sinodo sul sinodo.È così che gli osservatori maliziosi leggono la frenata del documento finale, uscito dal vertice di clero e laici che si è appena concluso in Vaticano: non si trattava di imprimere un cambiamento improvviso, di liberalizzare il sacerdozio femminile, la comunione ai divorziati risposati e la «benedizione» delle coppie gay. Semmai, il proposito era quello di aprire una breccia, di preparare la strada per interventi più incisivi tra un anno. Se fosse una partita di calcio, diremmo che la frangia progressista della Chiesa ha puntato a chiudere i primi 45 minuti in parità, per giocarsi il match nella ripresa. Scrive, ad esempio, The Pillar, testata conservatrice: «La vera importanza del report sinodale intermedio potrebbe risiedere meno in ciò che ha concluso e più nel dibattito che genererà».le periferieTuttavia, il progetto potrebbe innescare una reazione proprio in quelle «periferie» che la Chiesa «in uscita», votata al verbo dell’inclusività, ha innalzato a luogo teologico fondamentale. Lo testimoniano le dichiarazioni di monsignor Andrew Nkea Fuanya, arcivescovo di Bamenda, in Camerun. Con National catholic register, il prelato, che aveva preso parte al Sinodo, ha pronunciato parole chiarissime sul matrimonio: «In Africa, lo concepiamo come un’unione tra un uomo e una donna. E tutto ciò che non vi rientra è stregoneria». Stregoneria. Una legnata a quanti sperano, per alterare la dottrina, confidano nelle pressioni esercitate dalle aree geografiche di recente e meno solida evangelizzazione. All’opposto: l’esigenza di combattere il malcostume - nel continente nero, per dire, permane la piaga della poligamia, di cui peraltro s’è discusso nell’assemblea vaticana - ha propiziato l’attaccamento ai principi. Non è un caso che uno dei capifila del tradizionalismo liturgico, il cardinale Robert Sarah, sia guineano. E non è un caso se monsignor Nkea Fuyana, in Camerun, ha portato con sé un ostensorio, spiegando, alla reporter Diane Montagna, che dalle sue parti «i giovani amano l’adorazione eucaristica». Per il momento, l’avanguardia radicale ha manifestato insoddisfazione per gli esiti del Sinodo. James Martin, gesuita pro Lgbt, invitato a partecipare ai lavori dal Papa in persona, ha accusato il testo definitivo di aver trascurato il tema dell’omosessualità, ignorando i dibattiti avvenuti ai tavoli e in plenaria. Effettivamente, rispetto alla versione provvisoria, che era circolata qualche giorno prima della fine del Sinodo, gli oltre 1.000 emendamenti hanno corretto il tiro su parecchi aspetti. È sparita la sigla che qualifica la galassia arcobaleno. Al punto 16, paragrafo h, dedicato alle «persone che si sentono emarginate o escluse dalla Chiesa», la bozza cita esplicitamente «le persone che si identificano come Lgbtq+». Questo passaggio è stato sostituito da un più generico accenno a quelli che si considerano messi all’angolo «a causa della loro situazione matrimoniale, identità e sessualità».linguaggio fumosoVa però individuato il rovescio della medaglia, che sta nel linguaggio adottato ovunque dagli estensori e, forse, nella cifra stilistica del Pontificato di Jorge Mario Bergoglio: gli appelli fumosi a comprendere, accogliere, accompagnare - in che modo? Su che presupposti? Con quali finalità? Non si capisce… - hanno occultato la chiarezza, sia pur misericordiosa, che contraddistingue la Chiesa nell’esercizio della propria autorità morale. Si condanna il peccato e non il peccatore, sì. Ma adesso, per timore di urtare la sensibilità di chi sbaglia, si fatica financo a inquadrare l’errore. È vero, come ha proclamato Francesco nella sua omelia di domenica, al termine dell’assemblea sinodale, che la Chiesa «non esige mai una pagella di buona condotta». Però deve indicare cosa è bene e cosa e male. E insegnare a distinguere giusto e sbagliato. Altrimenti, le crepe si trasformeranno in cedimenti strutturali. Il documento conclusivo del Sinodo ha mollato la presa pure su altre questioni spinose, a cominciare dalla «democratizzazione» della Santa Sede, che lasciava perplesso il Papa medesimo. Nel testo non figura più la formula sul «sinodo permanente»; resta, al massimo, l’invito a «rafforzare» l’esperienza sinodale. Inoltre, è stato rafforzato il richiamo al «magistero». È sul coinvolgimento delle donne che, invece, la relazione ha sorpassato le bozze: anziché di «maggiori sforzi», si parla di «bisogno urgente» di farle partecipare ai processi decisionali e di assegnare loro ruoli di responsabilità, benché nulla venga specificato sull’ammissione nel clero. La finestra pare averla chiusa proprio Bergoglio, spiegando, pochi giorni fa, che una donna «non può accedere al sacerdozio» e «men che meno all’episcopato». Roma locuta. La battaglia sulle riforme, comunque, è ancora aperta. Il colmo sarebbe se l’agenda progressista venisse bocciata da quei «marginali» cui pretende di restituire dignità e che, invece, desiderano una Chiesa pura, davvero alternativa alla mondanità. Ne deriverebbe un duplice disvelamento. Primo, sul fatto che anche il Pontefice magari s’inganna, quando, memore dell’esperienza pastorale nelle favelas argentine, crede che l’irregolarità definisca la condizione essenziale delle periferie. Secondo, sul fatto che l’ansia di cambiamento, più che un’esigenza dei cattolici giovani, al Sud del mondo, è un vezzo di quelli occidentali. Stanchi, fiaccati dalla politica delle identità, contaminati dal nichilismo, secolarizzati. «Adulti», come si vantavano di essere loro. «Tiepidi», come li ha chiamati Francesco.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.