
Emmanuel Macron si lava le mani davanti al ricorso del governo per far fuori il paziente tetraplegico. Dietro questa apparente indifferenza, il suo partito lavora a una legge per sdoganare la «dolce morte». Alla faccia dei cattolici che lo hanno votato.Gli ingranaggi della macchina per togliere la vita a Vincent Lambert si sono rimessi in moto in Francia. Per ora non si conoscono le intenzioni e le prossime mosse dei genitori dell'uomo bloccato nell'ospedale di Reims. Quel che è invece si comincia a intravedere è il rafforzamento del «partito dell'eutanasia» alla francese. Il ricorso in Cassazione del governo guidato da Edouard Philippe per ottenere la fine dell'idratazione e dell'alimentazione del quarantatreenne tetraplegico - che respira autonomamente e reagisce agli stimoli come hanno dimostrato due video - è su tutti i giornali e il tono degli articoli esprime una certa «soddisfazione» per questa decisione. Ufficialmente nessuno però usa il termine eutanasia. È troppo spaventoso, richiama l'idea della morte. Piuttosto si parla dell'urgenza di rivedere la legge sulla bioetica, che però non è giustificata dal fatti. Tra i primi ad alzare la voce c'è Jean Louis Touraine, medico e deputato ex socialista e ora di La République En Marche, nonché presidente del gruppo di studio sul fine vita all'Assemblea nazionale, la camera bassa francese. «Proponiamo di legiferare nuovamente sul tema del fine vita», ha detto Touraine ai microfoni di Franceinfo. Il suo obiettivo è di «dare una definizione più precisa di ciò che è l'“ostinazione non ragionevole"». Il deputato è noto per le sue posizioni e per la sua adesione alla loggia massonica del Grand Orient de France, come ricordava nel febbraio del 2018 il settimanale Famille Chrétienne. mistificazionePer questo non sorprende che l'onorevole macronista pensi che «sia tempo di poter definire quando il prolungamento della vita diventa terribilmente eccessivo, irrazionale, penoso per tutti, tanto sul piano umano quanto su quello affettivo». Ma come molti altri sostenitori dell'eutanasia, il medico deputato dimentica di dire che Vincent Lambert non è in stato vegetativo e che potrebbe vivere una vita migliore se lo si trasferisse in un centro in cui potrebbe beneficiare di fisioterapia, ricevere delle visite, essere portato all'esterno, vedere la luce del sole. Tutte cose che non può più fare da quando, anni fa, i medici hanno disposto il suo totale isolamento. Senza queste considerazioni, ogni teoria sul diritto a morire risulta azzoppata e ideologizzata. E così risulta assolutamente non convincente l'atteggiamento assunto da Emmanuel Macron sulla vicenda. Dopo essere stato implorato da Viviane e Pierre Lambert, i genitori di Vincent, perché intervenisse, il capo dello Stato francese ha trovato il coraggio solo per scrivere un post su Facebook il 20 maggio scorso. Una comunicazione insolitamente sobria per un uomo che non perde occasione per passare davanti alla telecamere e ai microfoni di intervistatori genuflessi. Così, dopo un'introduzione con la mano sul cuore, degna di una madonnina infilzata, il leader transalpino aveva scritto che «come presidente della Repubblica» non toccava a lui «sospendere una decisione che ha l'apprezzamento dei medici e che è conforme alle nostre leggi». Perché allora questo cambiamento di rotta? Perchè l'Eliseo non ha impedito al governo - che a lui risponde - di presentare il ricorso in Cassazione? La risposta è molto semplice: le elezioni europee sono passate e La République En Marche non ha perso poi così male. Questo anche grazie a molti voti dei cattolici che hanno abbandonato il loro beniamino François Xavier Bellamy: filosofo, cattolico, anti abortista e anti eutanasia. Dopo lo scampato pericolo delle europee, Emmanuel Macron si sente libero di mandare segnali al suo elettorato di sinistra. Perché dunque non usare la vicenda di Vincent Lambert per accelerare la riforma della legge sulla bioetica, tanto cara alla sinistra transalpina? Che importa se dietro a questa storia ci sia una persona?inutili predicheSi tratta probabilmente di una manovra politica, capace di produrre molto più facilmente dei risultati positivi per l'inquilino dell'Eliseo, rispetto ad azioni in altri ambiti. Per esempio quello economico o quello dell'immigrazione. In quest'ultimo ambito, forse Emmanuel Macron preferisce limitarsi a fare dichiarazioni scomposte contro chi non la pensa come lui. Lo aveva già fatto circa un anno fa, denunciando «il cinismo e l'irresponsabilità del governo italiano» per il rifiuto di ricevere la nave Aquarius con oltre 600 migranti a bordo. Nel frattempo però la frontiera con l'Italia restava sigillata e i migranti venivano rispediti in modo sbrigativo in Italia. Nello stesso periodo, l'allora portavoce de La République En Marche, Gabriel Attal, poi promosso con un incarico di segretario di Stato, aveva detto che la posizione del governo italiano sui migranti era «da vomitare». Dodici mesi dopo, di fronte alla vulnerabilità di Vincent Lambert, il cinismo, l'irresponsabilità e i conati di vomito, sembrano non interessare più gli uomini e le donne della Macronia. E dire che Emmanuel Macron aveva persino chiamato la sua lista per le europee Renaissance, che in italiano significa Rinascimento. Quell'epoca intrisa dell'Umanesimo, che aveva rimesso l'uomo e la sua dignità, al centro dell'universo. Secoli dopo quel periodo, per una strana coincidenza, il governo francese che intende celebrare con una faraonica mostra sul genio del Rinascimento, Leonardo Da Vinci, vuole anche sbarazzarsi di un uomo vulnerabile che vuole solo vivere. Quel governo è lo stesso che chiede alla «vomitevole» Italia, di prestare alla Francia uno dei simboli di quell'Umanesimo: l'Uomo vitruviano.
Julio Velasco e Alessia Orro (Ansa)
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