2021-07-29
Il settore del cibo e delle bevande brinda per lasciare la crisi alle spalle
Superato il momento più buio della pandemia, il food & beverage torna ai massimi. Lo champagne di qualità è riuscito a crescere anche nel lockdown. Campari vola per l’«effetto spritz» e Coca Cola prova a diversificareIl settore food & beverage ha vacillato con la pandemia, ma ha saputo rialzarsi ed è tornato come indice di Borsa sopra i massimi assoluti. Certo, alcuni comparti come quello delle bevande (alcolici, birre e bibite in particolare) hanno subito un vero crollo per la chiusura di ristoranti e bar e per l’annullamento degli eventi, oltre che per la frenata del turismo.Il settore della birra, in particolare, dopo dieci anni di crescita ha visto un crollo del 10% circa sia della produzione che dei consumi. Il cosiddetto settore Ho.Re.Ca. (Hotellerie, restaurant, café) ha subito uno stravolgimento e sono state stimate solo in Italia in oltre 34 miliardi di euro le perdite per i pubblici esercizi, ma la ripresa è iniziata come dimostrano anche le trimestrali delle principali società del settore.«Indipendentemente da epidemie e sconvolgimenti politici, le persone hanno ancora bisogno di mangiare e bere e anche in questo settore si è assistito a un crescente livello di investimenti verso la digitalizzazione e la sostenibilità. Si è visto anche per molte aziende uno spostamento dei consumatori verso i prodotti di maggiore eccellenza e marginalità per le imprese», spiega Salvatore Gaziano, direttore investimenti di Soldiexpert Scf.Un caso interessante è quello dello champagne che ha visto nel 2021 una discesa delle vendite di circa il 10%, mentre alcune aziende leader come Laurent Perrier sono riuscite ad accrescere i margini data la «sete» dei consumatori per i marchi di fascia più alta, acquistati magari online e per uso domestico. I ridotti costi di promozione hanno spinto verso l’alto gli utili.In questi giorni anche Campari ha diffuso i dati: nel primo semestre ha realizzato vendite per oltre 1 miliardo di euro (+30,2%) su base annua, superiori alle previsioni e con utili raddoppiati. «È l’“effetto spritiz” e per questo nei diversi portafogli consigliati da Soldiexpert Scf da tempo abbiamo puntato su Campari come su La Doria, analizzando i consumi», spiega l’esperto. Fra le società quotate a Piazza Affari, La Doria, leader nel settore delle conserve agroalimentari, ha chiuso il 2020 con risultati in forte miglioramento e superiori alle previsioni, spinti dall’exploit dei consumi domestici.A livello globale per Coca Cola nel 2020 le cose non sono andate male come avrebbero potuto, grazie ai consumi domestici, e il recupero nel 2021 appare deciso, grazie alla riapertura dell’economia. Il gruppo di Atlanta punta forte sulla Coke e sta riducendo il numero di marchi in catalogo in tutto il mondo, puntando anche su succhi, latticini e prodotti a base vegetale. La rivale storica PepsiCo è riuscita a comportarsi meglio grazie alle categoria colazione e snack che Coca Cola non detiene.Nel settore alimentare sta cercando di risalire la china Kraft Heinz che, dopo la fusione del 2015, ha visto la sua stella calare e si trova ad affrontare un mercato dove i consumatori richiedono sempre più alimenti locali e biologici e generalmente si sono allontanati dagli alimenti confezionati.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)