2020-09-28
Perché non bisogna fidarsi dei sessuologi
La loro è una falsa scienza: si fonda sui questionari, che sono un modo per manipolare la realtà. Soltanto i deficienti trovano giusto rispondere a domande come «lei è attratto dai minori?» o «lei ha mai fatto sadomaso?». Ma intanto così si violano sacrosanti tabù.sesso / 4La sessuologia si muove per questionari. Il questionario è sempre una maniera falsa per fare scienza o, se preferite, una maniera vera per fare falsa scienza e autentica manipolazione.Il questionario è falso per definizione perché non raccoglie informazioni sulla popolazione, ma solo sulla quota dei minorati mentali che rispondono al questionario. Alle domande «lei si masturba?», «lei fa sesso occasionale?», «lei ha mai provato attrazione per i minori?», rispondono solo i deficienti, nel senso letterale del termine di deficere. Fa difetto l'autonomia di pensiero e la consapevolezza che la sessualità fa parte della sfera privata e che chiunque la levi di lì sta commettendo un arbitrio, e questa deficienza è riempita dal desiderio di dare una buona risposta davanti al tizio che si è autonominato esperto violando lo scrigno del proprio privato per trasformarlo in una cloaca. Una persona sana di mente tiene rinchiusa nella propria riservatezza la propria sessualità, e manderà al diavolo chi osa importunarla con una domanda del genere. Il minorato mentale non ha il senso della riservatezza, dato che non ha il senso del bene e del male, quindi risponde. Dato che gli hanno fatto questa domanda, vuol dire che il tema della domanda si può fare e che è anche alla moda, quindi è possibile che risponda affermativamente, anche dove non è vero, così da sballare ulteriormente le già sballate statistiche, per fare bella figura, e che tornato a casa provi.«Hai mai fatto sesso occasionale?» era la domanda incredibile in un test rivolto a liceali. L'apparente domanda nasconde due affermazioni: il sesso occasionale si può fare e se ne può parlare, affermazioni che diventano dogmi. Davanti a un questionario del genere l'adolescente che non ha ancora fatto sesso occasionale si sente l'anatroccolo della comitiva. Questa domanda incentiva meravigliosamente la pratica del sesso occasionale, ridicolizza chi non lo pratica. La domanda che campeggia sui questionari di sessuologia dei giornali femminili è: «Lei ha mai fatto sesso anale?». Sembra una domanda, ma in realtà è una tripla affermazione, che grazie alla falsa struttura di domanda passa senza contraddittorio. Le tre affermazioni sono:1Qualcosa che includa il tubo digerente usato a scopo ricreativo può essere considerato sesso. Non lo è. Il sesso è un'altra cosa e presuppone capacità riproduttive e orgasmo. Il tubo digerente ha un carattere astioso e irritabile, si irrita con spaventosa facilità e non produce orgasmi, anche perché sta molto meglio quando è in solitudine, quindi non c'è motivo che incentivi la compagnia. Quello che molti scambiano per una specie di orgasmo è il picco di endorfine che alcuni producono in una situazione di dolore e sensazione di sottomissione, e che determina quello che in ambito fisiopatologico è indicato col termine inversione del senso del piacere e del dolore. Quelli che ce l'hanno si divertono, quelli che non ce l'hanno, e sono la maggioranza, no. Molte donne mi hanno scritto ringraziandomi. Sono l'unica che ha avuto il coraggio di dire che fa male, e fa male perché c'è un danno. Il danno diminuisce con l'uso di lubrificanti e di molta, molta pazienza, ma non si annulla mai. Molti uomini impongono questo alle loro donne, insultandole perché non si divertono o addirittura si rifiutano. Il sessuologo dice che va bene. Sei tu che sei sbagliata. Vale lo stesso discorso che vale per la parte maso del sadomaso. Se il tuo cervello non inverte il senso del piacere e del dolore e solo un tipo specifico di mente ci riesce, allora è semplice tortura. 2Il sesso anale (in realtà erotismo anale) si può fare e del sesso anale si può parlare. San Paolo dice di no, quindi che si possa fare e si possa parlarne, è un'affermazione che va nel campo della religione e dell'etica, perché chi domanda «lei fa sesso anale?», sta contraddicendo la Bibbia e San Paolo e lo stesso Cristo che spesso cita la distruzione di Sodoma, quindi sta violando la libertà religiosa, il diritto che la propria religione non sia ingiuriata. 3Si tratta di una cosa assolutamente naturale, la domanda dà questa impressione, mentre non lo è, occorrono notevoli precauzioni come spiegano con minuzia di particolari su gay.it, e può scatenare un notevole numero di guai, non tutti evitabili col preservativo. Il preservativo non evita né l'incontinenza, né la contaminazione di materiale che sarebbe meglio non restasse in giro. A furia di questionari si è avuta la normalizzazione della sodomia. È spiegata nei libri di educazione sessuale per undicenni, sempre però in maniera riassuntiva, nessuno parla mai di dolore e di incontinenza. Nessuno parla nemmeno di orgasmo, perché bisognerebbe spiegare che l'orgasmo nel tubo digerente non c'è e pare brutto. Ora i vari forum sessualità, forum amore, punto chat eccetera hanno spostato la domanda a: «Tu hai mai fatto sadomaso?».Il sadomaso è l'ultima sfera, l'ultimo tabù che è stato violato e che sarebbe stato tanto meglio fosse rimasto dove era. Il sadomaso si sta spandendo in maniera esponenziale: cinquanta sfumature di sadomaso, oppure, se volete un riassunto, Yoü and I di Lady Gaga, dove una donna macilenta e ferita si offre alle torture. L'uomo che tortura una donna è un tizio che ha bisogno del dolore di lei per raggiungere l'erezione e la donna che si fa torturare da un uomo è una tizia che si accontenta di un tizio che ha bisogno delle torture. Il sadismo e soprattutto il masochismo sono sempre stati correttamente identificati dalla psichiatria come un comportamento border line, al confine tra nevrosi e psicosi, frutto di ferite e traumi. L'Organizzazione mondiale della sanità parla di sadomaso, crea una complementarietà, banalizza, normalizza, e se ne esce con l'affermazione delirante che all'interno della maggioranza delle coppie siano presenti comportamenti del genere. Il sadomaso è una roba per deficienti, nel senso letterale del termine. Deficere. Mancare. Sono mancanti, quindi incapaci di sessualità che è il dono di Dio per creare la vita, esattamente come deficiente è il marchese che dà il nome alla categoria. Sono azzoppati, mutilati del vero senso del sé, se lo sono fatti scippare, dalla pornografia e da una strana branca della sessuologia che spiega che il sadomaso va benissimo se solo sono tutti consenzienti, ignorando che qualsiasi consenso al subire dolore è per definizione un consenso estorto e che la lesione personale su consenziente è, giustamente, un reato.
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