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Il problema non è l’Italia, ma la fine del Qe

Il problema non è l’Italia, ma la fine del Qe
ANSA
  • La Banca centrale europea chiuderà i rubinetti. Il 14 giugno in Lettonia il consiglio direttivo deciderà le tempistiche per fermare il bazooka di Mario Draghi. Non c'entrano né governo né populismo, è il cambio di strategia sui tassi a mandare in fibrillazione le Borse.
  • Il premier sa che al vertice che si apre domani in Canada avrà gli occhi puntati addosso. La strategia è chiara: l'Italia sarà autorevole e anche ai tavoli europei non si presenterà più con il cappello in mano.
  • Durante un question time al Bundestag, la cancelliera si è mostrata disponibile a sedersi al tavolo con Roma «nel rispetto delle regole su cui si regge l'Unione».
  • La proposta gialloblù per il disgelo è stata subito fermata dal gran capo dell'Alleanza atlantica, che insiste sulle sanzioni. Tanto a pagarne il prezzo sono le imprese italiane.

Lo speciale contiene quattro articoli

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Difesa europea sotto pressione: i numeri che smentiscono l’autonomia del Vecchio continente
Getty Images
La nuova strategia Usa rilancia il tema dell’autonomia militare europea. Tra basi americane, deterrenza nucleare, spese per la difesa e limiti strutturali degli eserciti nazionali, i dati mostrano un continente ancora largamente dipendente dall’ombrello statunitense.

La pubblicazione della nuova Strategia per la sicurezza nazionale dell’amministrazione Trump, dai toni esplicitamente duri verso l’Europa, ha riacceso un interrogativo che da anni viene rinviato: il continente è realmente in grado di garantire da solo la propria sicurezza militare? Il documento, analizzato da Le Figaro, evidenzia una frattura sempre più evidente tra ambizioni politiche europee e realtà operativa sul terreno.

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(Totaleu)

Lo ha detto il Ministro per gli Affari europei in un’intervista margine degli Ecr Study Days a Roma.

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Dal momento che ci piacciono le sfide e non amiamo stare con le mani in mano, vi proponiamo un nuovo progetto, una nuova scommessa trascinante che si chiama #informazione online. Saremo diversi e controcorrente anche sul #Web.#LaVerità
La partita del pride? Egitto-Iran
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Clamoroso autogol della Fifa: ai mondiali americani il match che cade nella data dell’orgoglio arcobaleno vede di fronte due nazioni in cui l’omosessualità è illegale.

Un autogol di quelli più divertenti e nello stesso tempo più pesanti, un gollonzo in piena regola: la partita del Mondiale che avrebbe dovuto celebrare l’orgoglio Lgbtq+ sarà… Egitto-Iran. Ben gli sta, e scusate la franchezza. L’idea che i Mondiali debbano celebrare un pride game per omaggiare l’omosessualità (nel senso più largo del termine, comprendendo perciò anche le politiche contro omofobia e quant’altro) è la solita forzatura retorica dove per certi temi sono previste corsie preferenziali. Tra l’altro i temi «pride» sono sempre gli stessi e - guarda caso - coincidono con fasce di consumatori big spender. Insomma i pride Lgbtq+ sono un business ed è per questo che conviene a tutti inserirli nelle manifestazioni.

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