2020-06-26
Il poster della nonna lgbt pagato dall’Europa
A Carpi compaiono manifesti di una campagna per l'integrazione degli anziani omosessuali per i quali la Commissione Ue ha stanziato 361.947 euro nel 2018. Proteste in città: «Sono di cattivo gusto. Si sprecano soldi per progetti lontani dalla gente».«Il mio nome è Maria e sono bisessuale». E chi se ne importa, direte voi? Se invece la frase campeggia su un cartellone in bella vista sulla pubblica strada, e l'autrice corrisponde a una sorridente nonnina un po' «rock», l'occhio non può fare a meno di cadere su un messaggio altrimenti di per sé poco originale. È quanto successo in questi giorni agli abitanti di Carpi, comune in provincia di Modena, che passeggiando per le strade della loro ridente cittadina si sono imbattuti nell'allegra ottuagenaria. Meglio metterlo in chiaro da subito: non coviamo nessun pregiudizio contro la libertà sessuale degli anziani. Lungi da noi ridicolizzare eventuali situazioni di disagio, né tantomeno discriminare comportamenti apparentemente distanti dalla mentalità comune. Ma il discorso cambia se questo tipo di comunicazione avviene a spese dei contribuenti italiani ed europei. Ebbene sì, perché come recita lo stesso poster affisso per le strade di Carpi, l'iniziativa denominata Best4OlderLgbti (dove l'acronimo Lgbti sta per lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali, ndr) risulta cofinanziata dal programma Rights, equality and citizenship (Rec) della Commissione europea. Fondo che solo nel 2018 ha stanziato 1,5 milioni di euro per iniziative legate al mondo Lgbti. Per carità, sotto all'immagine i promotori specificano - in caratteri molto più piccoli - che «il sostegno della Commissione europea alla produzione di questa pubblicazione non costituisce un'approvazione del contenuto, che riflette esclusivamente il punto di vista degli autori, e la Commissione non può essere ritenuta responsabile per l'uso che può essere fatto delle informazioni ivi sostenute». Quella bandierina blu con le dodici stelle gialle in alto a sinistra, però, parla chiaro: senza i soldi dell'Ue, e dunque ultimamente dei suoi cittadini che ne finanziano il budget, questa locandina con tutta probabilità non sarebbe mai esistita.E non stiamo parlando di pochi spicci. Complessivamente, l'iniziativa denominata «Best4OlderLgbti - Best Interest for the Older Lgbti» (traducibile con «nell'interesse degli anziani Lgbti», ndr) ha ottenuto nel 2018 un finanziamento pari a ben 361.947 euro, l'equivalente di vent'anni di stipendio netto di un operaio medio italiano. Quasi un quinto del totale (ovvero 65.239 euro, pari al 18%) è finito nelle casse dell'impresa coordinatrice del progetto, l'italiana «Anziani e non solo», società cooperativa sociale la quale, guarda caso, ha sede proprio a Carpi. A spartirsi il resto della torta altri sei soggetti, tutti impegnati a vario titolo nella difesa dei diritti sessuali degli anziani e contro le discriminazioni di genere negli individui più in là con l'età: l'irlandese Age action (59.375 euro), la rumena European association for social innovation (56.634 euro), le portoghesi Caso50+ (63.562 euro) e Fluxphera (36.890 euro), la greca Kentro Merimnas (40.434 euro) e l'olandese Stichting roze 50+ (39.810 euro). Tra gli obiettivi del progetto, tra le altre cose, la realizzazione di un sito internet multilingua, la registrazione di alcune video testimonianze, l'organizzazione di due conferenze sul tema e la pubblicazione di numerosi materiali di comunicazione (libretti, guide e per l'appunto i poster apparsi a Carpi). Non tutti nella cittadina emiliana, va detto, l'hanno presa bene. «Il cartellone, di per sé, ci pare di cattivo gusto», dichiara alla Verità il capogruppo leghista in Regione, Matteo Rancan, «tanto più ci lascia sconcertati la considerazione che proprio in un periodo di emergenza come l'attuale, in cui, più che mai cittadini, famiglie, e imprese necessitano di aiuti, l'Europa perda tempo e sprechi i nostri soldi per progetti meramente ideologici e quanto mai lontani dai bisogni dei cittadini». Niente di più sbagliato, stando agli attivisti di Best4OlderLgbti. «Le persone anziane Lgbti possono essere messe in difficoltà durante una cena romantica, o quando vanno in palestra, e non è sempre facile salire su un autobus», recita uno dei pamphlet a disposizione sul sito ufficiale. E «le persone anziane Lgbti possono non farsi curare anche quando ne hanno un disperato bisogno» dal momento che non meglio precisate «ricerche scientifiche» hanno portato alla luce il fatto che le persone appartenenti a questa categoria «spesso temono di essere discriminate quando accedono ai servizi sanitari». Un problema senza dubbio drammatico, ma che in realtà sembra preoccupare più gli organizzatori di queste attività che i diretti interessati. Secondo i dati presentati a Bologna nell'ambito dell'indagine Silver rainbow, finanziata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali (ancora soldi pubblici!), in realtà «gli anziani (over 65 anni) e i grandi adulti (tra i 50 e i 64 anni) Lgbti non sono il segmento più fragile della comunità Lgbti». Rispetto ai loro coetanei eterosessuali hanno più paura di invecchiare e di «scivolare verso l'isolamento sociale», ma in realtà «riferiscono di essere raramente bersaglio di discriminazioni e non riportano pensieri depressivi rispetto a questo fenomeno, come al contrario fanno giovani e giovanissimi». Un po' come tutti gli anziani «sognano spazi sociali intergenerazionali per trascorrere il tempo libero e costruire relazioni, e guardano con grande entusiasmo ai progetti di co-housing per la terza età». Tradotto, desiderano trascorrere una vecchiaia serena e tranquilla. Ma come è noto la normalità non fa notizia e, soprattutto, non dà accesso ai finanziamenti europei.