2023-07-14
Il pianto di Fazio sbarca su Discovery. Solita solfa (vittimismo compreso)
Fabio Fazio e Luciana Litizzetto (Ansa)
Fabiolo porta «Che tempo che fa» sul Nove senza toccare la formula: Littizzetto, Lagerbäck e tavolo annesso Forte dei 2,5 milioni l’anno, non resiste a lanciare frecciatine alla Rai: «Qui c’è leggerezza, sono più libero».Fabio Fazio, escluso insieme al proprio programma dalla nuova offerta Rai, ha giurato di non voler passare per martire. «Detesto», anzi, «il martirologio», ha proferito durante la conferenza stampa dei palinsesti Warner Bros Discovery, la stessa nel corso della quale è stato ufficializzato il passaggio di Che tempo che fa sul Nove. «Il tweet di Salvini («Belli ciao», ndr) sul mio addio alla Rai? Niente di nuovo, era già successo. Io non voglio essere protetto. Non voglio essere difeso dalla politica. Voglio che a parlare siano solo i miei risultati», ha detto ancora. E si sarebbe potuta aprire una parentesi, analizzare gli ascolti di Che tempo che fa e i suoi continui rimpalli fra le reti Rai. Si sarebbe potuto obiettare che solo su Rai 3 lo show ha saputo registrare ascolti superiori alla media del canale. Si sarebbe potuto controbattere, invece Fazio ha continuato a parlare per sé, negando di essere stato epurato, ma alludendo poi al concetto ormai abusato di «libertà». «Non ho mai detto di essere stato cacciato o che ci sia stata un’epurazione. Diciamo, però, che se a marzo, con un contratto in scadenza a giugno, nulla accade uno pensa legittimamente di cogliere l’offerta di continuare altrove», ha cominciato, prima di passare alla bordata finale, una tirata passivo-aggressiva dove niente - figurarsi le (sacrosante) lamentele - sono mai state esplicitate chiaramente. Fazio, che alle 19.30 del 15 ottobre debutterà sul Nove con Che tempo che fa, con il suo tavolo e Filippa Lagerbäck, Luciana Littizzetto a dire al pubblico che niente è cambiato, ha buttato lì qualche discorso. Sassi lanciati a chi abbia voglia di raccoglierli. «Non è che prima non fossi libero, io sono sempre stato libero», ha detto. E, però, «Qui c’è un’aria di leggerezza. Mi sento più libero», e poi verbi e aggettivi e giri di parole che sono parsi finalizzati a far intendere - senza mai esporsi, per carità - quanto male (si) stesse prima. Nel corso di quei 40 anni durante i quali al conduttore è venuto a noia di «dover lottare sempre, di dovermi difendere da chiunque». «Io penso sinceramente che l’ingrediente fondamentale per fare televisione sia essere liberi. Prima di esprimere un’opinione ci devi pensare cento volte, ma la televisione non può avere il limite di nessuna narrazione precostituita, perché altrimenti non riesci a raccontare la realtà e a essere contemporaneo». Obiettivo che Fazio, per la modica cifra di 2,5 milioni l’anno (10 totali), 600.000 euro più di quel che gli era dato in Rai, si è proposto di raggiungere sul Nove, perché, gli ha fatto eco la Littizzetto, «le trincee non portano bene. L’apertura e l’inclusione, la circolazione delle persone in un mondo globalizzato penso siano la cosa migliore». Di più. «Tornare a fare il nostro mestiere, parlando delle cose che facciamo, è qualcosa che ho cercato di fare nel corso di tutta la mia vita», ha continuato Fazio. Ed è fra le righe, fra i vari «tornare», «fare», «essere liberi», che per sottrazione si è letto quel che nessuno ha avuto fegato di dire. Fabio Fazio e Luciana Littizzetto, che «non mi sentirete mai dire una parola contro la Rai, non perché è stata il piatto in cui ho mangiato, ma perché è stata il piatto che ho cucinato», sono parsi la metà livorosa di una coppia: quella ferita, che ha subito la rottura senza però cercarla, accondiscendente per forza, mai per volontà. Fazio è stato più diplomatico. La Littizzetto meno. «Qui ci vogliono bene? Ci vogliono, più che altro», ha chiuso, prima che la conferenza proseguisse e Warner Bros Discovery annunciasse le riconferme del proprio palinsesto: Accordi&Disaccordi, La Confessione, Fratelli di Crozza, Little Big Italy e il ciclo Nove racconta, con (anche) Essere Moana - Segreti e misteri di Moana Pozzi e Ares gate: La fabbrica delle illusioni, sulla morte di Teodosio Losito e la successiva bancarotta della Ares Film. «Autorevolezza, sguardo inedito sulla realtà italiana e internazionale, autenticità, ironia, contemporaneità» sono stati enumerati come i «valori chiave» attorno ai quali è stata costruita l’offerta del Gruppo: «Contenuti che siamo sicuri faranno parlare e avranno l’abilità di «farsi vedere», di incuriosire e catturare il pubblico. Vogliamo continuare ad essere l’editore che, più di ogni altro, porta sul mercato idee originali e, quindi, il più innovativo», ha spiegato Laura Carafoli, Senior cice president content networks & streaming local productions Italy & Iberia, spiegando come «la nostra vocazione è quella di prenderci rischi creativi, investendo sempre più su nuovi volti e nuovi format». Su Real Time, dunque, sbarcherà Giulia De Lellis, presentatrice di un programma sulle coppie in crisi (Amore alla prova). Tornerà Benedetta Rossi, con un prime time inedito (Ricette d’Italia - Il gusto della sfida) e ripartirà il comparto che ha reso grande Real Time, il docureality, i talent: Matrimonio a prima vista, Bake Off Italia, 90 giorni per innamorarsi, Primo appuntamento e via fino a Cortesie per gli ospiti e Casa a prima vista.