2024-04-11
Il piano di Tavares è minacciare l’Italia: se arrivano i cinesi altri posti a rischio
L’ad di Stellantis «ricatta» il governo e non dà risposte al crollo delle produzioni. Ma è lui a volere le auto di Pechino a Mirafiori.Al di là della differenza di toni, per una volta i sindacati dei metalmeccanici sono d’accordo sulla sostanza: l’incontro con l’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, è stato più che altro un appuntamento di cortesia. Un modo per dare una risposta almeno nella forma alle accuse di disinteresse verso l’Italia, tagliare qualche nastro (quello dell’eDct assembly plant, un nuovo impianto per la produzione di cambi elettrificati, a Mirafiori) e dare un paio di annunci (l’investimento da 100 milioni per una nuova batteria per la 500 elettrica e la produzione della Panda a Pomigliano estesa fino al 2030). Dei contentini insomma. Ma sui problemi reali, zero risposte.È mancata un’autocritica sul sito di Mirafiori, dove nel 2024 i volumi sono crollati del 51%, e per il quale i sindacati chiedono di aggiungere un modello di largo consumo e di anticipare i lanci Maserati. Così come sono state respinte al mittente le richieste su Cassino di accelerare sui tempi dei due modelli Alfa Romeo. E resta al palo anche il dossier Melfi, dove per tutta la settimana il lavoro si è fermato a causa della mancanza di componenti. Insomma, se ci si aspettavano risposte rispetto alla necessità di rafforzare volumi e occupazione in tutti gli stabilimenti per invertire il trend che anche nel 2024 è partito con un meno 10% di produzione, l’aspettativa è stata ampiamente delusa. A parole resta valida la promessa di arrivare a quota un milione di auto prodotte in Italia, ma il come resta un mistero. Anzi. L’unica vera notizia di giornata è la minaccia dello stesso manager portoghese al governo italiano che da mesi parla apertamente della ricerca almeno di un secondo produttore d’auto da affiancare alla multinazionale che ha cuore, cervello ma ormai anche il corpo sempre più lontani dall’Italia. «Non abbiamo alcuna intenzione di andarcene dall’Italia», arringa Tavares, «Dicono che non siamo interessati e si chiamano per questo i cinesi. Sono fake news e siamo in grado di tenere testa ai competitor cinesi, ma se qualcuno vuole introdurre competitor cinesi sarà responsabile delle decisioni impopolari che dovranno essere prese». Cioè? «Con la presenza di aziende cinesi in Italia», spiega, «aumenterebbe il rischio di chiusura degli impianti italiani, perché si ridurrebbero le nostre quote in un mercato in cui siamo leader». Una minaccia. Di nuovo. Sulla falsariga di quella sugli incentivi. Un marchio distintivo della casa dunque. Che ha anche del paradossale, visto che secondo quanto risulta alla Verità era lo stesso Tavares a voler portare la produzione delle auto elettriche low cost cinesi della Leapmotor a Mirafiori. Ipotesi poi caduta a vantaggio della Polonia. A proposito dei cinesi, poi, andrebbero dette altre cose. «Tavares racconta una verità parziale», spiega Giuseppe Sabella, direttore del Centro Studi Oikonova. «Il punto è che sono stati i grandi gruppi europei dell’auto - Stellantis e Volkswagen in particolare - a spingere le scelte politiche in questa direzione. Questo perché il mercato da troppi anni è fermo e si è pensato che, stimolando un rinnovo del parco circolante e inducendo quindi i consumatori a comprare l’auto elettrica, si potesse determinare un impatto positivo sulla produzione. Ora, invece, è chiaro a tutti che l’attuale quadro favorisce l'industria cinese che è più avanti sulla produzione e controlla il mercato delle materie prime decisivo per la transizione energetica». Il punto è che molto probabilmente il tempo è già scaduto e che la partita con Pechino è già largamente compromessa. Tocca salvare il salvabile e sperare in un repentino cambio di direzione della nuova Commissione. Intanto, la fuga di Stellantis dall’Italia è riuscita a ricompattare i sindacati di categoria (alla fine anche il segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, è stato costretto a dire qualche parola di circostanza) che sciopereranno a Mirafiori venerdì 12 aprile. C’è la situazione di Stellantis, certo, ma anche quella dell’indotto e della componentistica, con un polo industriale che girava quasi completamente intorno alle dinamiche dell’ex Fiat. In questi giorni, per esempio, sono partiti nuovi «alert» sui 400 dipendenti della Lear di Grugliasco che produce sedili per le auto di Stellantis. Qui la crisi non è dovuta al passaggio all’elettrico, i sedili servono anche per le auto elettriche, ma al drastico crollo della produzione. Certo se Tavares anziché minacciare il governo mantenesse la promessa di produrre 1 milione di auto in Italia, anche le loro prospettive si ribalterebbero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.