2022-04-14
Dopo essersi accaparrato la Difesa il Pd vuole anche il golden power
Mario Draghi punta a rafforzare il comitato che si occupa dei poteri speciali. Intanto i democratici spingono per dare un ruolo chiave a Bernardo Argiolas, vicino a Sabino Cassese e Sergio Mattarella. Chi coordina la struttura decide la politica industriale e gli assetti bancari del Paese.Nel bel mezzo di partite delicate come l’assalto dei francesi a Banco Bpm, la scalata ad Atlantia e la futura partita di Generali, il governo annuncia una grossa rivoluzione nel comparto del golden power. Il comitato che si occupa dell’esercizio dei poteri speciali a difesa o controllo delle aziende o degli asset strategici del Paese sarà ampliato e rimodulato. L’esecutivo mira a rafforzare la struttura con una direzione generale cui farebbero capo due diversi servizi, rafforzati anche nell’organico. Alla direzione generale sarebbero affidati non solo l’esame delle notifiche ma anche attività di studio e di analisi strategica riguardo ciò che accade su tutti i mercati rilevanti. Il governo punta inoltre a definire nel mese di maggio il nuovo regime di prenotifica. L’obiettivo è chiaro: giocare di anticipo rispetto a quanto avviene oggi. La situazione attuale, viste anche le esigue forze, vede Palazzo Chigi limitarsi a prendere in carico i fascicoli solo dopo aver ricevuto notifica dalle aziende coinvolte. Si tenta in pratica di evitare casi come quello di Alpi aviation, finita nelle mani dei cinesi, e di coordinare le istituzioni nell’esercizio del golden power nel settore industriale, energetico ed economico. È evidente che la scelta del governo di intervenire in questo ambito è dovuta anche al nuovo ordine mondiale che sta prendendo forma dopo l’attacco della Russia all’Ucraina. Insomma, l’intento è quello di passare da una pistola a un mitragliatore. Al tempo stesso non sfugge che a mettere il dito nella leva di sparo resta sempre la politica. Con le relative scelte strategiche sottostanti.Così, neppure il tempo da parte del governo di Mario Draghi di emanare il dpcm che darà vita alla nuova direzione generale, ed ecco che il Partito democratico è già pronto a muover le proprie pedine per posizionarsi ai piani alti di controllo. È quindi quasi banale segnalare che chi avrà in mano la struttura deciderà anche la politica industriale del governo, come i rapporti diplomatici con gli altri Paesi europei o extra europei. Al momento non è ancora chiaro a chi spetterà mettere a terra la riorganizzazione. Il Dipe (Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica), il Dica (Dipartimento per il coordinamento amministrativo) o il Dis (Dipartimento informazioni sicurezza)? Sulla nuova direzione generale sta facendo sentire il suo peso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. Il quale spinge per il Dica dove il Pd e soprattutto la componente margheritina potrebbero avere già un uomo di riferimento a cui affidare almeno una chiave del mazzo che apre o chiude la porta del golden power. Sono infatti in salita le quotazioni di Bernardo Argiolas, al momento dislocato al Servizio per le attività propedeutiche all’esercizio dei poteri speciali. In pratica Argiolas cura il coordinamento delle attività per il golden power in relazione a operazioni societarie che possono costituire una minaccia «per gli interessi della difesa e della sicurezza nazionale (compresi i servizi di comunicazione elettronica a banda larga basati sulla tecnologia 5G), nonché per gli interessi pubblici nei settori dell’energia, dei trasporti». Ma chi è Argiolas? È considerato un «mandarino» del Pd a tutto tondo, con un passato universitario al fianco di professori come Sabino Cassesse (dal 2000 al 2005) e Bernardo Giorgio Mattarella, quest’ultimo figlio dell’attuale presidente della Repubblica. È stato in Agcom fino al 2014, poi è diventato funzionario dell’autorità di regolazione dei trasporti dove diventa dirigente nel 2016. A promuoverlo è stato l’ex presidente Art Andrea Camanzi, ex Telecom, ma soprattutto legato all’ex premier Massimo D’Alema e all’ex presidente di Cdp Franco Bassanini. Nel 2020 c’è stato il grande salto a Palazzo Chigi con il governo giallorosso di Giuseppe Conte. Se il passato legato a Camanzi è ormai remoto, non si può non notare da parte delle leve piddine un particolare interesse ai gangli fondamentali. Se Argiolas venisse promosso, nonostante i malumori interni legati ai ruoli curricolari, si troverebbe a esaminare le segnalazioni delle aziende entrate nel mirino di fondi stranieri (le notifiche sono aumentate nell’ultimo anno). Non solo: la nuova direzione generale avrà anche il compito di analizzare i movimenti di mercato che avranno un impatto sulla nostra sicurezza nazionale. Il giorno dello scoppio della guerra in Ucraina si è riunito il Consiglio supremo di difesa presieduto ovviamente da Sergio Mattarella. In quell’occasione, cercando di passare sotto silenzio, il Quirinale ha nominato segretario (ruolo cruciale) Francesco Garofani. L’ex Parlamentare del Pd è il primo civile a sedere su quella poltrona dagli anni Cinquanta. Una anomalia notata da chi porta le stellette e da chi si occupa di industria della Difesa. Inutile dire che in futuro il golden power, che il decreto Ucraina mira a rendere permanente anche per le società con sede Ue, sarà fondamentale per gli assetti della Difesa e delle banche. Poter azionare il grilletto sarà importante. Fondamentale decidere di non farlo se si vuole aprire la strada a qualche amico.