2023-01-04
Il Pd molla i suoi per non morire di Qatargate
Eva Kaili (Imagoeconomica)
I dem scaricano Andrea Cozzolino e Marc Tarabella: «Sosterremo la rimozione dell’immunità». L’inchiesta si allarga: Atene cerca a Panama trasferimenti sospetti sui conti di Eva Kaili. L’udienza su Silvia Panzeri slitta al 16 gennaio. Giallo sulla missione di Josep Borrell in Marocco.«Noi sosterremo le richieste di autorizzazione alla rimozione dell’immunità di Andrea Cozzolino e Marc Tarabella»: parola di Brando Benifei, eurodeputato del Pd che ad Agorà, su Rai Tre, continua nella operazione di «scaricacozzolino». Benifei, oltretutto, è anche componente sostituto della Juri, la Commissione affari giuridici del Parlamento europeo che dovrà valutare la richiesta di revoca dell’immunità per i due europarlamentari coinvolti nell’inchiesta della magistratura belga sul Qatargate. «Sarà questa certamente la linea del nostro gruppo politico, noi voteremo a favore senza alcun dubbio», aggiunge Benifei, in questi giorni infaticabile teledifensore di un partito, il suo, la cui immagine è uscita devastata dall’inchiesta belga. La votazione finale sulla revoca dell’immunità per Cozzolino e Tarabella arriverà tra più di un mese, poiché l’iter prevede diversi passaggi. La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, comunicherà all’aula la richiesta della magistratura belga in occasione della prima seduta plenaria utile, il prossimo 16 gennaio. A quel punto, la Commissione affari giuridici nominerà un relatore, che illustrerà i casi dei due eurodeputati del gruppo dei Socialisti e Democratici europei agli altri componenti. La proposta finale del relatore verrà quindi discussa e votata dalla Commissione, che adotterà una raccomandazione affinché l’intero Parlamento approvi o respinga la richiesta degli inquirenti. La proposta verrà quindi esaminata dalla plenaria: in caso di approvazione (è sufficiente la maggioranza semplice) la presidente comunicherà immediatamente la decisione al deputato o ai deputati interessati e alla magistratura. La Metsola ha chiesto a tutti i servizi e alle commissioni di dare priorità a questa procedura, per poter arrivare alla sua conclusione entro il 13 febbraio. Intanto (mentre l’alto rappresentante per la Politica estera Ue, Josep Borrell, volerà in Marocco nelle prossime ore per una non meglio specificata missione) le autorità greche hanno chiesto a Panama informazioni su possibili trasferimenti di denaro dal Qatar su conti appartenenti alla europarlamentare Eva Kaili, in carcere a Bruxelles. Il presidente dell’autorità antiriciclaggio di Atene, Charalampos Vourliotis, ha inviato nei giorni scorsi una richiesta urgente alle autorità di Panama chiedendo di essere informato sull’esistenza di versamenti per circa 20 milioni di euro dal Qatar su conti che potrebbero essere stati aperti dalla Kaili o dai suoi familiari. La richiesta ha fatto seguito alle voci, rimbalzate anche sui social e smentite dal legale della donna, su un presunto conto intestato alla europarlamentare greca e ai suoi genitori presso la Bladex Bank di Panama. In realtà, queste voci erano già circolate nei giorni scorsi, ma ieri hanno ripreso consistenza. Ieri mattina ha preso il via, ma è stata subito rinviata al 16 gennaio, l’udienza davanti alla Corte di Appello di Brescia per decidere se consegnare o no alle autorità del Belgio Silvia Panzeri, la figlia di Antonio, attualmente agli arresti domiciliari così come la moglie dell’ex eurodeputato protagonista dell’inchiesta, Maria Dolores Colleoni, in quanto destinatarie di un mandato di arresto europeo firmato dal magistrato belga che si sta occupando del caso, Michel Claise. I Panzeri sono accusati dalla Procura di Bruxelles di essere parte di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione e al riciclaggio e a influenzare le politiche Ue a beneficio di Qatar e Marocco. I giudici italiani, lo scorso 20 dicembre, avevano accolto una questione con cui la difesa aveva evidenziato le condizioni critiche delle carceri belghe, e avevano rimandato l’udienza ad oggi in attesa di verificare la situazione attraverso l’invio di una relazione da Bruxelles. La documentazione, però, come è stato riferito in aula, non è arrivata. La difesa di Silvia Panzeri ha chiesto alla Corte d’Appello di Brescia di rimettere in libertà la donna: i legali, Angelo De Riso e Nicola Colli, hanno chiesto in subordine, l’obbligo di firma in quanto la loro cliente «deve esercitare la professione di avvocato che comporta una serie di responsabilità nei confronti dei suoi assistiti». La decisione è attesa entro 5 giorni. Per quel che riguarda la moglie di Panzeri, lo scorso 19 dicembre la Corte di Appello di Brescia ha dato l’ok alla consegna alle autorità del Belgio, ma i legali si sono opposti e ora si attende la decisione della Cassazione, prevista per il 31 gennaio. Il prossimo 9 gennaio, invece, il Tribunale del Riesame di Bergamo esaminerà il ricorso presentato dai difensori di Silvia Panzeri e Maria Dolores Colleoni contro il provvedimento di sequestro di 200.000 euro trovati sul conto corrente della figlia di Antonio e 40.000 sul conto dei due coniugi disposto dal gip lo scorso 23 dicembre. I difensori dei Panzeri hanno infatti impugnato il provvedimento del gip, che ha accolto la richiesta della Procura in esecuzione a un ordine di investigazione europea inoltrato dalla magistratura di Bruxelles.