2020-09-21
Il Pd fa portare in massa gli anziani ai seggi
Le sigle sindacali, specie nelle zone dove i dem rischiano di più, accompagnano decine di pensionati alle urne con relative code per i protocolli antivirus. In molte sezioni sono mancati i presidenti, rimpiazzati con vigili o impiegati del municipio. Il Pd traballante che teme di incassare una sconfitta storica alle regionali (in particolare in Toscana e nelle Marche, finora feudi rossi) si appoggia ai barellieri del sindacato pensionati della Cgil. Sembrano tornati i tempi della primissima Repubblica quando i Pionieri - i giovani del Pci inquadrati da Gianni Rodari - prendevano in braccio le nonnette e le portavano al seggio. In Toscana e nelle Marche lo Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil, sta mettendo a disposizione trasporti per gli anziani non autosufficienti e molte delle associazioni di assistenza e del «sociale», che sovente attingono contributi dai Comuni di centrosinistra, si danno da fare per consentire ai nonni di esprimere il loro voto. Sono giorni che il Pd mette le mani avanti lamentando un possibile effetto Covid sul voto. Effetto che, stando ai dati sull'affluenza, sembra esserci stato in parte. Il ministero dell'Interno ha comunicato che alle 19 di ieri aveva votato il 30,22% degli aventi diritto (alle 12 erano il 12,25%) per il referendum costituzionale, col record del Trentino Alto Adige (41,65), con tutte le regioni che votano anche per i presidenti sopra il 37% (tranne la Puglia che si è fermata al 26,70%). Di sicuro il virus cinese ha pesato sull'organizzazione dei seggi, nonostante il ministro dell'Intero Luciana Lamorgese ostenti un «è andato tutto bene». Il prefetto Caterina D'Amato, che dirige il servizio centrale elettorale del Viminale, si è limitata a dire: «A noi i prefetti hanno riferito che i seggi sono costituiti regolarmente». Si sono aperti alle 7 e chiusi alle 23 ieri e stamani si vota dalle 7 fino alle 15. Poi inizierà lo scrutinio per il referendum costituzionale, a seguire quello per le sette regioni dove si vota per i governatori e martedì avverrà lo spoglio per gli oltre 1.100 Comuni che rinnovano i sindaci. A Roma hanno dato forfait 760 presidenti, sostituiti da vigili urbani e impiegati dei municipi. A Milano si sono mobilitati i funzionari comunali per far da supplenti. A Padova sono stati fatti 1.300 tamponi agli scrutatori (hanno dovuto sostituire in fretta due presidenti trovati positivi); a Samarte nel Varesotto hanno chiuso e sanificato un seggio per un presunto contagio; a Genova un presidente si è sentito male e il seggio è stato chiuso. Così a Potenza. Ma ciò che più temono Pd e governo è che il Covid possa dissuadere gli anziani. Lo ha esplicitato il Sindaco di Milano, Beppe Sala, lo ha fatto capire tra le righe Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio che ha votato in centro a Roma: «Ogni votazione è espressione di una partecipazione democratica», ha detto il premier incrociando le dita, «e c'è sempre l'auspicio che ci sia la partecipazione dei cittadini. Io ho votato in scienza e coscienza». Così il Partito democratico è corso ai ripari, mobilitando gli «angeli custodi» che accompagnano gli over 70 ai seggi anche perché - almeno in Toscana - i nonni rappresentano oltre un terzo del suo bacino elettorale. Alle scorse regionali su 600.000 voti il Pd ne prese oltre 200.000 dai pensionati. A Scandicci il Comune si è molto impegnato a diffondere appelli all'uso dei servizi di trasporto per i seggi, a San Giovanni Valdarno (dove si sono avute lunghe code alle urne e per di più sotto la pioggia perché dovevano far votare i non autosufficienti) ha protestato il candidato presidente del Partito comunista, Salvatore Catello; a Macerata la Croce Verde accompagnava gli anziani scortati dai membri del direttivo locale del Pd. Casi del genere sono stati segnalati ovunque nelle regioni dove la sinistra rischia più grosso. Lo confermano anche i dati dell'affluenza. Il Partito democratico ha premuto sull'acceleratore della mobilitazione fin dal primo mattino. Guardando ai dati delle ore 12 il record spetta alla Valle d'Aosta con il 18,24%, il Veneto ha avuto il 16,31%, la Campania il 12,46% (e potrebbe non essere un buon segno per il «sì» al referendum sostenuto dai grillini; la Liguria il 15,43%, la Puglia il 13,22%, le Marche il 14,9% e la Toscana il 15,44%. Ma ciò che spicca per le Marche e la Toscana e che le percentuali più alte si sono avute nelle roccaforti rosse. A Firenze ha votato oltre il 16,6%, a Prato il 15,6%, a Livorno oltre il 15%. Sono le zone dove il Pd conta di avere il suo exploit per tenere la Regione contesa tra Eugenio Giani (Pd) - che ha votato a Firenze - e Susanna Ceccardi (Lega), che ha votato a Cascina. Nelle Marche dove si sfidano Maurizio Mangialardi (Pd) che ha votato a Senigallia e Francesco Acquaroli (Centrodestra-Fratelli d'Italia) che ha votato nella sua Potenza Picena stessa geografia del voto. L'affluenza maggiore a Pesaro (14,62%) e Ancona (14%) le roccaforti del Pd. Stesso schema anche in Puglia, dove l'affluenza maggiore è a Bari (13%), «fortino» del Pd dove ha votato il governatore uscente, Michele Emiliano mentre in provincia di Lecce, dove ha votato (a Maglie) Raffaele Fitto, candidato del centrodestra, l'affluenza si è fermata al 12,2%. Ovviamente non sono mancate le polemiche. Matteo Salvini è stato accusato di aver violato il «silenzio» elettorale perché nei suoi canali social ha invitato a votare Lega (imitato peraltro dalla ministra renziana Teresa Bellanova, che ha chiesto preferenze per Italia viva). Ma il caso più clamoroso è quello del presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che ha «cinguettato»: «Cari campani il Napoli sostiene Vincenzo De Luca. È lui l'uomo migliore». È la prova che il Pd punta tutto sugli anziani.
Giancarlo Tancredi (Ansa)
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Francesco Nicodemo (Imagoeconomica)