2018-07-25
Il ministro Tria occupa le poltrone di Cassa depositi e prestiti
A Carroccio e grillini un consigliere ciascuno. In quota Mef il vicepresidente (un docente di Tor Vergata) e altre due nomine.Dopo oltre 20 giorni di attesa, la lista del consiglio di amministrazione di Cassa depositi e prestiti è stata depositata. Dopo aver definito la scorsa settimana il nome del presidente, Massimo Tononi, indicato per statuto dall'Acri guidata da Giuseppe Guzzetti, lunedì è stato scelto Fabrizio Palermo per ricoprire l'incarico di amministratore delegato. Ieri è stato definito il resto del cda. Entra in quota Lega Valentino Grant. È vice presidente delle Bcc campane ed è stato un grande sostenitore del Carroccio nell'ultima campagna elettorale. In quota 5 stelle è stato nominato Francesco Floro Flores. Un amico di Luigi Di Maio. È napoletano proprietario della Trefin, società specializzata in software per aqssicurazioni e azienda spaziale. Ha ricevuto la Legione d'onore francese lo scorso anno per un investimento a Tolosa e visti i rapporti attuali con Emmanuel Macron non è un grande biglietto da visita. Gli altri nomi provengono tutti dal ministro Giovanni Tria che a un primo sguardo sembra aver occupato gran parte delle poltrone in Cdp. Luigi Paganetto è docente a Tor Vergata, praticamente un collega del ministro. L'altra docente finita in cda è Fabiana Massa Felsani. Insegna a Sassari e scrive per il Mulino. Tria ha scritto la recensione a un suo libro. In pratica, visto l'orientamento della casa editrice, la Felsani può essere considerata a metà strada tra Tria e Tononi che non ha mai nascosto il suo background prodiano. Al di là dei due consiglieri indicati dall'Acri, l'ultima poltrona del cda è occupata da Fabrizia Lapecorella, direttore generale del Mef. La funzionaria compare all'improvviso. Fino a ieri mattina il nome era quello di Alessandro Rivera, numero 4 del Mef e destinato a diventare direttore generale del Tesoro. Il cambio potrebbe indicare ulteriori tensioni politiche attorno alla delicata poltrona. D'altronde i 5 stelle volevano come successore di Vincenzo La Via un uomo di Mediobanca e non ne hanno mai fatto segreto. Le tensioni su Cassa depositi e prestiti come sugli emendamenti al decreto Dignità, dove a quanto pare il presidente della Camera, Roberto Fico, ha fatto qualche sgambetto alla Lega, ricadono a pioggia sulle nomine per la Rai e su quelle in scadenza nel settore energia, come Gse e l'Autorità per energia e gas (Arera). Per la presidenza e la direzione generale della tv di Stato è una battaglia senza tregua. Perché di fondo non ci sono solo i vertici di viale Mazzini al centro della trattativa, quanto soprattutto le direzioni dei tg nazionali, dal Tg1 al Tg2. Sul primo sia Salvini sia Di Maio hanno messo gli occhi. E una soluzione non è ancora stata trovata. Il nome che circola è quello di Milena Gabanelli l'ex conduttrice di Report ma si parla anche di Gennaro Sangiuliano, attuale vicedirettore del Tg1: la prima piace molto ai grillini mentre il secondo è in quota Lega. Prima dei telegiornali però, in ballo ci sono anche le trasmissioni di approfondimento, bisognerà trovare la quadra su presidente e direttore generale. A quanto pare su Giovanna Bianchi Clerici, leghista, ci sarebbe il veto anche di Forza Italia tanto che nelle ultime ore va forte per quel posto il nome di Giancarlo Mazzi, un passato di direttore artistico a Sanremo e già socio dell'agente Lucio Presta. Come dg invece la partita sembra a due, tra Gian Paolo Tagliavia, un interno Rai ora alle risorse umane arrivato sotto la gestione del renziano Antonio Campo Dall'Orto e Fabrizio Salini, ex La7. Ma circolano anche Eleonora Andreatta, ex Rai Fiction, Andrea Castellari di Viacom e Valerio Fiorespino, anche lui ex Rai. Complessa anche la situazione per il pacchetto energia. In Gse, la società che gestisce eolico e fotovoltaico, dovrebbe arrivare Luca Del Fabbro, ingegnere, con un passato in Enel e ora nel consiglio di amministrazione di Terna. Più complessa ancora l'Autorità per energia e gas. Qui gli appetiti dei partiti si fanno sentire. Anzi, è stata richiesta una ulteriore proroga che il presidente Guido Pier Paolo Bortoni non ha voluto concedere per evitare problemi anche legali. Potrebbe rimanere Alberto Biancardi come direttore generale, mentre per la poltrona più importante si fa il nome di Stefano Saglia.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)