2025-08-30
Ecco le prove: c’era il ministro dietro i vaccini ai diciottenni
Agli atti la responsabilità di Speranza sulla scelta ferale. Le pressioni del governo sul Cts, il verbale «ritoccato», il colloquio con Figliuolo, la mail del Commissario: il politico dem ha trasformato, senza metterci la faccia, i dubbi degli esperti nell’ok ad Astrazeneca sui giovani.Clicca i link qui sotto per consultare il documento inviato alle Regioni e il verbale dell’ex commissario Figliuolo.Documento inviato alle Regioni.pdfVerbale Figliuolo 20 luglio 2022.pdfNella riunione del Comitato tecnico scientifico del 9 giugno 2021, l’allora ministro Roberto Speranza era stato netto: «Non mi voglio sostituire alla Scienza…». Ma, in realtà, solo un mese prima, l’aveva fatto, eccome. Spingendo a più non posso affinché l’organo consultivo del governo allargasse la platea dei cittadini a cui poter raccomandare il vaccino Astrazeneca, allo scopo di smaltire le ingenti scorte e provare, perché no?, a conquistare lo scettro di Paese più vaccinatore del mondo. Nel maggio del 2021, non essendo riuscito a incassare dal Cts la raccomandazione del siero per la fascia di età compresa tra i 50 e i 59 anni, aveva ottenuto il via libera ai vaccination day aperti agli over 18. Un semaforo verde che ha causato la morte della ligure Camilla Canepa, da poco diventata maggiorenne.Giovanni Rezza, ex direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, ai pm che gli chiedevano come avesse conciliato il proprio scetticismo sulla somministrazione di quel vaccino ai giovani e la decisione del Cts, aveva rivendicato: «Noi come Dipartimento della prevenzione sanitaria non abbiamo mai incentivato i vaccination day, infatti non è stata emessa alcuna circolare inerente a questa iniziativa».Ma il ministero di Rezza e Speranza in questa brutta vicenda ha lasciato le impronte digitali.Come detto nei giorni scorsi, dopo la presentazione del quesito sui cinquantenni, il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, nonostante l’argomento fosse stato trattato solo en passant, inserì nel verbale della riunione del 12 maggio 2021, (da lui «accuratamente rivisto»), cinque righe che risultarono decisive per l’apertura dei vaccination day. Le ricordiamo ai lettori: «Inoltre, alla luce di tutte le considerazioni sopra esposte, il Cts non rileva motivi ostativi a che vengano organizzate dalle differenti realtà regionali o legate a province autonome, iniziative, quali i vaccination day, mirate a offrire, in seguito ad adesione/richiesta volontaria, i vaccini a vettore adenovirale a tutti i soggetti di età superiore ai 18 anni».Davanti ai pm Locatelli non aveva saputo spiegare il perché di quell’intervento: «Io non mi ricordo perché c'è stata l'aggiunta e lo dico in assoluta sincerità e trasparenza […] non mi ricordo la genesi di quella frase…».Il vecchio segretario del Cts, l’avvocato Sergio Fiorentino, non era stato più esaustivo: «Non ricordo come siamo arrivati a scrivere questa cosa […]. L’argomento (open day, ndr) non era incluso nel quesito proposto dal professor Locatelli. Ricordo, però, che, nel corso della riunione, sebbene in modo marginale, il tema era stato affrontato».Adesso La Verità ha recuperato dei documenti che sembrano avere impresse sopra le impronte digitali proprio di Speranza.Partiamo dalla mail che Fiorentino, alle 19:26 del 13 maggio 2021, spedisce ai membri del Cts. Questo è il testo: «Vi invio, ai fini dell’approvazione o della proposta di modifiche, l’estratto del verbale della seduta di ieri, relativo alla questione della raccomandazione dei vaccini a vettore adenovirale. Considerata l’urgenza di conoscere il parere da parte del ministero della Salute, vi chiedo di pronunciarvi entro domani alle 11».email Sergio Fiorentino.pdfGià da queste poche righe è chiaro che il Cts ha il fiato sul collo e a soffiare è il ministero.Ma perché tanta fretta se, sulla questione all’ordine del giorno della seduta (la raccomandazione di Astrazeneca ai cinquantenni), il comitato non era riuscito a trovare un accordo?Per capirlo basta scartabellare tra gli atti entrati in nostro possesso.Nel verbale riassuntivo, innanzitutto, viene rilevato come sia rimasto «non risposto il quesito formulato dal Comitato in esito alla riunione del 10 maggio 2021, cioè la richiesta di informazioni relative al verificarsi di trombosi in sedi inusuali associate a piastrinopenia, nei soggetti di età compresa tra i 55 e i 59 anni in Francia, ove i vaccini a vettore adenovirale sono raccomandati». Per questo motivo il consesso di esperti non si azzarda ad allargare la platea, anche se per non scontentare del tutto il governo tenta un’arrampicata sugli specchi. Basta leggere le «proposizioni» che il Cts «unanimemente condivide».E qui il documento diventa la sagra dell’ovvio.Come dimostra la prima frase: «Attualmente l’uso di entrambi i vaccini a vettore adenovirale (Astrazeneca e Johnson&Johnson,ndr) è approvato sia dell’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali, ndr), sia dall’Aifa (l’Agenzia italiana del farmaco, ndr) per i soggetti al di sopra dei 18 anni».Il Cts ribadisce anche che «i dati a oggi disponibili dimostrano che», con tali sieri, «vi è un vantaggio nel rapporto rischi/benefici che è incrementale con l’aumento dell’età».La nota ricorda pure che, per esempio, nel Regno Unito «l’uso estensivo» di vaccini a vettore adenovirale «ha consentito di ottenere largo controllo sia del numero dei decessi, sia della circolazione virale».Solo a questo punto viene precisato che «i fenomeni di trombosi» legati ai vaccini a vettore adenovirale si sono verificati «in larga prevalenza in persone sotto i 60 anni (con una preponderanza di casi nel genere femminile») e che questo «ha motivato l’indicazione preferenziale» per gli over 60.Ma ciò non porta i professori a sconsigliare l’uso di tali sieri sui giovani. Anzi, nell’estratto, il Comitato, dopo avere «ribadito che i vaccini a vettore adenovirale possono essere impiegati in tutte le fasce di età dei soggetti attualmente vaccinabili», anziché rimarcare le statistiche negative di Astrazeneca, evidenzia come «l’incidenza di eventi trombotici associati all’uso» di Johnson&Johnson, «sia più bassa». Dopo tale considerazione arrivano le uniche vere conclusioni. Il Cts fa sapere che «si può condividere un’indicazione preferenziale» di Johnson&Johnson, «per popolazioni speciali», non identificate nel documento, «per le quali risulti indicato completare nel più breve tempo possibile la vaccinazione (questo siero era monodose, ndr)».L’ultimo capoverso, invece, riporta pari pari l’inserto fatto da Locatelli sui vaccination day.Quindi il verbale di cui il ministero chiede la rapida approvazione contiene solo due risultati: sì a Johnson&Johnson per le popolazioni speciali e sì ai vaccination day con sieri a vettore adenovirale.E per quale di queste conclusioni friggesse Speranza lo spiega bene ai magistrati l’allora commissario all’emergenza Covid, il generale degli Alpini Francesco Paolo Figliuolo, il quale svela di avere appreso quale fosse il punto nodale della riunione del 12 maggio 2021 direttamente dal politico dem: «Io lo seppi informalmente il giorno dopo la riunione dal ministro Speranza, che mi disse: "Guarda, ti informo che è stato autorizzato ... c'è il nullaosta su questi vaccination day, chiamiamoli open day… come vogliamo…"». A questo punto il militare mette un po’ le mani avanti: «Però qualche Regione si era già spinta avanti qualche giorno prima, mi pare che la Campania e il Lazio avessero fatto queste cose qui». Figliuolo, con gli inquirenti, specifica pure che, sulla discussa questione, alcune Regioni si erano fatte avanti anche con la struttura da lui guidata, in particolare il Lazio e la Campania («Ma personalmente non ho mai spinto sull'argomento»). Nelle versione riassuntiva delle sommarie informazioni testimoniali, le parole di Figliuolo, sono state così limate: «In merito al verbale che mi avete mostrato, quanto scritto l'ho appreso in via del tutto informale qualche giorno dopo dal ministro Speranza. All'epoca, ancor prima che uscisse il parere del Cts del 12 maggio 2021 sapevo che alcune Regioni avevano già iniziato a fare i vaccination day. Mi pare di ricordare che il Lazio avesse iniziato a fare gli open day a partire dai diciottenni, mentre la Campania dai trentenni. Io, con una nota del 17 maggio 2021, a firma del mio capo di gabinetto, mi sono limitato a circolarizzare (sic, ndr) quanto indicato nel verbale numero 17, annesso in copia a tutte le Regioni e alle Province autonome».In realtà la mail dello stretto collaboratore del commissario non era così neutra come ha provato a far credere ai magistrati il generale. Infatti, il colonnello Cosimo Gabriele Garau, dopo avere richiamato «l’attenzione» dei destinatari «sul parere in oggetto, contenuto nel primo punto all’ordine del giorno», aggiunge immediatamente la seguente locuzione: «In particolare, si evidenzia, tra le varie raccomandazioni inserite nel summenzionato parere, “il Cts non rileva motivi ostativi…”». Segue l’intera frase vergata da Locatelli.Dunque la struttura commissariale detta la linea, anche se nella riunione del 9 giugno 2021, come gli ha rinfacciato la Procura il 20 luglio 2022, dirà che «gli Astra-day se li sono inventati le Regioni con mia grande incazzatura».I magistrati ricordano a Figliuolo anche un’altra sua dichiarazione sui vaccination day: «Il Comitato diede l'apertura che poi io declinai con una lettera». Il generale replica che quella battuta non aveva «alcun riferimento negativo» e che il verbale del 12 maggio 2021 è stato inviato a tutte le Regioni per una mera «questione logistica […] allo scopo di organizzare eventualmente gli open day e richiedere alla struttura il quantitativo di dosi necessarie a soddisfare tale iniziativa». Quindi non ci sarebbe stata, da parte sua, nessuna adesione ideale.Anche se il suo capo di gabinetto, nella mail di accompagnamento inviata ai governatori, dopo avere sottolineato la ferale «raccomandazione», assicura che se ospedalizzazioni e decessi sono diminuiti ciò «è diretta conseguenza dell’immunizzazione delle classi target nonché di comportamenti responsabili da continuare a perseguire». Il colonnello alla sua missiva allega il verbale esteso della riunione del 12 maggio del Cts senza nessuna nota del ministero. E anche se Locatelli ha più volte chiarito che i pareri del comitato erano solo consultivi, in questo caso diventano «raccomandazioni» da sottolineare. In tal modo il ministero, senza sporcarsi le mani direttamente, è riuscito ad avallare i vaccination day. Un gioco delle tre carte per cui la Procura di Genova non ha individuato alcun responsabile.
Silvia Salis (Imagoeconomica)
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Roberto Cingolani, ad di Leonardo (Getty Images)