2021-09-04
Il maltempo blocca l’ultima follia in Lazio: il drone che misura la febbre in spiaggia
Il progetto dell'Asl Roma 3, è stato ritirato con la scusa del meteo. Imbarazzo e tensione in Regione: Nicola Zingaretti chiede chiarimentiIl drone doveva misurare la temperatura ai bagnanti sul litorale di Ostia. Così tra i romani, che notoriamente sono gente di spirito, c'era chi l'aveva ironicamente ribattezzato «0037», quasi potesse essere la parodia meccanico-sanitaria del mitico 007, l'agente segreto britannico inventato dal genio di Ian Fleming. Altri l'avevano soprannominato «Zinga-Spia», attribuendone l'iniziativa al presidente della Regione Lazio nonché ex segretario del Partito democratico, Nicola Zingaretti. Altri ancora l'avevano chiamato «Baywatch anti-Covid», nemmeno si trattasse di un bagnino, sia pure in versione desolatamente assai meno estetica degli statuari interpreti della serie televisiva, e comunque privo della loro famosa boetta arancione. Resta il fatto che, comunque fosse stato chiamato o definito, il povero drone avrebbe dovuto decollare stamattina per la sua prima missione salvifica, e invece resterà desolatamente a terra. Il mesto annuncio è arrivato ieri pomeriggio con una nota di Alessio D'Amato, assessore regionale alla Sanità e come Zingaretti esponente del Pd: «Su Ostia non ci sarà alcun volo di drone», ha decretato l'assessore. Che in qualche nodo è parso anche voler prendere le distanze dall'esperimento: «È un'iniziativa autonoma dell'Azienda sanitaria Roma 3», ha aggiunto infatti D'Amato, «e non rientra nella programmazione dell'Unità di crisi Covid-19, tanto che il presidente della Regione, Zingaretti, ha chiesto una relazione al direttore generale della Asl. Attualmente le uniche sperimentazioni condivise, con l'ausilio dei droni, riguardano il trasporto di medicinali e sono state fatte dall'Ospedale pediatrico Bambin Gesù».Chissà di chi è stata l'idea. Mistero. Di certo non è così nuova, se è vero che nel 2020, durante il lockdown, a qualcosa di simile aveva già pensato più di un amministratore locale, immediatamente bloccato dai fulmini del Garante della privacy. Di certo oggi regna l'imbarazzo e probabilmente, dietro le quinte, il governatore Zingaretti, l'assessore D'Amato e i vertici dell'Asl Roma 3 stanno litigando per la brutta figura. Eppure, ieri, l'esperimento era assolutamente pronto per la partenza. L'Asl aveva già diffuso note tecniche più dettagliate e perfino più trionfalistiche di quelle che venivano emesse da Cape Canaveral ai bei tempi dei lanci dei missili Apollo: il volo sperimentale del «Zinga-Spia», che i tecnici dell'Asl presentavano come «futuristico», sarebbe avvenuto oggi e domani «con decollo previsto alle 11 e atterraggio alle 16». Nelle cinque ore di missione, veniva spiegato, l'apparecchio avrebbe volato «a un'altezza non inferiore a 25 metri dal livello dell'acqua e a una distanza non inferiore a 30 metri dalle persone», mentre il controllo delle temperature sarebbe «avvenuto in modo automatico, da parte di un dispositivo sulla spiaggia». L'Asl romana garantiva poi che il monitoraggio dei dati sarebbe stato seguito da operatori a terra e che, «ogni qualvolta il drone» avesse rilevato «una persona con la febbre», sarebbe partita «l'identificazione mediante l'allerta al servizio medico di sorveglianza di supporto». A quel punto, «una volta arrivata sulla spiaggia», l'Asl garantiva che la sua equipe avrebbe «proposto alla persona di fare ulteriori accertamenti, anche mediante un tampone».Davanti a tanta organizzazione, nei giorni scorsi c'era anche chi si era domandato (esattamente com'era accaduto oltre un anno fa) se il Garante della privacy non avesse nulla da obiettare sull'innovativo monitoraggio sanitario dall'alto, mentre altri si chiedevano che cosa sarebbe potuto accadere se un qualsiasi malcapitato febbricitante da spiaggia, dopo essere stato identificato dagli occhi dello «Zinga-Spia», avesse poi rifiutato di sottoporsi agli accertamenti dei medici. Altri ancora avevano mostrato il tipico scetticismo dei romani: come avrebbe fatto, il drone, a capire se i gradi misurati sulla pelle del bagnante erano frutto di una febbre da Covid oppure da eccessiva esposizione al sole? Di fronte a tanti problemi, l'Asl si era limitata a replicare che tutto sarebbe avvenuto nel pieno e rigoroso rispetto delle leggi: «Le persone che non faranno registrare aumenti della temperatura», era stato garantito, «non verranno assolutamente identificate. Ma, per evitare il contagio durante una pandemia, soprattutto tra i tanti asintomatici, riteniamo che serva far ricorso a tutto l'ausilio che la tecnologia ci mette a disposizione».Ieri, invece, la situazione è improvvisamente precipitata. Alla fine della mattinata aveva cominciato a girare voce che il volo di ricognizione di oggi sarebbe saltato per un'allerta-meteo e poi, a metà pomeriggio, l'Asl 3 ha diramato una nota: «A causa delle cattive condizioni meteorologiche previste per il fine settimana, ci vediamo costretti a rimandare le attività di sperimentazione col drone sui Lidi di Ostia. Sarà nostra cura informarvi sulla nuova programmazione».Insomma: il drone resta a terra, ma decolla la polemica. Sui social network collegati all'Asl Roma 3, ieri sera, c'era chi bollava l'iniziativa dello «Zinga-Spia» come «deriva liberticida», chi come «una follia», e chi si limitava a definirla «un'idiozia», preoccupandosi però della spesa sostenuta dalla Regione per l'esperimento. Almeno su questo punto, l'Asl Roma 3 ha rassicurato i contribuenti: «Non è prevista alcuna spesa. Il progetto ci è stato offerto in via gratuita e promozionale». Per sapere se le cose stanno proprio così, servirebbe uno «Zinga-Spia». Uno serio, però.
Il cpr di Shengjin in Albania (Getty Images)