2021-02-13
Il guru «green» demonizza le nascite e consiglia di fermarle con le serie tv
Paul Ehrlich, su «Repubblica», torna alla carica contro la sovrappopolazione auspicando meno neonati e più fiction sulla parità di genere. Ma i dati dicono altro: nel mondo gli over 65 hanno superato i bimbi sotto i 5 anni Spazio e tempo. In psicologia questi due elementi vengono utilizzati per stabilire le ricadute di un'azione sulla società. Vale per i comportamenti e per le parole dette. Un concetto che probabilmente è poco considerato, se non del tutto ignorato, dal «guru» dell'ambientalismo Paul Ehrlich. Già, perché il presidente del Center for Conservation Biology dell'Università di Stanford, storico rappresentante della rivoluzione green e «Cassandra» di disastri e carestie, torna alla carica con le sue teorie sulla sovrappopolazione e ci ammonisce: «Bisogna fare in modo che in tutto il mondo le donne abbiano pari diritti e opportunità di carriera, e abbiano accesso ai metodi più moderni e sicuri di contraccezione: è questo il modo per ridurre il tasso di riproduzione». La ricetta per un mondo migliore Ehrlich la fornisce ai suoi seguaci dalle colonne della Repubblica, in un'intervista rilasciata a Giuliano Aluffi in cui ci offre la sua soluzione ai problemi che affliggono la terra. Spazio e tempo, si diceva. Ed è su questi due elementi che il biologo ed immunologo tedesco scivola clamorosamente. Un dato: 2 milioni e 37.ooo. È questo il numero di morti in tutto il mondo, aggiornato al mese scorso, per le conseguenze del virus. Solo in Italia, ai cui lettori lo scienziato si rivolge, i decessi hanno riguardato quasi 93.00 persone. Un tempo, il nostro, quanto meno inadeguato per parlare di sovrappopolazione e demonizzare la crescita demografica. Poi c'è lo spazio, quello italiano - appunto - dove le natalità sono ai minimi storici e da anni rappresentano il tema di discussione della società e della classe politica. L'Italia continua a spopolarsi, anno dopo anno. Al 31 dicembre 2019 la popolazione residente in Italia è inferiore di quasi 189.000 unità (188.721) rispetto all'inizio dell'anno. Il persistente declino avviatosi nel 2015 ha portato a una diminuzione di quasi 551.000 residenti in cinque anni. E a dirlo non è un cattivo sovranista ma l'Istat, l'istituto nazionale di statistica. Registriamo il record negativo mai registrato dal 1861, e quest'anno - complice la pandemia - il tasso di natalità in Italia potrebbe scendere ulteriormente, a circa 408.000 nascite, mentre i decessi per coronavirus aumentano. E nel resto del mondo? Per la prima volta nella storia gli «over 65» hanno superato in numero, a livello globale, i bambini sotto ai 5 anni. A riportare questo dato è il World Population Prospect, il rapporto stilato dalle Nazioni Unite. Non proprio l'ultimo dei convegni negazionisti. Ma Ehrlich ci va giù pesante e dopo aver indicato il modello da seguire «Greta Thunberg per me è un ottimo segno», suggerisce anche come combattere il calo della biodiversità: «Le nazioni dovrebbero quantificare il valore degli ecosistemi naturali, ovvero il valore dei servizi che gli ecosistemi offrono. Per fare un esempio: in Ruanda l'ecoturismo legato ai gorilla è uno dei maggiori motori economici del Paese». Quindi pronte le liste di proscrizione per industrie e aziende, via libera ai tour sulla biodiversità dalle Dolomiti alla Sila. Il biologo tedesco, in realtà, già mezzo secolo fa aveva sentenziato la fine del nostro pianeta a opera di carestie e sovrappopolazione. Lo aveva fatto nel suo saggio, divenuto la Bibbia della green generation, The Population Bomb (1968). Anche allora puntava il dito contro le nascite smisurate e auspicava un società più attenta ai contraccettivi e alle natalità, senza tener conto però delle conseguenze sul piano sociale, lavorativo, previdenziale, economico. Teorie, le sue, che generano un corto circuito anche nella sinistra ambientalista, che da un lato accoglie le pagine del saggio scritto da Ehrlich come Vangelo, dall'altro suggerisce, anzi auspica, l'immigrazione di massa come soluzione al calo demografico. «Oggi quasi un milione di specie sono a rischio di estinzione. Il 40% delle specie vegetali sono considerate a rischio» sentenzia il biologo tedesco. Non una parola, però, su certe politiche europee che schiacciano e cancellano il settore agricolo di Paesi come l'Italia, o sul mercato globale che ha annullato le peculiarità zootecniche di aree come quella spagnola e greca. La colpa, in sostanza, è sempre e soltanto di chi mette al mondo un bambino ignorando le ripercussioni di una nascita sull'ecologia. Più pannelli solari, meno neonati. Peccato che anche il settore economico-industriale legato al green si stia ravvedendo. Ne è esempio la scelta di importanti case automobilistiche, Toyota e Mitsubishi pioniere del verde, di abbandonare l'elettrico: scarsa accessibilità e alto indice di inquinamento per lo smaltimento delle batterie. Come sensibilizzare gli uomini ad un futuro più verde? Ehrlich ci dona l'ennesima perla: fiction e soap opera sulle condizioni della donna da trasmettere in tv nei Paesi dove il tasso di natalità è eccessivo. E ancora una volta la soluzione tornano a essere i contraccettivi. In attesa che anche questi vengano prodotti con materie ecologiche e sostenibili.
Jeffrey Epstein (Getty Images)
Nel riquadro, Giancarlo Tulliani in una foto d'archivio
A Fontanellato il gruppo Casalasco inaugura l’Innovation Center, polo dedicato a ricerca e sostenibilità nella filiera del pomodoro. Presenti il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini e il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta. L’hub sarà alimentato da un futuro parco agri-voltaico sviluppato con l’Università Cattolica.
Casalasco, gruppo leader nella filiera integrata del pomodoro, ha inaugurato oggi a Fontanellato il nuovo Innovation Center, un polo dedicato alla ricerca e allo sviluppo nel settore agroalimentare. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la competitività del Made in Italy e promuovere un modello di crescita basato su innovazione, sostenibilità e radicamento nel territorio.
All'evento hanno partecipato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, l’amministratore delegato di FSI Maurizio Tamagnini, il presidente della Tech Europe Foundation Ferruccio Resta e il management del gruppo. Una presenza istituzionale che sottolinea il valore strategico del progetto.
Urso ha definito il nuovo centro «un passaggio fondamentale» e un esempio di collaborazione tra imprese, ricerca e istituzioni. Per Marco Sartori, presidente di Casalasco Spa e del Consorzio Casalasco del Pomodoro, l’hub «non è un punto d’arrivo ma un nuovo inizio», pensato per ospitare idee, sperimentazioni e collaborazioni capaci di rafforzare la filiera.
L’amministratore delegato Costantino Vaia parla di «motore strategico» per il gruppo: uno spazio dove tradizione e ricerca interagiscono per sviluppare nuovi prodotti, migliorare i processi e ridurre l’impatto ambientale. Tamagnini, alla guida di FSI – investitore del gruppo – ricorda che il progetto si inserisce in un percorso di raddoppio dimensionale e punta su prodotti italiani «di qualità valorizzabili all’estero» e su una filiera sostenibile del pomodoro e del basilico.
Progettato dallo studio Gazza Massera Architetti, il nuovo edificio richiama le cascine padane e combina materiali tradizionali e tecnologie moderne. I mille metri quadrati interni ospitano un laboratorio con cucina sperimentale, sala degustazione, auditorium e spazi di lavoro concepiti per favorire collaborazione e benessere. L’architetto Daniela Gazza lo definisce «un’architettura generativa» in linea con i criteri di riuso e Near Zero Energy Building.
Tra gli elementi distintivi anche l’Archivio Sensoriale, uno spazio immersivo dedicato alla storia e ai valori dell’azienda, curato da Studio Vesperini Della Noce Designers e da Moma Comunicazione. L’arte entra nel progetto con il grande murale di Marianna Tomaselli, che racconta visivamente l’identità del gruppo ed è accompagnato da un’esperienza multimediale.
All’esterno, il centro è inserito in un parco ispirato all’hortus conclusus, con orti di piante autoctone, una serra e aree pensate per la socialità e il benessere, a simboleggiare la strategia di sostenibilità del gruppo.
Casalasco guarda già ai prossimi sviluppi: accanto all’edificio sorgerà un parco agri-voltaico realizzato con l’Università Cattolica di Piacenza, che unirà coltivazioni e produzione di energia rinnovabile. L’impianto alimenterà lo stesso Innovation Center, chiudendo un ciclo virtuoso tra agricoltura e innovazione tecnologica.
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Da sinistra in alto: Piero Amara, Catiuscia Marini, Sergio Sottani e Luca Palamara (Ansa)